Mettiamoci al lavoro


Gentilissimi abbonati e lettori di LombardReport, come avete letto dalla penna di Sandro Mancini la rubrica Rischio Contenuto torna a nuova vita, con il passaggio di consegne avvenuto qualche giorno fa.

Ereditare una situazione pregressa non sempre è agevole, soprattutto quando si deve mettere mano pesantemente alla metodologia e alla reportistica, il tutto nel rispetto di quanto fatto prima e, soprattutto, nel rispetto di Voi abbonati e lettori che – giocoforza – siete “traghettati” verso il nuovo.

Il portafoglio “ereditato”, nel suo complesso, riporta un utile anno su anno che ci permette margini di manovra e ci lascia il tempo di ragionare su come meglio gestire le posizioni in essere, soprattutto quelle in forte sofferenza, che forse non sono state adeguatamente seguite a suo tempo. Il report di portafoglio, che sarà rivisto pesantemente, è in fase di ultimazione e sarà postato aggiornato appena terminato il lavoro. Le modifiche si sono rese necessarie poiché, a nostro modesto parere, mancavano indicazioni importanti mentre ve ne erano altre del tutto marginali. Nondimeno, azzerare ad ogni anno il valore del portafoglio, e assegnare ad ogni titolo arbitrariamente la quotazione del 31/12 ha fatto perdere l’informazione ESSENZIALE del rendimento composto su base annua dello storico del portafoglio, oltre che far perdere la reale redditività dei singoli titoli che incassano cedole e dividendi nel corso della loro permanenza in portafoglio.

Detto questo, occupiamoci ora di quanto stanno facendo i mercati e cerchiamo di individuare la strategia migliore per gestire l’esistente e per affrontare i nuovi ingressi in portafoglio. Che i mercati siano orribili in queste prime settimane del 2016 è ormai sotto gli occhi di tutti, così come sono ben note le varie vicende che hanno scatenato il sell-off tanto sui mercati azionari quanto sui mercati obbligazionari.

La parte più urgente da gestire del pregresso del portafoglio è certamente quella azionaria, che fortunatamente pesa in modo marginale su tutto l’asset.

A parte Ovs che presenta ancora un livello di minus compatibile con un normale stop-loss, le altre azioni sono ormai a livelli di loss fuori controllo, e la tentazione sarebbe quella di dare il sell senza indugiare troppo. Tuttavia, nonostante la fortissima negatività dei mercati, esiste la probabilità di essere arrivati ad un bottom di periodo, da cui potrebbe partire un rimbalzo correttivo. Ben inteso, il trend è indiscutibilmente ribassista, ma l’ipervenduto inizia a farsi sentire in maniera consistente e siano inoltre a contatto con un supporto statico di una certa importanza.

Pertanto, come sempre accade quando ci si trova a gestire posizioni ormai decotte, il dubbio è sempre lo stesso: vendo subito oppure provo a minimizzare la minus? Vista l’esiguo peso della componente azionaria siamo dell’idea di provare a tenere per cercare si sfruttare al meglio un rimbalzo che potrebbe concretizzarsi se il mercato reagisse positivamente al test del supporto evidenziato nel grafico sopra. Va da sé che, in caso di violazione di tale supporto non avremo remore a dare il sell sulle azioni ancora presenti in portafoglio.

Discorso diverso per gli ETF, dove ancora non abbiamo le idee chiare a causa della contabilità del vecchio portafoglio che non riporta la somma dei dividendi incassati e quindi non ci fornisce l’esatta percezione di quanto abbiano performato ad oggi. Stiamo cercando faticosamente di ricostruire lo storico di tali operazioni (così come stiamo facendo per le obbligazioni), ricercando a ritroso le date e i prezzi originari di inserimento in portafoglio, in modo da poter contabilizzare correttamente tutte i dividendi e le cedole percepite e calcolare la performance reale di ogni singolo titolo.

Infine, dall’ultimo aggiornamento di portafoglio disponibile risulta una liquidità di circa 11.000 Euro (stiamo verificando anche quello), che sarà utilizzata per nuovi ingressi, nel rispetto degli equilibri del portafoglio e della “vocazione” a rischio contenuto di questa rubrica.

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