Le Sub Mps che rischiano la conversione in capitale di rischio


Prosegue senza sosta il tormentone Mps, con nuove voci che si rincorrono sul piano industriale e finanziario che dovrebbe mettere in sicurezza la banca, ora che anche i vertici sono cambiati con le “dimissioni” di Viola e l’arrivo di Morelli. Probabilmente il nuovo piano verrà presentato entro la fine del mese prossimo.

Giusto per ricapitolare, e fissare i numeri, a Mps servono fino a 5 Mld Euro per raggiungere i requisiti patrimoniali richiesti dalla BCE in base agli ultimi stress test; ma come sappiamo esiste un “tesoretto” composto dalle emissioni subordinate, che nel caso di conversione potrebbe portare il fabbisogno di liquidi freschi a circa la metà.

Infatti il totale del debito subordinato di Mps ammonta a circa 4,2 Mld Euro, cui si aggiungerebbe la vendita dei crediti deteriorati. Questa soluzione, alla base del programma di ricapitalizzazione, permetterebbe inoltre allo Stato di fornire le garanzie pubbliche sull’AdC, possibilità che gli sarebbe preclusa se prima non scattassero le regole del Bail-In.

Le emissioni subordinate che rischiano quindi di essere aggredite con il Bail-In sono, in totale, sette ma una è ormai prossima alla scadenza e potrebbe essere graziata per un soffio, posto che il nuovo piano dovrebbe essere presentato a ottobre. L’emissione in questione è la 5,75% scadenza 30.09.2016 (XS0255817685) in GBP emessa per 200 Mln di sterline. I prezzi (viaggia poco sotto area 99, con spread denaro lettera un po’ largo) scontano comunque un margine di rischio offrendo un rendimento a tre settimane dalla scadenza di quasi il 60% su base annua.

Le altre sei emissioni, quotano tutte con rendimenti intorno al 30%, scontando quindi il rischio di conversione in modo abbastanza esplicito. La curva dei CDS, pur con un modesto restringimento, rimane inclinata negativamente, come si vede dal grafico.

Vediamo le emissioni a rischio nel dettaglio.

XS0236480322 - MPS TV 30.11.2017, emessa per 500 Mln Euro
XS0238916620 - MPS TV 15.01.2018, emessa per 104 Mln Euro
XS0415922730 - MPS 7% 04.03.2019, emessa per 500 Mln Euro
XS0503326083 - MPS 5% 20.04.2020, emessa per 500 Mln Euro
XS0540544912 - MPS 5,6% 09.09.2020, emessa per 500 Mln Euro
IT0004352586 - MPS TV 15.05.2018, emessa per 2,161 Mln Euro

Queste emissioni, però, non sono tutte uguali…
Infatti, mentre le prime cinque (ISIN che inizia per XS) sono emissioni nate per gli istituzionali (e quindi regolarmente quotate…), la IT è stata pensata appositamente per il retail con lotto minimo 1.000 euro e piazzata bellamente agli sportelli e, ovviamente, non quotata.

In base ad alcuni rumors, a questo proposito, potrebbero essere coinvolti in una conversione, più o meno volontaria, solo gli obbligazionisti istituzionali, facendo salvo il retail i cui investimenti sono prevalentemente concentrati nell’emissione da soli 2,161 Mln Euro, e che tra l’altro è anche la più piccola del pacchetto.

Resta tuttavia qualche dubbio su questa possibile disparità di trattamento (condivisibilissima per altro, posto che il retail è sempre cornuto e mazziato…), salvo che per un possibile appiglio regolamentare: infatti il bond IT è regolamentato dalla legge italiana, mentre i bond XS sono di diritto inglese.

Intanto, ad ogni buon conto, gli istituzionali possono vendere sul mercato e sbarazzarsi dei titoli, i piccoli risparmiatori sono invece costretti a tenerseli (salvo provare a rivenderle al paniere della stessa banca…), sperando che almeno per loro la conversione non venga considerata...

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