Btp Italia protagonista del giorno e del mese con l’aprile 2020 (Isin IT0005012783)


Batte i Btp a tasso fisso in termini di scambi e recupera in termini di prezzo. Ma non tutto è oro quel che luccica!

Cedole & dividendi

Il rendimento a scadenza da cedola pura (1,65%) è a zero. Il Btp Italia 23/4/2020 (Isin IT0005012783) oggi ha comunque svettato sul mercato, collocandosi al primo posto, con volumi rilevanti come valore quotidiano e soprattutto con controvalori in forte rialzo. Il mercato punta quindi su un incremento dell’inflazione, sebbene gli ultimi dati non siano significativi in tal senso, visto che a luglio l'indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1% su base mensile e dell'1,1% rispetto a luglio 2016 (+1,2% a giugno) su base annua. Il Btp Italia 23/4/2020 tuttavia ha sprintato superando tutti gli altri titoli di Stato in termini di scambi, mentre da settimane ha recuperato come quotazione. Il sorpasso si deve anche alle incertezze su possibili annunci di “tapering” Bce a fine settimana, in occasione del meeting dei Banchieri centrali di Jackson Hole, con vendite sui tassi fissi, in particolare extralunghi: il Btp 2,8% scadenza 2067 è calato oggi dell’1,4% e il 2,7% scadenza 2047 dell’1,35%.

Ha senso nella fase attuale acquistare il Btp Italia 23/4/2020? Lo ha solo se lo scopo è di pura protezione dall’inflazione, non disponendo in portafoglio di altri strumenti che tutelino da un rialzo del costo della vita. Il titolo infatti ha due difetti:

quota sui 105,5 euro, sui massimi da inizio anno, il che si giustifica solo in parte considerando che il trend inflattivo appare di nuovo improntato al ribasso;

ha una “duration” di 2,22, che può apparire bassa considerando i valori medi dei Btp, ma rilevante contemplando il rendimento a scadenza (extra fattore inflazione).

E’ pur vero che confrontando il Btp Italia 23/4/2020 con il Btp Italia più lungo, ovvero l’ottobre 2024 (Isin IT0005217770), che quota sui 100,2 euro, si osserva un valore di rendimento leggermente positivo per quest’ultimo (sullo 0,33%), data la sua cedola dello 0,35%, ma una “duration” nettamente superiore (oltre 7).

La conclusione è complessa: collocarsi oggi sui Btp Italia ha senso solo se matureranno segnali di forte lievitazione dell’inflazione, poiché un possibile rialzo dei tassi a fine 2018 impatterebbe negativamente sulle loro quotazioni e in particolare su quelle dei titoli con “duration” maggiori. Ciò significa che è preferibile attendere una sciacquata dei prezzi in presenza di un quadro inflattivo debole. Discorso diverso se quest’ultimo riprendesse una netta spinta propulsiva, come era apparso in primavera.