Borse in affanno


Dopo le tensioni sui mercati azionari innescate dalla crisi della SVB e di altre banche statunitensi, e in Europa di Credit Suisse, i mercati hanno cercato di riprendersi, aiutati dalla rinnovata debolezza del dollaro USA, per poi però tornare a scendere. L'azionario statunitense a livello tattico rimane laterale, all'interno di un quadro tecnico ancora negativo su orizzonti plurimensili, soprattutto per quanto riguarda il Nasdaq 100 (PC: 12.820; -23,5% dai picchi del novembre 2021), ma anche per l'S&P500 (PC: 3.9568, -18% dai picchi di inizio 2022) che pure ha ridotto le perdite rispetto ai minimi di metà ottobre, senza però riuscire a confermare il superamento dei massimi del 13 dicembre a 4.180 (massimo 4.208 il 2 febbraio), che rimane la condizione necessaria per un miglioramento del quadro tecnico su orizzonti plurisettimanali. Per l'S&P500 il tono peggiorerebbe nuovamente al di sotto di 3.850, la cui rottura riaprirebbe la strada a una ridiscesa sui minimi di metà ottobre a ridosso di 3.500.

In termini intermarket, "le sorti del listino azionario statunitense rimangono legate, con correlazione inversa, a quelle del dollaro USA". L'EurUsd (PC: 1,0812), dopo un minimo a 0,9592 il 28.09.2022, ha messo a segno un forte rimbalzo che ha riportato le quotazioni su un massimo a ridosso di 1,1060 il 2 febbraio, dove sono prevalsi i realizzi che hanno riportato il cambio verso 1,0530. È in atto un tentativo di rimbalzo dell'euro ma il quadro tecnico plurimensile rimane favorevole al dollaro statunitense fintantoché le quotazioni stazionano al di sotto della valida resistenza in area 1,1000-1,1100. Rinnovata debolezza su ridiscese al di sotto di 1,0500, con primo obiettivo il test del supporto critico in area 1,0200-1,0400. 

Il mercato azionario europeo rimane - per il momento - più forte di quello statunitense, ma è assai improbabile un decoupling su orizzonti strategici. Sull'Eurostoxx50 (PC 4.072) il forte rimbalzo dai minimi del 03 ottobre a 3.236 si è spinto fino a un massimo a ridosso di 4.325/30 il 16 febbraio e, nuovamente, il 6 marzo, non lontano dai massimi di metà novembre a ridosso di 4.400: il 20 marzo le quotazioni sono discese velocemente verso 3.915, per poi rimbalzare verso 4.165. La violazione di area 3.950-4.000 aprirebbe la strada a nuovi scivoloni verso il supporto chiave a ridosso di 3.800, la cui tenuta è essenziale per mantenere un quadro positivo su orizzonti plurisettimanali.

Positivi Argento e Oro, all'interno di un contesto complessivamente laterale per la generalità delle principali materie prime. È opportuno mantenere le posizioni su orizzonti strategici, visto il quadro fragile del mercato azionario.  

OPERATIVAMENTE: si conferma quindi la strategia in essere long commodities e dollaro Usa e short azionario, attuata con i seguenti Etc quotati su Borsa italiana (si ricorda che ancorché quotati in euro comportano un’esposizione lunga sul dollaro Usa: un elemento a favore in questa situazione di incertezza sul fronte geopolitico e di rientro dei capitali negli USA grazie al rialzo dei rendimenti dei governativi):

LUNGHE: Oro (ticker PHAU: PC 174,45); Argento (ticker PHAG: PC 20,115); Platino (ticker PHPT: PC 84,020); Palladio (ticker PHPD: 121,00); Caffè (ticker COFF: PC 1,0080); Cotone (ticker COTN: PC 2,5675); Rame (ticker COPA: PC 33,640); Alluminio (ticker ALUM: PC 2,957); Zucchero (ticker SUGA: PC 10,610); Cacao (ticker COCO: PC 2,517) e Zinco (ticker: ZINC: PC 8,700).

CORTE: ETF short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day (ticker XSPS: PC 8,130).

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)