Bond ad alta tensione per chi cerca rendimenti al top


Cedole & Dividendi

Alcuni lettori di questo report hanno espressamente chiesto: “Vorremmo la segnalazione di bond aggressivi, quali high yield Usa e mini tedeschi, per migliorare la redditività dei nostri portafogli”. La domanda è chiara e la risposta deve essere altrettanto precisa. Ecco allora una puntata specifica dedicata a obbligazioni “irruenti”, trattate in prevalenza sul mercato “Otc”.

Cominciamo da un rendimento oltre il 10%. Si riferisce a un high yield Usa: Frontier Communications Corp (rating B1 di Moody’s) - Isin US17453BAJ08 - valuta dollaro Usa - tasso fisso 9% - scadenza 15/8/2031 – taglio minimo 1.000 Usd – quotazione 90,2 Usd – yield 11,9% - il titolo è quotato su varie Borse europee con “spread” limitati – in Italia trattato solo sull’“Otc”. Attiva nel settore delle telecomunicazioni in 20 Stati Usa, grazie soprattutto a una rete in fibra ottica, Frontier deve affrontare una concorrenza dura, rappresentata da avversari molto aggressivi. Di recente ha realizzato alcune significative acquisizioni, ma il business ha risentito di un calo di fatturato. Altri bond dell’emittente quotano oltre 100, ma si è scelto questo proprio per lo yield al 12%, dovuto alle tensioni sul business della società. E’ molto volatile in un’area compresa addirittura fra 75 e 108 $. A chi si presta: a chi punti su veloci recuperi della quotazione e accetti possibili ulteriori debolezze.

► Il rendimento scende nettamente, ma ecco un bond da seguire in rapporto all’andamento delle indiscrezioni sui tassi Fed. Gode di un rating al top: Microsoft (rating AAA di S&P, cioè più alto rispetto perfino a quello degli Stati Uniti) – Isin US594918BE30 – valuta dollaro Usa – tasso fisso 4% - scadenza 12/2/2055 – taglio minimo 2.000 Usd – quotazione 94 Usd – yield 4,3% - il titolo è quotato su molte Borse europee ed è super liquido, con “spread” molto contenuti – in Italia tratta solo sull’“Otc”. Microsoft non ha certo bisogno di presentazione. Qui il fattore di rischio è tutto incentrato sulla vita residua quasi quarantennale, confermata da una “duration” di ben 19,6. A chi si presta: a chi punti su un piano di accumulo nel tempo, in funzione di ulteriore debolezza dovuta al rialzo dei tassi. Al limite il titolo potrebbe anche precipitare fino a 80 Usd, ma in presenza di discese nel tempo dei tassi (perché escluderle?) scatterebbe come una molla. Il tutto con un emittente AAA. Inevitabile il consiglio di trattarlo solo se si ha un conto in valuta.

► Nel caso il fattore volatilità sia determinante nella scelta di un bond ecco un campione in tal senso, almeno relativamente agli ultimi due anni: Diamond Offshore Drilling (rating BB+ di S&P) – Isin US25271CAM47 - valuta dollaro Usa – tasso fisso 3,45% - scadenza 1/11/2023 – taglio minimo 2.000 Usd – quotazione 88,6 Usd – yield 5,5% - il titolo è quotato alla Deutsche Boerse (Francoforte) con scambi mediocri e con “spread” denaro/lettera che si allarga di molto in alcune sedute. La società opera a livello mondiale in perforazioni offshore di petrolio e gas con una flotta di piattaforme specialistiche, in particolare per le cosiddette acque profonde, oltre che per ambienti naturali difficili. Il bond ha subito un vero e proprio crollo fino a 70 Usd all’inizio del 2016, per iniziare poi un lento recupero, ancora in atto. Il rendimento facciale non è elevato e quindi l’emissione risente anche del fattore rialzo tassi. Considerando però una scadenza a sei anni, ha margini per movimenti veloci, soprattutto se il petrolio salisse ulteriormente di prezzo. Conviene comunque monitorare la quotazione dell’azione (simbolo DO al Nyse), che è sui minimi storici. Un suo ritorno oltre i 25 $ (contro gli attuali 17,4) sarebbe un segnale di stabilizzazione per “share” e bond. A chi si presta: a chi cerca performance di breve/medio periodo, operando con un conto in Usd.

► La scelta di diversificare in valute emergenti è fondamentale e – in tale ambito – il peso messicano, dopo la forte caduta degli ultimi mesi, rappresenta un’opzione da esaminare. Fra le varie emissioni proposte negli ultimi tempi in questa divisa significativa una Bei, fra l’altro quotata sul Mot: Bei (rating AAA) – Isin XS1547492410 - valuta peso messicano – tasso fisso 8% - scadenza 11/1/2027 – taglio minimo 1.000 Mxn – quotazione circa 102 Mxn - yield 7,7% - il titolo sul Mot presenta “spread” mediamente contenuti. La particolare situazione politica venutasi a creare fra Messico e Presidenza Trump ha portato a una forte svalutazione del peso, salito ben oltre quota 20 contro euro. Quanto può durare? Certamente un calo così repentino appare illogico, considerando che il Paese ha un’economia florida. A chi si presta: a chi vuole incassare un’elevata cedola – semplicemente irrealistica per l’Mxn solo due anni fa – e non teme possibili ulteriori debolezze della moneta messicana, che potrebbe risalire verso quota 23, ma solo in presenza di eventi traumatici sul fronte delle relazioni con gli Usa, in realtà in via di lento miglioramento.

► Anche un perpetual bancario può essere preso in considerazione da chi cerchi performance sul fronte obbligazionario. E su questo fronte ci sono occasioni da vagliare. Per esempio un subordinato britannico: Barclays (rating A-) – Isin XS0150052388 - valuta sterlina inglese – tasso fisso 6% - senza scadenza ma con “call” il 15/6/2032 taglio minimo 1.000 Gbp – quotazione sui 95, ma attenzione alla scarsa liquidità del titolo, il che non esclude che varie controparti lo scambino sull’“Otc”. Le tensioni da Brexit hanno colpito questo subordinato, che è sempre stato piuttosto volatile, anche per il suo non rilevante importo. Lo testimonia il grafico: poco prima del referendum la quotazione ha cominciato a scendere, per registrare poi rapide oscillazioni nell’immediato post annuncio e iniziare una fase di lenta riaccumulazione nelle settimane successive. A chi si presta: a chi punti soprattutto su una rivalutazione della sterlina sull’euro nel medio periodo, ma resta il punto interrogativo sulla liquidità, piuttosto bassa.

Si è scritto di high yield, di titoli riferiti a valute emergenti, di bond con duration elevatissima e di perpetual, ma non di minibond tedeschi, come ci chiedevano dei lettori. Il perché ve lo spiegheremo in una prossima puntata.