Proteggetevi nell’Italia che galleggia! Un primo suggerimento


Cedole & dividendi

Comunque abbiate votato al referendum e qualunque sia la vostra opinione politica, è certo che – come tutti – siate legittimamente preoccupati dal futuro del nostro Paese. E soprattutto del patrimonio di cui disponete, piccolo o grande che sia. Ecco perché allarghiamo l’orizzonte di questa rubrica con un’analisi che guarda alla sua difesa in un’ottica di lungo periodo. Sia chiaro, non abbiamo la bacchetta magica, come d'altra parte nessuno. Cerchiamo semplicemente di fornirvi dei suggerimenti concreti con cui tirare un respiro di sollievo rispetto alle incertezze del futuro. Oggi scriviamo di uno strumento (abbastanza) protettivo, soprattutto se ben scelto.

Negli ultimi due anni si è un po’ spenta l’attenzione rispetto alle polizze vita di Ramo 1 (a gestione separata), che pur hanno rastrellato tantissimo sul mercato, soprattutto nel 2015, rappresentando oltre il 60% della raccolta globale del settore.

Come funzionano

Nel caso delle Ramo 1 i premi versati dai sottoscrittori, al netto dei caricamenti destinati a remunerare i canali distributivi, confluiscono in un’apposita gestione separata di attivi, ovvero in una cassaforte finanziaria creata dalla Compagnia assicurativa per questa famiglia di polizze. Le gestioni separate investono prevalentemente in titoli di Stato e altre obbligazioni, ma possono anche avere quote marginali di posizioni su altri asset, per esempio mediante Etf. I titoli in portafoglio rimangono valorizzati al prezzo con il quale sono stati inizialmente acquistati (contabilizzazione a “costo storico”) sino al momento della vendita o rimborso e non con la modalità “mark to market”, cioè in rapporto all’andamento del mercato, come avviene per esempio per i fondi. Per questo, il valore della gestione separata cambia solo in base ai rendimenti generati dai titoli in portafoglio e a guadagni/perdite derivanti dalla differenza tra prezzo di acquisto e vendita. Le gestioni separate non hanno una quotazione pubblicata giornalmente o settimanalmente. Le compagnie assicurative prevedono, per questo tipo di polizze, che le prestazioni si rivalutino ogni anno in funzione del rendimento ottenuto dalla gestione separata. Quanto conseguito da tale attività viene ridistribuito secondo un’aliquota di retrocessione, generalmente non inferiore all’80% del rendimento ottenuto dalla gestione separata e al netto di una commissione, che può aggirarsi dall’1,3 all’1,8%. Importante il fatto che le rivalutazioni sono consolidate di anno in anno.

I punti forti

  1. ► Stabilità dell’andamento nel tempo
  2. ► Capitale nominale garantito
  3. ► Consolidamento dei profitti maturati ogni anno
  4. ► Insequestrabilità e impignorabilità
  5. ► Esenzione dell’imposta di bollo dello 0,20% che gravita sui patrimoni detenuti sui conti deposito
  6. ► Esonero dalle tasse di successione
  7. ► Rendimento minimo garantito

I punti deboli

  1. ► Costi di gestione piuttosto elevati rispetto per esempio a un Etf
  2. ► Attenzione a commissioni di sottoscrizione e a eventuali penali di estinzione: se l’investimento ha un obiettivo di breve periodo possono azzerare il rendimento globale
  3. ► I tassi a zero o negativi hanno determinato impatti tecnici non trascurabili, con la possibilità che siano riviste alcune garanzie, per esempio di rendimento minimo
  4. ► Un problema strutturale consiste nel prevalente investimento in titoli di Stato, con un innalzamento del rischio medio negli ultimi anni  
  5. ► In molti casi i tagli di entrata sono stati elevati per offrire le polizze di Ramo 1 solo a investitori che apportano elevati capitali
  6. ► Rischio di non diversificazione: sia da parte dell’investitore (che magari incrementa la posizione sulla stessa polizza con il passare degli anni) sia da parte della Compagnia assicuratrice (che tende a preferire titoli di Stato del proprio Paese).

    Come sceglierle

  7. Il compromesso in finanza è inevitabile: d’altra parte non esiste un asset sicuro al 100%. Le polizze di Ramo 1 hanno tuttavia un rapporto sicurezza/rendimento nel tempo superiore rispetto ad altre forme di investimento, purché si prendano alcune precauzioni:

A questa classe di polizze va destinata solo una quota del proprio patrimonio (indicativamente un 20% massimo)

  1. Occorre diversificare in termini di Compagnia e tipologia di prodotto

  2. Attenzione alle offerte generalizzate di soluzioni diverse, ovvero di Ramo 1 + 3, nelle quali la parte 3 (o linked) è collegata al valore di quote dei cosiddetti “organismi di investimento collettivo del risparmio” o di fondi interni oppure a indici o ad altri valori di riferimento; in altre parole in cui il rendimento deriva da diversificazioni nell’ambito azionario o in altri asset, con rischiosità che sale notevolmente. Se cercate la gestione separata – con le maggiori garanzie che assicura – andate solo sulle Ramo 1

  3. Non puntare mai sulle Ramo 1 in rapporto alla promessa di un rendimento minimo, che comunque viene riadeguato nel tempo in rapporto alle variabili soprattutto dei tassi. E’ pur vero che proprio ora ci si avvantaggia da questa situazione, perché il costo del denaro ha toccato livelli sotto cui non si può più scendere. C’è chi fa presente però che in un eventuale scenario futuro di tassi crescenti, i “cacciatori di rendimento” uscirebbero dalle gestioni separate causando la vendita di obbligazioni per fronteggiare i riscatti, con potenziali minusvalenze sugli ultimi titoli immessi nel portafoglio, il che colpirebbe gli investitori rimasti dentro

  4. Sappiate che pagate delle commissioni al canale distributivo, ma con una percentuale dichiarata, il che non avviene invece per altre tipologie di prodotti

  5. Se l’intermediario che utilizzate propone investimenti con tagli minimi alti (per esempio 100.000 o 200.000 euro) salutate e cercate alternative. Ci sono Compagnie – collegate a banche – che offrono tagli minimi molto più modesti: per esempio 25.000 euro come premio minimo iniziale e versamenti integrativi di 10.000 euro

  6. Verificate sempre l’indice di solvibilità della Compagnia: vengono aggiornati di anno in anno e pubblicati da vari siti Internet specializzati

  7. Negli ultimi tempi varie Compagnie prevedono le Ramo 1 solo per i nuovi clienti e hanno chiuso le porte a quelli già “conquistati”: in realtà è un gioco a nascondino che occorre smontare con decisione

  8. Infine – ed ecco il perché della scelta protettiva rispetto al rischio Italia – si possono scegliere Compagnie di diritto estero (Lussemburgo o Irlanda), purché non attive in altri comparti del rischio, in quanto in tali Paesi la legislazione offre la massima protezione patrimoniale, con normative molto restrittive e controlli sull’operatività, cui si dedicano specifici organismi di supervisione

  9. In quest’ultimo caso il contratto viene naturalmente stipulato in Italia e rispettando le normative fiscali nazionali, senza necessità di alcuna dichiarazione per la detenzione all’estero del patrimonio. Il rischio Paese si riduce quindi di molto, senza nessuna complicazione di natura fiscale. Un vantaggio questo da prendere adeguatamente in considerazione.