Nuove emissioni obbligazionarie al banco di prova: promosse o bocciate?


Cedole & dividendi

Esordi significativi sul mercato primario, riferiti sia alla Borsa di casa nostra sia sul mercato “Otc”. Ecco una rassegna di novità, da valutare con attenzione. Tutte con tagli piccoli, perché la nostra scelta è di selezionarle rispetto alla vasta gamma di quelle con lotti 100.000 o 200.000.

Imi suona l’Opera VI in lire turche – Il ritorno sotto quota 4 contro euro della valuta di Ankara ha ridestato particolare attenzione, sebbene la rottura dei 3,8 abbia comportato una successiva correzione che sta portando incertezza sui mercati, con alcuni indicatori di analisi tecnica orientati al “buy” e altri al “sell”. In questa fase (per chi lo possa fare!) l’apertura di un conto nella moneta turca sarebbe ideale, proprio perché l’investitore ha la necessità di una stabilizzazione del cambio su cui opera, visto il livello attuale di forte debolezza del Try. In tale contesto si registra l’esordio sul mercato di una nuova emissione di Banca Imi, definita “Collezione Tasso Fisso Lira Turca Opera VI”: tasso fisso 11% - scadenza 13/3/2019 – Isin XS1575872855 – importo 800 milioni di Try – lotto minimo 5000 Try. Quota dal 13 marzo scorso a Borsa Italiana sotto i 98, con rendimento a scadenza oltre il 12%. E’ un’ottima performance anche in confronto ai diversi bond in Try presenti sul Mot. Meglio fa solo un’altra Banca Imi, la 8% gennaio 2018 (Isin IT0005075517), che quota sui 96,4. Le Bei si collocano leggermente dietro, sebbene favorite dall’aliquota fiscale al 12,5%, mentre le Imi sono soggette al 26%. Valutazione: promossa.

Sempre Imi torna sul dollaro neozelandese – La valuta è giunta a livelli di forza assoluta contro l’euro ed è inevitabile che da lì sia partita a fine febbraio una correzione, per ora contenuta. Gli 1,54 attuali non sono un buon valore di entrata, poiché anche in questo caso, come per la lira turca, gli indicatori di analisi tecnica danno segnali contrastanti. In un simile contesto Banca Imi coglie l’occasione (a suo favore!) per proporre la nuova “Collezione Tasso Fisso Dollaro Neozelandese Opera III”: tasso fisso 4% - scadenza 13/3/2021 – Isin XS1575872699 – importo 300 milioni di Nzd – lotto minimo 2.000 Nzd. Quota dal 13 marzo sul Mot e la si ritrova poco sotto la parità, con rendimento a scadenza del 4,05%. Prima di tutto occorre attendere evoluzioni future sull’andamento del cambio. Inoltre segnaliamo che c’è chi fa meglio sul Mot: per esempio la tasso misto Bnp 2023 (Isin XS1235201735) prezza attualmente sui 93 Nzd, con rendimento “teorico” a scadenza del 7,6%, ma dal 3/6/2017 si trasformerà in tasso variabile indicizzato Euribor 3 mesi maggiorato di “spread” su base annua del 3,0% fino a scadenza: di qui quel rendimento “teorico” a scadenza del 7,6%. Che c’entra poi l’Euribor? Purtroppo sono gli “scherzi” degli emittenti, che vogliono rendere difficile la vita degli investitori. Scartata quindi quest’opzione, che non regge (investire su una valuta con il tasso base di un’altra è molto rischioso), rende di più un’altra Banca Imi, la 2,715% scadenza 2019 (Isin IT0005001521) in quotazione sui 98,3. Inutile però scervellarsi! L’Nzd è troppo forte sull’euro nella fase attuale e i segnali tecnici sono contradditori. Occorre quindi attendere e il verdetto è per l’esordiente Imi una bocciatura, non solo a causa dell’incertezza sul cambio. Un tasso fisso al 2021 potrebbe soffrire non poco ai primi segnali di rialzo del tasso di riferimento: quello attuale neozelandese è all’1,75%, ma nel 2015 si collocava al 3,5%.

Dal 20 marzo sul Mot una Ibrd in Try – In questo caso si tratta dell’avvio di negoziazione sul Mot di un titolo già presente su altri mercati. E’ un Ibrd (International Bank for Reconstruction and Development/World Bank) a rating tripla A: tasso fisso 10% - scadenza 16/3/2020 – Isin XS1576699075 – importo 100 milioni di Try – lotto minimo 1.000 Try. Quotato su diverse Borse, si muove sui 96,9, con rendimento all’11,2%, in presenza di una “duration” (sensibilità al variare dei tassi) di solo 2,7. I parametri di valutazione del bond sono più che positivi e lo “yield” di tutto rilievo. Naturalmente resta l’unica variabile incerta del cambio, che con rendimenti così elevati lascia però spazio per sopportare eventuali ulteriori debolezze della divisa. Valutazione: promossa.

Rendimento negativo per chi cerca super sicurezza – Succede anche questo sul fronte delle obbligazioni neo esordienti al Mot: viene quotato uno Schatz 0%, che è lo zero coupon dell’emittente Germania: tasso 0% - scadenza 15/3/2019 – Isin DE0001104677 – importo 5 miliardi di euro – lotto minimo 1.000 euro. Il prezzo ufficiale è di 101,74, contro i 101,6 alla Deutsche Borse, ma gli scambi sono stati finora inesistenti, mentre a Francoforte lo Schatz dà maggiori segnali di vita. Che altro dire? Lo yield è ampiamente negativo, il che significa come – malgrado tutto – ci sia chi compra ancora debito tedesco perdendoci in conto capitale e non incassando alcuna cedola. Valutazione: la bocciatura è inevitabile. Potrebbe essere diversamente?

