Basterebbe prendere i bilanci
di Apple degli ultimi anni per capire che dalla crisi si esce in un solo modo,
fabbricando prodotti che piacciono alle persone, e per fare questo Apple ha
fatto una cosa molto semplice, ha messo al centro del modello di business le
esigenze del consumatore, ed ha costruito un prodotto semplice da usare che le soddisfacesse,
e si potrebbe andare anche oltre nell'analisi del successo, ad esempio
sottolineando il fatto che Apple costruisce pochissimi prodotti, arriva a
malapena ad un centinaio, ma evidentemente li sa fare molto bene,visto che la
gente fa la fila per comprarli, a differenza di altre aziende che riempiono i
cataloghi di centinaia di inutili versioni dello stesso prodotto, per poi
ritrovarsi i negozi vuoti. E pensare che questa escalation, Apple lo ha fatta
in anni di crisi profonda, se si pensa che il lancio del primo iPhone risale al
2008, questo a dimostrazione che se hai il prodotto giusto crisi o non crisi
vendi.
Ha distrutto colossi della
telefonia del calibro di Nokia, sta attaccando il mondo dei PC portatili, ha
riscritto le regole della distribuzione della musica e del prodotto digitale, cose
che fino a qualche anno fa sembravano saldamente in mano ad altri nomi noti che
oggi galleggiano a malapena su modelli di business ormai superati. Eppure anche
Apple prima di questa incredibile escalation, ha avuto i suoi anni bui, a metà
degli anni 90 la società ha rischiato anche di chiudere, di andare in default, esattamente
come l'Italia. Ma non voglio essere l'ennesimo che esalta a tutti i costi le
qualità di Apple, prima o poi anche il ciclo rialzista di Apple finirà,
specialmente in borsa dove sinceramente vedo già troppo ottimismo rispetto al
titolo, ma questo non è argomento di oggi, a me ora interessa mettere in
evidenza un'altra cosa, ovvero che l'escalation di Apple altro non è che la
proiezione a velocità maggiorata di ciò che sono i nuovi contesti competitivi
in cui operano aziende e stati, dove devi continuamente ad innovare per
crescere. Facciamo ora un parallelo con alcune delle più famose quotate sulla
borsa Italiana che in linea di massima
rispecchiano il paese Italia, e vediamo brevemente come si stanno muovendo sui
rispettivi mercati reali. Partiamo da FIAT, una dei simboli dell'industria
Italiana, siamo maestri di stile, abbiamo i migliori designer al mondo nel
settore auto, abbiamo aziende come Pininfarina,che ha prodotto le migliori
linee di auto al mondo, eppure cosa sta facendo in FIAT,prende dei modelli made
in USA di ben 5 anni fa, le cammuffa da nuovi modelli e le immette sul mercato;
tornando all'esempio di prima, è come se Apple avesse preso un modello Nokia di
5 anni fa, ci avesse stampato sopra la mela, ed avesse detto al mondo ecco il
nuovo iPhone, poi ci domandiamo perché FIAT sta perdendo quote di mercato, ed i
guru pensano che la soluzione sia ridurre le pause lavoro di 10 minuti, certo è
una miglioria, sicuramente anche taluni che lavorano in FIAT dovrebbero farsi
un esame di coscienza ma il vero problema è un'altro. FIAT ha abbandonato fasce
di mercato, che oggi stanno trainando le vendite dei suoi competitors, per
esempio sulle auto medie aziendali, quali modelli FIAT un imprenditore dovrebbe
comprare oggi per i collaboratori, la Freemont che non ci sta nei box delle
moderne abitazioni ?
Per carità hanno fatto la bellissima 500, che contavano di
vendere molto anche in USA, ma non va benissimo per un motivo molto semplice,
hanno visto gli americani quanto sono
grassi, hanno provato a vedere se ci stanno comodi nella 500, è il problema
opposto alla Freemont. Fanno auto piccole dove servono grandi e auto grandi
dove servono piccole, una perfetta strategia di marketing, infatti la gente non
fa la coda per comprarle, per carità vendicchiano ma nulla di più. Poi si
discute per ore in TV che bisogna trovare risorse per gli ammortizzatori
sociali per gli operai cassaintergati, anche questa cosa per carità
giustissima, non si possono abbandonare delle famiglie, ma quella non è la via
d'uscita alla crisi, quello è l'inizio della fine, la via di uscita è fare
questi benedetti prodotti che piacciono alla gente di tutto il mondo, ma di
questo nessuno parla mai in TV o sui giornali in modo approfondito e
sinceramente di questa cosa sento parlare poco anche Marchionne, che mi sembra
molto più concentrato sul altre cose, non è lo Steve Jobs delle auto che presenta
con passione i nuovi prodotti ai consumatori, che sono i soli che possono
decretare il successo o meno di un azienda. Apple è un azienda di successo
perché la gente compra i suoi prodotti, non perché fa parlare gli analisti di
tutto il mondo in modo positivo, quello è una conseguenza. Su Fiat mi fermo qui
… Passiamo al mondo digitale, potrei fare l'esempio di un altro disastro
all'Italiana Seat PG, semplicemente la classica azienda abituata a lavorare in regime
di monopolio, che non si è accorta che mentre i suoi venditori giravano
l'Italia proponendo inserzioni sul cartaceo, le vecchiette di 90 anni
navigavano già sul web, e quando si sono accorti, ormai Page e Brin avevano
creato Google.
