In Germania è deludente l'esito della riapertura del titolo decennale tedesco: i dati che ci sono pervenuti evidenziano, infatti una domanda di 4,33Mld€ a fronte di offerta arrivata sino a 5 Mld€. Da rilevare che il bund decennale tedesco nei giorni antecedenti l'emissione era stato spinto fino alla soglia dell'1,70%.
Sul fronte macro questa mattina sono arrivati segnali ancora di pressioni al ribasso sui prezzi di gennaio, sia per quelli alla produzione (nel caso della Germania -1,1% a/a) sia per quelli finali al consumo francesi, risultati al di sotto del consenso. Altri segnali di rallentamento sono evidenziati anche dai dati relativi agli indici PMI preliminari di febbraio sia per quanto riguarda la Germania sia in modo più marcato per quanto riguarda la Francia.
Negli Usa, invece, è in rialzo il tasso decennale dopo la pubblicazione delle minute dell'incontro Fed di fine gennaio. Dalle minute infatti è emersa un'ampia discussione sulla modifica della forward guidance, volta a verificare la possibilità di utilizzare come elementi di valutazione parametri più qualitativi o comunque più variegati piuttosto che focalizzarsi su un singolo valore numerico come il tasso di disoccupazione. All'interno del board è emersa anche la voce della minoranza, favorevole ad un'ipotesi anticipata di rialzo del tasso di riferimento.
La maggioranza è apparsa comunque propensa ad un incremento non prima del 2015 inoltrato, come confermato ieri anche dalle dichiarazioni di alcuni esponenti Fed.
Per quanto riguarda i paesi emergenti e più precisamente la Cina vi segnaliamo che l'indice cinese PMI manifatturiero preliminare di febbraio, si è attestato al minimo da sette mesi. Analizzando la sua composizione è evidente come il calo sia determinato sia dalla componente nuovi ordini, sia dalla produzione, anche se la contrazione maggiore ha interessato la componente occupazionale posizionatosi sui livelli minimi da febbraio 2009.
Sul dato potrebbe aver impattato la coincidenza dell'inizio del nuovo anno lunare: il sondaggio preliminare infatti è stato condotto nel periodo in cui diverse aziende erano chiuse per festività. Si attendono comunque indicazioni più precise dal dato finale in pubblicazione il 3 marzo.
Sul fronte valute segnaliamo il deprezzamento in mattinata dell'euro. Le indicazioni di potenziale rallentamento nel comparto manifatturiero arrivate da Francia e Germania insieme alla continuazione delle pressioni al ribasso sui prezzi, oltre alla percezione di maggiore focus Fed sul timing del possibile primo rialzo dei tassi, hanno comportato il rafforzamento del dollaro fino ad area 1,37.
Da rilevare invece l'apprezzamento durante la notte dello Yen. Il movimento si è prodotto in scia con l'andamento negativo del listino nipponico. Dal lato macro a gennaio la bilancia commerciale ha registrato un nuovo deficit record di circa 2.800 Mld yen scaturito dal rallentamento del ritmo di crescita dell'export (+ 9,5% a/a da + 15,3% ) e da una contestuale accelerazione delle importazioni (+ 25% a/a da + 24,7%).
Il cambio vs euro è tornato in mattinata sotto quota 140 con il primo supporto di rilievo che si colloca in area 139.