Regno Unito – Germania 1-0


E così gli inglesi hanno drizzato la schiena e hanno mandato a farsi benedire i tecno-burocrati di Bruxelles.

L’Unione Europea accusa quindi un grave colpo e finalmente appare per ciò che è: frammentata e inutile, se non addirittura nociva. L’evento avrà certamente un impatto devastante sulla tenuta a lungo termine del “sogno” europeista, che per un sempre maggior numero di persone è diventato un incubo da cui scappare a gambe levate.

L’Europa è nata male dalle fondamenta, è stata imposta con arroganza sopra la testa della gente (qualcuno ci ha mai chiesto se volevamo l’Euro, se volevamo sottostare ai diktat della Germania per le nostre politiche?), decisa a tavolino da politici-burocrati che dovevano far quadrare i conti di casa loro a scapito degli altri.

L’spetto assurdo della vicenda, però, è che di fatto è stato il Paese con meno “titolo” a sbattere sul muso ai somari che scaldano poltrone profumatamente pagate l’inettitudine (o mala fede?...) di cui sono stati capaci. L’UK infatti ha sempre goduto della concessione di poter stare mezza dentro e mezza fuori, mantenendo una politica monetaria autonoma e mantenendo la propria valuta, in barba alla Merkel.

I greci mica lo volevano l’Euro, noi italiani mica volevamo pagare un caffè 1 Euro anziché 1.000 Lire, ma ci hanno obbligati a piegarci al volere di un manipolo di disonesti che dovevano far quadrare i conti nelle loro tasche.

L’aspetto gradevole, ora, della vicenda è che la campana ha suonato, forte e chiara, e se l’Europa non cambia (e in fretta…), muore.

La Germania – e la storia lo insegna – per fortuna, prima o poi le guerre le perde tutte, e sarà un caso o un ricorso storico, ma anche stavolta è stata messa al tappeto dal Regno Unito…

Rimanendo più attinenti a temi di nostra competenza, il problema è che, come sempre, in mezzo a queste tensioni si trovano le famiglie con i loro risparmi, il cosiddetto “parco buoi” come viene definito in modo dispregiativo (e che io trovo assolutamente disgustoso, anche per il disvalore e il disprezzo di cui è portatore) dalle istituzioni finanziarie, che si ingrassano alle spalle di chi non ha i mezzi per difendere il proprio patrimonio.

Sono in molti a domandarmi cosa fare adesso, poiché come certamente sapete mi occupo anche di consulenza personalizzata. Ebbene, la mia risposta non può che essere questa: qualunque cosa ci fosse da fare, era da fare prima. So che può suonare antipatico, o peggio dare impressione di supponenza; tuttavia, nulla di più distante dal vero. I portafogli di chi seguo erano già da tempo (almeno da un paio di settimane abbondanti) in equilibrio per sopportare l’onda d’urto di una eventuale Brexit; gli asset sono stati esaminati minuziosamente, sia uno per uno singolarmente sia nell’economia globale del portafoglio, con la priorità di bilanciare accuratamente le componenti di rischio e dove era prudente intervenire ho suggerito di intervenire.

Stringendo ancora il campo, e rimanendo strettamente legati ai temi di questa rubrica, il mercato del reddito fisso è quello che di fatto ha subito i contraccolpi minori, grazie anche ai massicci interventi (leggasi iniezioni di liquidità) delle Banche Centrali, com’era d’altronde prevedibile.

E domani, con ancora l’esito del referendum UK fresco e dalla portata destabilizzante, si torna alle urne in Spagna, ad appena sei mesi di distanza dalle ultime elezioni e con un “sentiment” antieuropeista che monta di ora in ora.

E le ragioni ci sono tutte, poiché se da una lato il tasso di crescita economica registrata nel 2015 (+3,2% del Pil secondo Eurostat) rappresenta un segnale di speranza, dall’altro la situazione sociale nel paese rimane drammatica. In base agli ultimi dati, la disoccupazione si attesta ancora sopra il 20% (più di 4 milioni e mezzo di disoccupati), la proliferazione di contratti atipici e part-time ha contribuito ad aumentare la precarietà soprattutto tra i più giovani ed i tagli alla sanità e all’istruzione hanno messo a repentaglio l’accesso ai servizi essenziali.

Direi che ce n’è abbastanza per indurre la sig.ra Merkel e il sig. Schauble a riflettere profondamente e con grande attenzione…

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