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EMERGENZA RUBLO E PETROLIO
La banca centrale russa nel corso della notte ha alzato il costo del denaro al 17% dal 10,5% nel tentativo di salvaguardare il rublo, vittima ieri della flessione giornaliera più marcata dal 1998.
La valuta russa, sotto pressione per il crollo dei prezzi del greggio e le sanzioni occidentali legate alla crisi ucraina, si è poi mossa in rialzo.
Proprio in riferimento al petrolio continua la pressione sulle quotazioni petrolifere, accentuata dalla deludente lettura dei dati sul manifatturiero cinese e dalla caduta delle valute dei mercati emergenti, fattori questi ultimi che limitano ulteriormente le aspettative di domanda.
I future sul greggio intorno alle 7,20 cedono 50 centesimi a 60,56 dollari il barile; i derivati del Nymex arretrano di 38 centesimi a 55,52 dollari al barile. Malgrado questi dati tuttavia l'Opec continua ad ignorare le richieste di tagliare la produzione per stabilizzare i prezzi.
Ricordiamo, infine, che dal mese di giugno i future sul petrolio hanno quasi dimezzato il loro valore. Fino ad ora l'Opec ha resistito alle richieste di tagliare la produzione per stabilizzare i prezzi.

ZEW IN USCITA
Sul fronte macro, oggi segnaliamo, l'uscita dell'indice Zew di dicembre.
Il termometro della fiducia di analisti e investitori nella mediana delle stime dovrebbe mostrare un miglioramento d 20,0 da 11,5 di novembre.

CINA: DATI PMI
Vi segnaliamo ulteriori segnali di rallentamento dalla seconda economia mondiale. A evidenziarlo sono i dati preliminari relativi al mese di dicembre riferiti all'indice Pmi manifatturiero. Questi dati hanno evidenziato la prima contrazione da sette mesi a questa parte, attestandosi a 49,5 da 50,0 di novembre, soglia spartiacque tra crescita e contrazione.
La mediana delle stime convergeva invece su una lettura stabile.

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