Bond nuove emissioni: la “step up” Bei in Aud si può gestire così


Cedole & Dividendi

L’obbligo di diversificare in valute e in tipologie di emissioni è divenuto imprescindibile per qualsiasi portafoglio, non solo audace ma ancor più se prudente. Ecco allora un’obbligazione inedita (quotata al Mot) espressa in dollari australiani:

Bei (rating AAA), valuta Aud, tasso fisso “step up” (con pagamento il 13 dicembre di ciascun anno dal 2017: 1,5% per la prima cedola - 1,75% per la seconda - 2,0% per la terza - 2,15% per la quarta - 2,30% per la quinta – 2,50% per la sesta – 3,0% per la settima e 3,25% per l’ottava), scadenza 13/12/2024, taglio minimo 2.000 Aud, Importo 60 milioni di Aud e Isin XS1515221064. L’avvio alla quotazione sul Mot avverrà da martedì 13.

Situazione della valuta: il dollaro australiano si è rafforzato sull’euro negli ultimi mesi, toccando più volte un livello ormai decisivo per il proseguimento del trend, situato sugli 1,42. L’inserimento in un canale di consolidamento è in atto da luglio e potrebbe trovare un punto di arrivo sugli 1,373, che corrisponde a una successiva resistenza, questa in vigore dal 2014. La riduzione del tasso primario da parte della Banca Centrale di Sydney all’1,5% ha verosimilmente trovato un punto di arrivo e rialzi non sono prevedibili nel breve periodo, salvo che l’inflazione esportata dalla Cina abbia effetti anche in Australia, il che modificherebbe il quadro generale, con un possibile ulteriore rafforzamento dell’Aud sulla nostra valuta.

Il quadro è complesso, ma un posizionamento ad accumulo progressivo su un’obbligazione consente di stratificare l’esposizione sull’Aud anche in presenza di movimenti accentuati della valuta. Si può ipotizzare l’acquisto di pochi lotti al cambio attuale e di aumentare la posizione su eventuali ritracciamenti rispetto all’euro. Per esempio 6.000 Aud = 4.240 Eur (o multipli a seconda dei portafogli) oggi e incrementi ogni 5% di indebolimento: ovvero – considerando l’attuale cambio a 1,414 – entrate a 1,485, a 1,558 e (livello poco probabile) a 1,637. Nel caso di ulteriori rafforzamenti lasciar correre fino a segnali di inversione.

Punti forti

● L’emittente Bei (sempre che la Ue non si sfaldi) ● Aliquota fiscale 12,5% ● Il dollaro australiano deve essere detenuto in ogni portafoglio ● La struttura “step up” è valida nell’attuale situazione dei tassi e potrebbe andare bene anche nei prossimi anni in presenza di un lento rialzo del costo del denaro in Australia ● Il lotto minimo si adegua a piani di acquisto nel tempo ● E’ quotata sul Mot e consente di essere facilmente trattata.

Punti deboli

● I rendimenti medi lordo (2,3) e netto (2%) sono piuttosto limitati per un’esposizione a otto anni ● Se l’inflazione partisse in Cina l’effetto sarebbe immediato in Australia e penalizzerebbe la quotazione di un’obbligazione così prudente ● E’ opportuno attendere una quotazione stabilizzata sul secondario (cioè quando il collocatore ne avrà esaurito la vendita), con possibile discesa sotto la pari ● Probabile una certa disaffezione iniziale da parte dei mercati ● Ci sono bond a tasso variabile (per esempio bancari sul mercato “Otc”) che pagano di fatto cedole equivalenti a quelle iniziali di questo Bei ● L’importo globale è contenuto.

Valutazione complessiva

Un bond adatto a chi voglia esporsi sulla diversificazione valutaria senza troppi rischi, sempre che si adotti la strategia consigliata e in presenza di tassi di riferimento in lenta crescita nel tempo, ipotesi oggi piuttosto realistica.