Conclusa la tre giorni di Jackson Hole.


Si è conclusa sabato la tre giorni di Jackson Hole, il simposio annuale che chiama a raccolta nel Wyoming i banchieri centrali di tutto il mondo, e che tiene regolarmente i mercati con il fiato in sospeso in attesa degli interventi dei big. Quest'anno in particolare. Perché l'edizione 2014, partita giovedì con contorno di proteste e contestazioni, segna un doppio debutto: da un lato quello di Janet Yellen come presidente della Federal Reserve (aveva parlato anche nel 2013, ma ancora come vice del predecessore Ben Bernanke), dall'altro quello di Mario Draghi, costretto dalla crisi europea a saltare gli ultimi due appuntamenti.
Janet Yellen, sebbene abbia invitato alla cautela nella lettura dei dati sul mercato del lavoro Usa, di cui si rischia di sovrastimare il reale stato di salute, e abbia invocato prudenza rispetto ai tempi di un aumento dei tassi, è apparsa comunque più restrittiva dei due colleghi. La Yellen ha confermato, "alla luce dei progressi" registrati sul mercato del lavoro, l'intenzione di mettere fine a ottobre al programma di acquisto di titoli (il cosiddetto "quantitative easing) messo in campo a partire dal 2008 per sostenere la ripartenza della locomotiva americana. Per quanto riguarda i tassi di interesse, che ora sono ai livelli minimi, la governatrice non si è sbilanciata. Su questo fronte, ha detto, le decisioni dipenderanno dall'evoluzione dell'occupazione e dell'inflazione, che oggi è "ancora al di sotto dell'obiettivo del 2%"
Mario Draghi, invece e in particolare, ha alzato i toni rispetto la possibilità di Francoforte di agire ulteriormente con misure non convenzionali per ancorare le prospettive di inflazione nel medio termine, pur senza mai citare l'opzione 'quantitative easing'. In aggiunta ha comunque ribadito che da sola la politica monetaria non sia condizione sufficiente per ridare fiato all'economia della zona euro senza il varo di riforme strutturali sia a livello nazionale, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro, che comunitario.
Segnaliamo EuroUsd in apertura europea sotto 1.32, la nostra strategia incomincia già a darci soddisfazioni.

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