Azione Salvatore Ferragamo, soffre oggi per fare festa (forse) domani


Ancora debolezza per un titolo che sta testando al ribasso livelli decisivi. Il calo dei margini lordi è una delle cause del movimento, ma alcuni fattori spingono a credere che nel medio termine la situazione potrebbe migliorare.

Cedole & dividendi

Una vicenda alquanto particolare quella dell’azione Salvatore Ferragamo (specialista nel campo di tessile, calzature, pelletteria e profumi), che sta attraversando ormai da due mesi una fase di debolezza giustificata dai mercati in maniera non sempre chiara. Se si leggono però i report di pochi analisti di primo piano si trova una convergenza di opinioni: quello che si comincia a temere è una stagnazione dei ricavi, che potrebbe iniziare proprio dal comparto del lusso. Il 2016 non è risultato positivo in termini di profittabilità per la griffe fiorentina, malgrado gli effetti proficui di un dollaro in netto rafforzamento. Ora che il biglietto verde sta perdendo sull’euro, si diffondono timori di peggioramento per le stime dei proventi nel bilancio 2017, con penalizzazioni inevitabile per l’azione Salvatore Ferragamo. L’utile per azione potrebbe calare di circa un 10% e l’Ebit di un 7,6%. In crescita invece il “cash flow”. La classica tabella riassuntiva vede così per l’azione Salvatore Ferragamo questa situazione:

Quotazione

+ / - da 1/1/17

Eps

P/E

Dividend yield

23 €

+0,4%

1,08 € (stima17)

21,6 (stima 17)

2,0%

Eps = Utili per azione  - P/E = Rapporto prezzo/utili

Range 52 settimane: 17,41 – 29,88 €

L’azione Salvatore Ferragamo ha in effetti un “dividend yield” basso e ciò – agli occhi degli investitori – appare come un motivo di incertezza. E’ pur vero che la leader mondiale Lvmh (proprietaria dei marchi Bulgari, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton, nonché attiva negli orologicon TAG Heuer e negli alcolici con Moët & Chandon) si ferma all’1,84% e che Kering (Yves Saint Laurent e Gucci) si piazza all’1,54%, mentre Prada sale al 3,9%, a causa soprattutto del forte calo della sua quotazione alla Borsa di Hong Kong. I fattori che incidono sul settore e quindi anche sull’azione Salvatore Ferragamo sono la forte competizione sui prezzi, l’incremento degli investimenti e il calo dei margini lordi. Nel caso della firma di Firenze l’obiettivo prefissato di un Ebidta del 25% non potrà essere raggiunto prima del 2020. Tornando al tema dividendi bisogna però segnalare che sono stati in costante crescita dal 2012 in poi, salendo da 0,28 euro a 0,46 euro dell’esercizio 2016/pagamento 2017.

Analisi grafica: ormai prossima a un supporto decisivo (23,02 euro) l’azione Salvatore Ferragamo è tornata sui valori di inizio 2017, il che non costituisce ancora un motivo di eccessiva preoccupazione, sebbene la forza relativa sia in calo. La debolezza della seduta odierna l’ha portata proprio sul supporto indicato, nonché ai limiti inferiori di un canale ribassista partito a marzo e testati a giugno. Il quadro appare quindi abbastanza chiaro per individuare già nelle prossime sedute evoluzioni nel senso di ulteriore debolezza o di recupero. Comunque solo sopra i 24,50-24,60 euro l’azione Salvatore Ferragamo darà una chiara indicazione di inversione rialzista.

Punti forti

La rischiosità media del titolo è contenuta L’indebitamento finanziario risulta molto basso

Punti deboli

● I risultati operativi non sono cresciuti negli ultimi esercizi ● Il 2017 è un anno di transizione

Strategy

L’azione Salvatore Ferragamo vive una fase difficile e anticipa forse una correzione dell’intero settore del lusso, stretto fra costi in aumento e margini non più in crescita. La debolezza del dollaro ha inciso sui movimenti degli ultimi due mesi, ma è pur vero che gli obiettivi di crescita dell’Ebidta guardano al medio termine. Il titolo – se acquistato su nuovi minimi – potrebbe così rappresentare un’occasione per anticipare un miglioramento dei risultati operativi e – perché no? – dei dividendi.