L’oro paga il 7% - Gli estrattori auriferi sono da tempo ottimi emittenti obbligazionari, con cedole di solito elevate. Non sorprende quindi la decisione della canadese Iamgold Corporation di proporre sull’“Otc”, in realtà come “private placement” (quindi un titolo non quotato ma trattato da controparti finanziarie, quali broker e banche specializzate), una nuova obbligazione: valuta Usd – tasso fisso 7% - scadenza 15/4/2025 – Isin US450913AE80 – importo 400 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd. Iamgold è presente sui mercati da lungo tempo con un’altra emissione, la 6,75% scadenza 2020 (Isin USC4535AAA81) sempre in dollari, e l’occasione è buona per segnalare quest’ultima, attiva in varie Borse europee. Se la 2025 potrebbe incontrare qualche difficoltà a essere trattata, almeno inizialmente, la 2020 è liquida e quota sui 102,4, con rendimento a scadenza del 5,7%. A gennaio 2016 si muoveva sui 60 Usd e da allora è iniziato un netto rimbalzo. Standard & Poor’s attribuisce il rating B+ al debito senior unsecured della società: è molto basso. Un aspetto interessante del nuovo 2025 sta nel fatto che è previsto un possibile rimborso anticipato (“call”) nel 2020 a 105,25 Usd, il che equivarrebbe a un rendimento a scadenza superiore all’8%. Valutazione: fatto salvo che si tratta di un “high yield”, questo bond si presta soprattutto a chi possa eseguire operazioni di trading di breve/medio termine, utilizzando intermediari specializzati. La sua volatilità sarà inevitabilmente elevata e in parte correlata all’andamento dell’oro.

Il Btpi si fa passare per decennale – Finalmente una novità sul fronte degli indicizzati all’inflazione di casa nostra. Distratto dai Btp Italia, il mercato dei piccoli e medi investitori ha trascurato negli ultimi tempi i Btpi, riferiti all'indice dei prezzi al consumo Eurostat, quindi dell'area €. Da pochi giorni ha esordito sul Mot un nuovo bond di tale tipo, che il Tesoro ha definito decennale, sebbene sia un po’ più lungo: valuta euro – cedola 1,30% indicizzata (+ rivalutazione del capitale) – scadenza 15/5/2028 – importo 3 miliardi di euro – lotto minimo 1.000 euro. Emesso a 99,88, non è riuscito a tenere questa quotazione ed è sceso anche sotto i 98 euro. Il mercato non sta prezzando in modo giusto (per precisi motivi tecnici) l’“inflation” 2028, che potrebbe svolgere un ottimo ruolo difensivo in molti portafogli. Valutazione: promosso.

Lo pneumatico da “spread” – Un altro high yield (rating BB) in dollari Usa: il mercato si muove in questa direzione e la compressione dei rendimenti del settore agevola l’emissione a tassi sempre meno interessanti. Goodyear Tire & Rubber, azienda statunitense leader del mercato degli pneumatici, esce con una nuova obbligazione: valuta Usd, tasso fisso 4,875% - scadenza 15/3/2027 - Isin US382550BG56 – importo 700 milioni di Usd – lotto minimo 1.000 Usd. In Italia la si tratta sull’“Otc”, sebbene in realtà sia quotata su varie Borse europee, fra cui Francoforte, dove prezza sui 99, con “spread” denaro/lettera piuttosto ampio. Quest’ultima anomalia, tipica di molti high yield, va sfruttata, perché può portare a trattare quotazioni di acquisto e vendita interessanti. Come si fa? Si utilizza un intermediario (ce ne sono vari) che immetta l’ordine “Otc” nella sua piattaforma con validità sino a una data specifica prefissata (VSD): per esempio 30 giorni. Se si colpisce bene; altrimenti si cambia cavallo! Logicamente occorre determinare una quotazione un po’ al limite e puntare su movimenti rapidi dello “spread”, a causa di fattori vari. Come informarsi? Mediante il sito della Borsa tedesca, prodigo di dati in merito per i bond ivi quotati, sebbene poi si operi con l’”Over the counter”. Valutazione: promosso solo nell’ottica appena esposta.

Tutto sicuro, salvo…- Apple è uno degli emittenti “corporate” più affidabili al mondo, con rating AA+. Il dollaro australiano è una valuta nobile, troppo trascurata dagli investitori italiani e a metà strada nel suo percorso di rafforzamento sull’euro. L’abbinata è quindi degna di interesse. Ecco perché segnaliamo l’emissione della società Usa, sul mercato dal giugno 2016, ma ora quotata anche in Europa: valuta Aud – tasso fisso 3,35% - scadenza 1/1/2024 – Isin AU3CB0237899 – importo 450 milioni di Aud – lotto minimo 10.000 Aud. Sempre più presente su Borse Ue, la si può acquistare all’“Otc” sui 99,5 Aud, con “spread” di circa 100 punti base. Nel settembre 2016 era salita a quasi 104, ma da allora è partita una fase ribassista, che sta trovando un punto di stabilizzazione. Con un rendimento lordo al 3,4% non si colloca ai primi posti nella classifica dei bond in dollari australiani, ma eccelle certamente in termini di solidità dell’emittente. Valutazione: il salvo… iniziale si riferisce al fattore cambio, variabile incerta, ma anche la “duration” di 6,2 non è eccellente.

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