Speciale petrolio – Saipem, da cenerentola a principessa? Bisogna saper aspettare


Una società in piena trasformazione che ha deluso molto negli ultimi anni. Ora vuole rimodulare il suo business. Intanto si può sfruttare la volatilità molto alta del titolo per un trading non troppo intenso.

Hot markets

Il primo trimestre del 2020 si è chiuso in rosso per Saipem, che ha annunciato un risultato netto negativo per 269 milioni di euro rispetto all’utile di 21 milioni dello stesso periodo 2019. Il risultato netto adjusted è risultato negativo per 9 milioni. In questo quadro si conferma tuttavia il dividendo di 0,01 euro, modesto nell’importo ma significativo come scelta politica: la società non distribuiva infatti dal 2013. Lo stacco avverrà il 18 maggio e il pagamento il successivo giorno 20. Considerando la quotazione di apertura di questa mattina martedì 5 maggio (2,374 euro) il “dividend yield” si colloca allo 0,42% lordo (0,31% netto), assolutamente irrilevante. Non è quindi in chiave di redditività che va preso in considerazione questo titolo da tempo ormai molto fragile.

Analisi tecnica

Il fatto che nemmeno oggi di fronte a un petrolio tonico e alla notizia di un importante contratto nel Bar Baltico Saipem non sia riuscita a decollare conferma una situazione di debolezza strutturale, che trova riscontro nei grafici.

Da metà marzo con la discesa sul supporto di 1,95 euro il titolo si muove in un’area di congestione confermata dall’incrocio di trendline rialziste e ribassiste in un triangolo espressione di compressione di volatilità; i prezzi, cioè, nella loro evoluzione, hanno segnato escursioni via via meno accentuate ma ora potrebbero esplodere in un movimento violento. Ci si poteva attendere che ciò avvenisse proprio oggi, vista l’accelerazione iniziale, poi contenutasi con il passare delle ore (chiusura a 2,307 euro, ma perché ciò si realiazzi occorre che Saipem salga oltre:

Chiusura gap ribassista (realizzatosi lunedì 9 marzo)

a 2,833 euro

Rottura prima resistenza di rilievo

a 3,105 euro

Non bisogna infatti dimenticare che il titolo è sceso dai massimi di 4,5 euro dell’estate 2019, quota per ora irrealistica, stante la debolezza del petrolio. Quello che più interessa sono però altri numeri:

Volatilità a 180 sedute

58%

Ebit (risultato operativo prima di oneri finanziari e imposte)

Da fortemente negativo a positivo nel 2021

Cash flow per azione

Positivo da 0,60 a 0,64 euro entro il 2021

Consensus prevalente

Positivo: valore medio sui 2,6 euro con massimo a 3,1 e minimo a 2,4 euro

E’ certamente quello della volatilità l’indice più interessante, specialmente se le quotazioni del petrolio troveranno un equilibrio verso i 35-40 $, il che non si può escludere per fine anno.

In una recente intervista i vertici di Saipem segnalavano però che “quella di sganciarsi dalla commodity più esposta alle oscillazioni di prezzo è la risposta per il futuro della società, che già dal 2016 ha rimodulato il business, diversificando e rafforzando le attività nei settori anti-ciclici, come transizione energetica, gas e rinnovabili".

In sintesiLa debolezza di oggi potrebbe essere la forza di domani per una società in forte evoluzione, su cui però nel medio termine si assisterà a un rilevante incremento della volatilità, già oggi rilevante. Un’ipotesi quindi di doppia posizione, in parte da cassettista e in parte da trading strutturato su livelli tecnici ben identificabili, rappresenta un modo per gestire un’azione eccessivamente penalizzata dal crollo del petrolio.

I pivot point (livelli di supporto e resistenza matematici)

1° supporto

2,097 euro

2° supporto

1,853 euro

1° resistenza

2,586 euro

2° resistenza

2,831 euro