Un PCT a 9 giorni dal rendimento stellare


In attesa del secondo turno elettorale in Francia, ridimensionati al momento i timori di una vittoria antieuropeista, i mercati rimangono in una fascia di oscillazione dei rendimenti di circa 25 bps, senza fornire grosse indicazioni. Prosegue pertanto, a mio modo di vedere, il sostanziale disinteresse sui bond in Eur, che salvo pochissime eccezioni – ma con tagli “monstre” da 100.000 Euro di lotto minimo – non offrono un rapporto rischio/rendimento adeguato e anche in ottica di trading “stretto” continuano a non presentare volatilità adeguata ad un’operatività dinamica.

Ne consegue, come già considerato nei mesi passati, la necessità di cercare in altre aree valutarie qualcosa di interessante da fare. Scandagliando il mio database dei bond ha catturato la mia attenzione un bond della BEI in TRY (Lira turca) in scadenza tra tre mesi, che sulla carta offre un rendimento potenzialmente stellare. Prima di ragionare con i numeri, una doverosa avvertenza: è un’operazione dall’approccio decisamente speculativo e dal rischio per nulla trascurabile, adatta quindi solo a chi può seguire costantemente i mercati e soprattutto le vicende e le notizie che impattano in modo significativo sulla valuta turca. Non di meno, se messa in campo, questa operazione deve essere pesata con criterio all’interno del portafoglio e deve prevedere assolutamente uno stop loss di protezione.

Il bond in questione è la BEI 7% 31.07.2017 (XS0956262033), quotata sia MOT sia TLX, con lotto minimo 1.000 TRY, che al cambio corrente corrispondono a circa 250 Euro. Il bond quota in area 98,80 e sarà rimborsato a fine luglio a 100; a questi prezzi il suo YTM in valuta TRY è pari all’11,30% su base annua. Niente male per un PCT a 90 giorni.

Tuttavia, il rischio cambio rende il tutto molto meno entusiasmante, poiché viste le continue tensioni tra la Turchia e il resto dell’Europa, siamo di fronte ad una valuta molto pericolosa. Ovviamente non è in discussione il rimborso del bond, poiché l’emittente è BEI, ma se il cambio gira contro, il magico 11,30% può trasformarsi in una perdita.

Vale la pena rischiare?
Con le debite precauzioni sì, sempre fermo restando le avvertenze di cui poco sopra. Il cambio EUR/TRY si trova oggi in una condizione che lascia (sotto il profilo grafico) margine di manovra seppur ristretto. Come si vede dal grafico sotto, dopo i massimi in area 4,15 una prima correzione ha testato il supporto in area 3,80 per poi rimbalzare e tornare in area 4,00. Ora siamo nuovamente in viaggio per un secondo test di 3,80 con un trend di breve favorevole alla valuta turca.

Il triangolo che si sta configurando gioca a favore, poiché come figura di “contenimento” ci permette di avere livelli operativi chiari e che permettono di cautelarsi in maniera efficace. Infatti acquistando con il cambio corrente in area 3,8875 e considerando un rateo residuo da incassare pari a circa 1,726, abbiamo una tolleranza di circa il 3% sulle oscillazioni avverse del cambio. Ciò significa che dobbiamo mettere uno stop rigorosissimo alla violazione di 4,00 del cross valutario (resistenza di breve); se stoppati in corso d’opera ovviamente avremo un loss, tanto minore quanto più tempo è trascorso dal nostro acquisto, o per dirla in altro modo, tanto più siamo vicini alla scadenza. Questo perché il rateo corre e il prezzo si porta progressivamente verso 100, per cui salvo stop a stretto giro, il loss dovrebbe essere accettabile per provare portare a casa un potenziale 11%.

Più agevole fare i conti sulla scadenza (quindi se non stoppati), poiché avremo un YTM pari a circa 11% se il cambio rimane in area 3,88/3,89 oppure un YTM a -0,35% se alla scadenza il cambio si trovasse in area 4,00. Inutile dire che se in prossimità della scadenza il cambio dovesse ritrovarsi al test di area 3,80 sarebbe un bel regalo che porterebbe il nostro PCT a 90 giorni al +21% su base annua.