Perchè succede ciò, semplicemente perché i venture capital
americani hanno finanziato le idee, mentre in Italia le banche hanno finanziato
in questo caso, gli amici che non potevano perdere la poltrona dirigenziale in
Seat PG, oggi Google produce utili, SEAT continua a ristrutturare il debito, è
un Grecia in miniatura, basta guardare i CDS, o se preferite il grafico del
titolo in borsa. Google in un mercato libero come quello USA è semplicemente il
vincitore della battaglia per i motori di ricerca, ed il vincitore in USA
combatte poi sul mercato globale, in un mercato protetto come quello Italiano
Seat PG non è la vincitrice di nulla, quindi se non è la vera vincitrice sul
mercato Italiano come possiamo pensare possa competere anche solo in Italia con
Google.Nel mondo digitale Italiano ci sarebbero moltissimi altri esempi, specie
tra le ex quotate,che si possono riassumere in una sola parola, fallite con
consegna dei libri in tribunale, anche queste facevano prodotti che non
piacevano al mercato erano solo delle protette. Arriviamo poi al mondo delle
banche, queste non fanno prodotti, ma dovrebbero finanziare chi prova veramente
a farli, a Milano e Roma di queste banche ve ne sono moltissime, ed in genere hanno
sede in sontuosi palazzi per far credere di essere prospere di soldi, molti
imprenditori e risparmiatori hanno quasi un timore reverenziale ad entrare in
questi palazzi del potere, mentre dovrebbero rendersi conto che le prime ad
essere a corto di soldi veri sono proprio le banche, anche se a dire il vero
sono piene di quelli virtuali che la BCE crea a video o stampa se vogliamo
usare un vecchio modo di produrre denaro.
Queste banche ormai da mesi e mesi,
nessuno riesce più a capire a cosa servano visto che il loro principale scopo,
quello di finanziare famiglie ed imprese pare essere venuto meno, al massimo
finanziano solo famiglie ed imprese con un rating altissimo, praticamente devono
essere più affidabili del BUND tedesco, in parole povere finanziano solo chi
tutto sommato non avrebbe bisogno di essere finanziato. Oggi la funzione delle
banche è semplicemente quella di comprare titoli di stato che rendono il 5%,
usando il denaro della BCE che gli viene prestato all'incredibile tasso di
strozzinaggio dell'1%, del resto un alto dirigente di banca non ha nessun
motivo di finanziare cittadini ed aziende secondo un puro calcolo finanziario
con i titoli di stato che rendono bene, finanziare l'economia reale non ha
senso. Visto che siamo su un sito che parla di borsa, vorrei dare una
panoramica delle principali banche quotate nel paniere sul FTSE, partiamo da
Montepaschi, di cui nessuno riesce più a quantificare il vero buco di bilancio,
ormai più che gli analisti finanziari servirebbero gli scienziati che studiano
i buchi neri, abbiamo poi Banca Popolare di Milano un'altra banca rovinata da
intrecci di potere, il Banco Popolare titolo che ricordo a tutti ha sempre in
pancia i misteri di Italease, su cui si potrebbe aprire una Treccani, per
passare poi alle due big, Intesa ed Unicredit, la prima forse la meno peggio, sulla
seconda evito commenti, non vorrei agitare il coltello nella piaga di molti
Italiani, incastrati a prezzi assurdi, per concludere con Ubi Banca, che
significa Unione Banche italiane, mi verrebbe da dire, se le lasciavate
territoriali e divise era meglio, e ovviamente non potevo tralasciare
l'intoccabile Mediobanca di cui tanto si parla in questi giorni sui giornali. A
braccetto delle banche ci sono poi gli assicurativi, in primis ovviamente
Generali Assicurazioni, il centro del mondo finanziario Italiano, non penso
necessiti di presentazioni, e poi la più discussa Fondiaria, qui bisognerebbe
aprire l'enciclopedia, mi limito a dire che il dizionario della lingua Italiana
potrebbe sostituire alla voce indebitamento, la voce Fondiaria.
