Poco da dire e poco da fare sui mercati obbligazionari in queste ultime settimane. La curva dei rendimenti si è ormai assestata e muove poco, di fatto sempre ferma in area 1,50% di rendimento sulle scadenze a lunga e con la stessa conformazione in termini di ripidità sul tratto a breve e medio. Di fatto, dopo le elezioni in Francia il mercato delle obbligazioni ha visto il ridimensionamento degli spread vs Bund e i rendimenti dei vari governativi si sono assestati su un nuovo punto di equilibrio.
La ZC Yield Curve sembra quasi una fotocopia di quella presentata alcuni articoli fa, così come i forward su Euribor 6 mesi che con variazioni del tutto marginali continuano ad indicare area 2% per le scadenze medio-lunghe e incrementi costanti e progressivi sul tratto a breve e un ritorno in territorio positivo tra fine 2017 e inizio 2018.
Il nostro spread si è portato ben al di sotto di area 200 bps, e viaggia ora in area 175 bps; decisamente più consistente il recupero dei governativi portoghesi, che hanno beneficiato della vittoria di Macron più degli altri, con lo spread vs Bund che è letteralmente crollato da 400 bps a 283 bps con conseguente ridimensionamento del rendimento su tutto il tratto di curva. D’altronde tra i periferici il Portogallo è sicuramente il più bersagliato dalla UE ed è quindi normale che i movimenti – nel bene e nel male – siano amplificati.
Sul fronte dei cambi, il nostro PCT su bond in TRY sta soffrendo un po’, a causa del ritorno di forza generalizzato dell’Euro, e siamo quindi in area di allerta poiché stiamo ballando da qualche giorno in area 4,00 di cambio EUR/TRY. Al momento non ho ancora deciso se chiudere la posizione o tenere duro: come minimo, ad ogni buon conto, voglio attendere la chiusura weekly di questa barra e vedere se chiude sotto 4,00 oppure quanto eventualmente al di sopra.
Sul fronte delle nuove emissioni prosegue con pervicacia il collocamento sul primario di bond con lotti minimi da 100.000 Euro, che sbarcheranno poi sul secondario (regolamentato o OTC poco cambia) con l’impossibilità di essere acquistati dal retail. Ad esempio, l’ultimo bond targato Mediobanca, collocato per 200 Mln di Euro e scadenza cinque anni, a tasso variabile. Il bond (XS1596024353) ha cedola indicizzata all’Euribor 3 mesi e offre uno spread di +1,27% che di questi tempi non è per nulla disdicevole per di più per un emittente del pedegree di Mediobanca.
Quindi, altra beffa al retail, poiché il bond ha lotto minimo di 100.000 Euro e sarà negoziato in prima istanza OTC. Ora mi dovrebbero spiegare in base a quale ratio tale bond non è stato previsto anche per il retail…
Passi il bond di ISP perpetual di cui abbiamo detto nello scorso articolo, che visto il grado di subordinazione non è certamente per tutti (a prescindere dal lotto minimo) e quindi tenuto fuori dalla portata dei risparmiatori privati per “cautelarli da eccessivi rischi per il capitale”; ma questa Mediobanca, senior a cinque anni, tasso variabile, che rischi presenta per il retail?
Già, vero, con uno spread su Euribor 3 mesi a +1,27% e prezzato alla pari, il retail “rischiava” di avere in portafoglio un titolo troppo remunerativo…