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Rischio contenuto = poco rendimento?


Tutti sappiamo bene, e spesso abbiamo imparato a nostre spese, che rischio e rendimento sono intrinsecamente legati a doppia mandata e che rendimenti attesi elevati vanno a braccetto con rischi altrettanto elevati.

Pertanto, non è peregrino immaginare che un portafoglio caratterizzato da rischi finanziari moderati non possa performare più di tanto. E quindi, come logica conseguenza, è normale che non vi sia grande attrattiva per rendimenti che non ci rendono ricchi in un batter di ciglia.

E qui sta il problema.
Sì, perché un aspetto sul quale si tende a non ragionare è la cosiddetta performance corretta per il rischio, cioè il rapporto tra quanto ha reso il mio portafoglio e quanto ho dovuto rischiare per ottenere quel risultato. Se ci soffermassimo un attimo a valutare questo semplice parametro potremmo avere delle belle sorprese.

Tutto questo per dire cosa? Semplice: fare il punto della situazione del nostro portafoglio Rischio Contenuto, che a dispetto del nome ha chiuso il 2019 con un rendimento spettacolare e che ha in pancia titoli che si sono rivalutati a doppia cifra percentuale.

Due numeri, tanto per fare un punto. Nel 2012 – anno in cui con le obbligazioni era più facile guadagnare che perdere – il portafoglio ha incassato un bel +6,30%. Ma certo, in quel periodo era “facile”, per cui non possiamo certo urlare al miracolo. E, tra l’altro in quel periodo (sino al 2015 compreso per l’esattezza) il portafoglio era gestito da altro collaboratore di LR.

Poi le cose sono cambiate. Con le politiche monetarie delle Banche Centrali il mondo dei bond si è stravolto. E’ storia nota, l’abbiamo vissuta tutti in questi anni; un mercato spremuto come un limone che offre rendimenti ridicoli quando non addirittura negativi.

Per cui, visto che nel corso degli anni il livello complessivo del rischio del portafoglio non è stato volutamente alzato, ci si aspetterebbe un degrado delle performance. A maggior ragione in questo 2019 con il crollo dei rendimenti ai minimi storici.

E invece…
Il 2019 il portafoglio Rischio Contenuto ha portato a casa un rendimento del +6,82% che è tra l’altro il risultato migliore da quando esiste. Non sono certo mancati i momenti complicati ma quando l’asset di base è sano e ben equilibrato le cose si rimettono a posto in tempi più che ragionevoli. Qui sotto la equity line del portafoglio, dal 2016 ad oggi.

E qui sotto, a puro titolo di esempio, l’evidenza di alcune tra le posizioni attualmente in portafoglio che hanno degli upside monstre in termini di performance. Roba degna dell’azionario più speculativo, mentre invece si tratta di asset con rischi tollerabilissimi.

Avete letto bene, non è un refuso: il fondo H2O Multibonds è cresciuto di oltre il 40% da quando è in portafoglio, e il tutto con una volatilità negativa assolutamente sopportabile anche per investitori dal profilo moderato, che è poi il target di risparmiatori cui si rivolge la rubrica Rischio Contenuto.

Ora il portafoglio continua ad inanellare massimi su massimi ed è anche pingue di liquidità in cassa. Liquidità che già nei prossimi giorni inizieremo ad usare per nuovi acquisti. Il mercato obbligazionario è sempre più complicato e selettivo. Con la tendenza ormai consolidata (sigh!) di relegare i bond a lotto 1.000 Euro ad una sparuta nicchia di bancari, High Yield o governativi i margini sono diventati oltremodo sottili.

Ma come il portafoglio dimostra è possibile lavorare lo stesso con profitto selezionando altri strumenti assolutamente efficienti, bilanciando pesi e misure. In una sola parola, mantenendo un profilo di rischio moderato massimizzando il rendimento.   

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