Focus notizie


Facciamo un riepilogo sul discorso Stress Test
Partendo da una base dei 130 maggiori istituti continentali e a seguito di una valutazione durata ben dieci mesi sono risultate 25 le banche bocciate dalla Banca centrale europea.
Questo numero si riduce poi a 13 banche se si considerano gli aumenti di capitale effettuati nel corso del 2014, per circa 9,5 miliardi di ammanco.
Per quanto riguarda invece le banche italiane inizialmente ben nove non superano gli esami di BCE; il numero poi si riduce a quattro se si escludono quelle che hanno già rafforzato il patrimonio tra gennaio e settembre scorsi, per ridursi ulteriormente a due se si considerano altre operazioni di irrobustimento patrimoniale computate a livello nazionale da Bankitalia.
Alla fine, a dover rafforzare il capitale sono il Monte dei Paschi e Carige, rispettivamente per 2,11 miliardi e 814 milioni di euro. Nel primo caso si tratta di una cifra superiore alle attese del mercato, nel secondo l'ammontare si colloca nella parte alta della forchetta indicata dagli analisti come probabile ammanco. Carige ha già annunciato un aumento di capitale per non meno di 500 milioni, garantito per 650, oltre a dismissioni.

Le valutazioni, basate sui bilanci del 2013, promuovono di fatto a pieni voti solo Credito Emiliano, Iccrea, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Ubi e Unicredit.
Queste, invece, le nove banche italiane che inizialmente hanno mostrato una patrimonializzazione primaria inferiore al 5,5% del totale degli attivi ponderati per il rischio:
Carige (-2,4%)
Mps (-0,1%)
Credito Valtellinese (3,5%)
Bper (5,2%)
Bpm (4%)
Popolare di Sondrio (4,2%)
Popolare di Vicenza (3,2%)
Banco Popolare (4,7%)
Veneto Banca (2,7%).

A livello europeo infine evidenziamo che sono tredici le banche che dovranno mettere in atto un rafforzamento patrimoniale per un valore complessivo di poco sotto ai 9,5 miliardi. E' questo l'esito degli stress test della Bce, che considera però la situazione al settembre 2014 escludendo le operazioni di ripatrimonializzazione già intraprese che non siano aumenti di capitale.

Nella tabella che segue elenchiamo le banche europee che, anche a valle di eventuali ricapitalizzazioni nel frattempo operate, hanno carenze di capitale

Mps 2,11 mld
Eurobank 1,76 mld
Banco Comercial Portugues 1,15 mld
National Bank of Greeece 0,93 mld
Oesterreichiscer Volks.V. 0,86 mld
Permanent Tsb 0,85 mld
Banca Carige 0,81 mld
Dexia 0,34 mld
*Popolare Vicenza 0,22 mld
Hellenic Bank 0,18 mld
*Bpm 0,17 mld
Nova Ljublijanska banka 0,03 mld
Banka Maribor 0,03 mld

*Bpm e Popolare di Vicenza sono escluse da obblighi di rafforzamento a seguito delle operazioni del 2014 scontata da Bankitalia

Alla fine dunque le due vere bocciate italiane sono MPS e CARIGE

Per quanto riguarda MPS si tratta dell'ennesimo passaggio della banca sotto il torchio delle autorità sovranazionali: è il terzo dal 2011. Il primo compito per il Cda della banca senese sarà quello di spiegare alla BCE, entro due settimane, come intende colmare il deficit di capitale.
Nel frattempo la banca ha nominato Ubs e Citi "advisor finanziari per definire, strutturare, implementare azioni di mitigazione, nonché valutare tutte le opzioni strategiche a disposizione".

Per quanto riguarda CARIGE invece è evidente che la banca genovese dovrà, unica banca in Italia, fare immediatamente un aumento di capitale, il cui ammontare sarà di almeno 500 milioni.
Il test sugli attivi ha fatto emergere una carenza di 952 milioni, lo stress test avverso di 1,83 miliardi. Dopo le misure di rafforzamento già attuate, mancano 814 milioni, ed è questa la cifra che nei prossimi mesi andrà racimolata.

In una nota, l'istituto guidato dall'amministratore delegato Piero Montani ha spiegato di avere già acquisito "l'impegno di Mediobanca a pre-garantire, in qualità di global coordinator e bookrunner, fino a 650 milioni l'integrale sottoscrizione delle azioni". E' quindi plausibile che la ripatrimonializzazione possa essere superiore a 500.
In parallelo, è alle battute finali la cessione delle assicurazioni del gruppo al fondo Apollo, per circa 300 milioni. Saranno infine poste in vendita la banca di gestioni patrimoniali Cesare Ponti, l'attività di credito al consumo Creditis, e altre quote di minoranza.

Per i due istituti non sono immediatamente mancate anche le ripercussioni negative di piazza affari.
L'istituto senese ha chiuso la seduta con un ribasso del 21,5%, vedendo svanire 1,1 miliardi di capitalizzazione, e il titolo è sceso a un minimo storico di 0,7735 euro.
La banca genovese ha invece archiviato la giornata con un calo del 16,54%. Perdite pesantissime, che avrebbero potuto essere

Infine, trascorsi due giorni dalla diffusione dei risultati sugli stress test, ci pare interessante riportare il commento del responsabile del Dipartimento stabilità finanziaria della Bce, Ignazio Angeloni secondo il quale "dagli 'esami sulle principali banche europee emerge un sistema italiano solido". Angeloni spiega che "il risultato penalizzante per Roma" (nove le banche italiane sul totale di 25 che non hanno passato il test al 31 dicembre scorso) si spiega col fatto che "il sistema bancario italiano è affaticato dallo stato dell'economia, e dall'andamento stagnante della produttività, degli investimenti e dell'occupazione".
Non sarebbero fondati, infine, i rilievi secondo cui l'applicazione dei criteri sarebbe stata più severa in Italia rispetto a Francia o Germania

Per par condicio riportiamo anche i commenti del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Le sue sono parole di soddisfazione: "le banche tedesche non dovranno prendere ulteriori misure dopo il Comprehensive Assessment della Bce", mentre altre "hanno preso ulteriori misure quest'anno per cui non dovranno prenderne altre".

Non accontentarti solo degli articoli Free!

Registrati gratuitamente e avrai accesso senza limitazioni ai servizi premium per 7 giorni!

Gli ultimi articoli di Redazione Rischio Contenuto