Ma quello che
in questi giorni mi lascia veramente basito, è che questo concentrato di
debiti,se lo stanno pure contendendo, vogliono insieme ad altri assicurativi di
"insuccesso" fare il più grosso concentrato di debiti d'Italia, che
grazie ad un accurata opera di ingegneria finanziaria, potrebbe diventare il
più grosso polo assicurativo italiano. Mi auguro solo che le polizze poi non
diventino come i CDS sul debito Greco, altra invenzione questa volta Europea,
che però sembra gestita in perfetto stile Italiano. La Grecia è fallita, pardon
è in default, ma il default non è esattamente come dovrebbe essere per poter
esercitare i CDS, c'è la famosa postilla scritta in minuscolo, ma del resto i
CDS sono tutta una assurdità, già il fatto stesso di potersi assicurare sulle
disgrazie altrui é di per se allucinante, è come se io potessi stipulare una
polizza sulla casa del mio vicino, se ad un certo punto sono in difficoltà gli
brucio la casa ed intasco il premio … forse è quello che volevano fare con la
Grecia. Per completare il paniere FTSE, non possiamo dimenticare le utility,
A2A, Enel e la nipote ENEL "energia verde" tutte e tre in questo
momento speranzose di reggere i minimi di periodo, già questo fatto la dice
lunga su come vengano percepite dal mercato. Non posso poi dimenticarmi di lei,
la regina del FTSE, ENI ovvero il titolo che ha evitato al FTSE di rompere al
ribasso il minimo del marzo 2009, su questa c'è poco da commentare, solo "ci
mancherebbe altro che fosse in perdita un petrolifero", penso sia l'ancora
di salvezza per tutti i gestori di fondi che investono sul mercato Italiano. A
volte ho come limpressione che
ENI in alcune fasi del mercato, sale semplicemente perché i gestori, dovendo
saltare da un titolo ad un altro del mercato Italiano per disperazione si
buttino tutti su ENI. Abbiamo poi Lottomatica, anche questa non produce nulla,
muove solo carta, ma almeno ha i bilanci a posto, infatti Tomasini l'ha
inserita tra i futuri buy, e finalmente arriviamo ad un piccolo paniere di
titoli che costruiscono qualcosa, che potremmo dividere in due, le Businnes to
Businnes, che sono ad esempio Prysmian ex Pirelli Cavi, Pirelli, e le Business
to Consumer, Luxottica, Tod's, Ferragamo e Campari.
Guarda caso le aziende che
producono qualcosa, pur subendo il grosso handycap di essere quotate sulla giostrina
che si chiama Borsa Italiana, tutto sommato si difendono, e nel portafoglio
Lombard ci sono passate quasi tutte o ci stanno per passare. Discorso a parte
va fatto per Finmeccanica, che oggi "quota" i sistemi di difesa ed i
caccia al prezzo delle patate, ma pur senza Guarguaglini e company, deve
liberarsi ancora di qualche cosa che non piace ai mercati, oltre ovviamente
dare una sistematina ai conti non proprio brillanti. Mi permetto di far
osservare che due giorni dopo che Monti si è recato in USA è arrivato l'ordine degli
aerei Israeliani, ed i volumi in borsa, sarà forse che ci sia lo zampino degli
americani,
forse le simpatie del
precedente governo Italiano per Putin non piacevano molto agli USA, sia a
livello politico che finanziario e adesso cè da seguire la disputa sul caccia F35 che in India si stiano rendendo
conto che va meglio del suo concorrente Francese sia dal punto di vista delle
prestazioni che dal punto di vista politico.
La piccola analisi fatta sul FTSE mi sembra confermare quanto detto
all'inizio, è solo facendo prodotti che piacciono al mercato che possiamo
uscire dalla crisi, il Campari lo bevono tutti, i Ray-Ban made in Luxottica
piacciono a tutti, idem per le Tod's e le gomme Pirelli devo dire vanno molto
bene, le usano anche in F1. Il problema è che se estendessimo l'analisi a tutta
la borsa Italiana, scopriremmo però che almeno un 30% delle quotate ha modelli
di business ormai vecchi, cercano solo di sopravvivere in qualche modo, un 15%
sono già morte, sono tenute in vita artificialmente dalle ristrutturazioni dei
debiti in attesa di non si sa bene cosa o meglio per non far perdere le
poltrone agli amici e questo rispecchia semplicemente la situazione del paese. In
un contesto del genere, ovvero in un sistema paese, dove convivono, un sistema
industriale già zoppo negli ultimi anni di boom economico, in quanto mancante
completamente ad esempio di importanti voci high.tech, dove sempre più
incompetenti amici degli amici occupano posti di potere, è dura poter pensare
che la soluzione giusta sia quella imboccata, ovvero quella della austerity. Il
famoso calcolo del PIL comprende infatti la voce consumi, mi spieghino i
tecnici, come pensano di far aumentare questa voce, quando sappiamo tutti
benissimo che il clima di austerity porta i meno abbienti a diminuire il loro
già scarso potere di acquisto e quindi la loro capacità di consumare, non solo ma a questa contrazione
per mancanza di mezzi, aggiungiamo quella psicologica, perché la giustissima
caccia all'evasore, fatta più con i megafoni che con il semplice incrocio dei
dati porta anche gli abbienti congrui ed onesti a ridurre le spese, pur
avendone i mezzi. Lasciamo passare qualche mese e vediamo se il gettito d'IVA
per esempio delle auto di lusso o presunte tali, che inevitabilmente scenderà,
sarà compensato dal maggior gettito di qualche evasore scovato a bordo di una
supercar ? Stesso ragionamento lo si potrebbe fare per moltissime cose, le
retate nelle principali città, nelle località alla moda etc, non si poteva fare
la stessa cosa senza tanto clamore, forse se ne pescavano anche di più visto
che ormai i furbetti in giro non si vedono più, le supercar giacciono tutte nei
box, o sono state svendute all'estero.
