L'AIM a quota 51 quotazioni


L'AIM A QUOTA 51 QUOTAZIONI, UN 2014 DA RECORD CON 19

Dopo alcuni anni il segmento AIM, mutuato dalla felice esperienza inglese dedicata alle pmi, ha avuto un buon impulso, complice ovviamente l'andamento positivo dei mercati finanziari e la ripresa dell'appeal del mercato italiano supportato anche da alcune nuove quotazioni (non tutte fortunate) sull'MTA. I settori più rappresentati sono le energie alternative, finanziario e area digitale e media.
La 51° quotazione Mailup appare promettente anche dal punto di vista della performance (e infatti è aumentata del 20% il primo giorno) e della liquidità. Quest'ultima è il vero tallone d'Achille di questo segmento, largamente deficitario per quasi tutti gli emittenti (a parte 4 o 5 società) nonostante l'obbligatorietà della nomina dello specialista. La capitalizzazione complessiva ha superato 1,8 mrd mentre l'indice relativo il FTSEAim è sostanzialmente stabile dalla sua creazione (luglio 2013).

Alcune società peraltro già si sono segnalate per volumi, fatturato e possibile prospettico salto all'MTA: Primi sui motori, Frendy energy, Italia indipendent (forse la più famosa per la presenza di Lapo Elkann e con ben 15 investitori istituzionali), Rosetti (150 mln di capitalizzazione), Gala (160 mln di capitalizzazione), la citata Mailup e Triboo (su cui convergono particolarmente views positive). La merchant bank Ambromobiliare (su cui fecimo lo scoop della quotazione anni fa) ha un focus fortissimo sull'Aim e si appresta a far quotare la società di investimento Aim4aim una società d'investimento che investirà fino al 5% del capitale in altre quotate.

Il sito migliore per chi intende monitorare questo mercato è www.aimnews.it, lanciato da Irtop (nota società di comunicazione finanziaria) che ha appena presentato il 2° rapporto sull'Aim ed ha anch'essa un'attività fortemente incentrata sul segmento. Da segnalare come suggerimento operativo (pur nella limitatezza del mercato) l'emissione di un buon numero di warrant (circa una ventina) che hanno un andamento molto spesso decorrelato rispetto al titolo sottostante (il warrant vanta una performance migliore nell'80% dei casi, spiccano quelli di Innovatec + 250% e di Primi sui motori +450% a fronte di performance dei sottostanti, rispettivamente di -50% e +30%), certo c'è da ribadire ancora che la scarsa liquidità del mercato non può prestarsi a un trading intenso. Il 90% delle Ipo hanno riguardato l'emissione di nuove azioni (OPS), il 2014 è stato un anno eccezionale con già 19 quotazioni e raccolti circa 150 mln, diverso il discorso della performance dei titoli che è stata prevalentemente negativa (pur in presenza di mercati azionari abbastanza positivi), in miglioramento i volumi che restano però ancora troppo scarsi (45.000 euro giornalieri).

Nel 2013 il fatturato delle quotate è aumentato mediamente del 23%, l'Ebitda si è posizionato al 15%. Il fratello maggiore londinese AIM ha 1.100 società quotate con dimensioni medie più che doppie (60 mln euro) dell'Italia, con una capitalizzazione di 90 miliardi di euro e soprattutto ben altra rappresentanza internazionale nel listino e presenza come broker e investitori istituzionali.

Perché allora quotarsi a Milano?
Principalmente perché su una dimensione media delle pmi italiane piuttosto contenuta le spese del listino londinese non sono da tutti sostenibili. La strada della maturità di questo mercato è ancora lunga, vi sono com'è inevitabile luci ed ombre. Tra queste ultime la presenza troppo scarsa di SGR italiane e ancor più rara di investitori esteri, anche le raccomandazioni degli analisti delle banche (al 100% positive) non depongono certo per la maturità del listino.

Sergio sacchi

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