Così hai preso i primi 1000, ma ormai
gli altri 100.000 non li scopri più, ormai sanno il giochetto, ed anche se li
scopri poi vengono in aiuto la miriade di leggi e leggine, le stesse che hanno
permesso di dimostrare che Ruby poteva essere la nipote di Mubarak. Per contro
hai svuotato di clienti le concessionarie di auto, i locali, i ristoranti che
già faticavano per la crisi., per carità lo ribadisco sono il primo a dire che
la lotta all'evasione va fatta, ma usando la tecnologia non i megafoni. Con le
sparate in TV rischi che succeda come quando nel 2008 con Lemhan, hanno detto
che potenzialmente le triple AAA non erano più sicure, nel dubbio hanno venduto
tutto, "titoli cattivi" e "titoli buoni" provocando il
crollo a catena dei mercati, sostituite buoni con onesti, evasori con cattivi e
la parola mercati con consumi ed avete la stessa cosa, ovvero annunci al
megafono di una lotta condotta in questo modo rischiano di provocare il crollo
verticale dei consumi. Aggiungiamo il fatto che per il momento le manovre di
austerità non hanno ancora impattato sui portafogli delle famiglie, sono stati
fatti i decreti ma di fatto le nuove tasse verranno versate a partire da
quest'anno vediamo cosa succede quando i già scarsi conti correnti di molte
famiglie cominceranno ad abbassarsi ulteriormente senza poterci versare
liquidità fresca, cosi come le BCE ha
fatto per le banche.
Ci sarebbe da fare diverse osservazioni sulle
liberalizzazioni, sulla riforma del lavoro, ma aspetto di capire esattamente
come verranno fatte perché per il momento nemmeno chi le ha scritte ha capito come
poi potranno essere applicate vista la miriade di leggi e leggine che faranno
di ogni caso di applicabilità un eccezione. E mentre questa ondata di rigore
sta per investire il paese, inesorabile avanza la regina delle commodity, il
petrolio che sul possibile conflitto con l'IRAN, potrebbe fare un balzo a
ritoccare i massimi storici, esattamente come ha fatto lo SPREAD, così
quest'estate al posto del tormentone estivo musicale, potremmo ritrovarci il
tormentone estivo del Petrolio. Questa in sintesi la situazione, ma dimenticavo
la cosa più importante, tra qualche mese ricominceranno ad apparire le
cariatidi della politica, quelli che oggi si fingono tutti d'accordo con il
governo Monti ma che non vedono l'ora di riprendere le solite abitudini di
sempre … penso proprio ne vedremo delle belle … e chissà se lo spread verrà
a trovarci ancora, magari in compagnia del Petrolio.
Il mercato nel frattempo,
come ha sottolineato il direttore per fortuna almeno si è girato al rialzo,dopo
10 siringoni di adrenalina e la maschera ad ossigeno, o in altri termini la
famosa "acqua ai pesci" come ha spiegato molto bene in un articolo
l'ottimo Francesco Caruso, citato anche da Frigeri.Vorrei aggiungere solo una
cosa ….. speriamo solo che dopo aver dato acqua ai pesci ovvero nuova liquidità al sistema
finanziario, qualche potere forte si renda conto che se l'acqua fresca, non la
cominci a far girare in un sistema che la filtra e la rinnova, ovvero
l'economia reale, dopo un pò diventa putrida, ed i pesci rischiano di morire
ugualmente agonizzanti. Tornando al discorso iniziale … é da aziende come
Apple che dobbiamo imparare, non certo dalla Grecia, che sicuramente non è un
gran caso di successo. Questo a prescindere dal fatto o meno che il mercato
riesca a rompere la congestione che ci tiene bloccati a mesi, perché la borsa
può speculare fin che vuole nel breve, ma nel medio/lungo alla fine sono i
fondamentali che regolano i mercati.
Saluti
Luca Mambretti