Una situazione tuttora complessa per la società di Elon Musk, pur protagonista ieri di un +22,7%. I livelli da seguire sono molto chiari e ve li indichiamo. C’è poi un fattore di cui tenere conto e che l’analisi grafica ben evidenzia.
Buy or sell
Nel rimbalzone ieri di Wall Street, che molti dubbi legittimi pone, sono state tantissime le protagoniste di performance da +20%: quale scegliere allora come azione del giorno? Visto tutto quanto accaduto negli ultimi mesi e dato il ruolo alquanto controverso svolto da Elon Musk, la preferenza cade su Tesla, d’altra parte una delle predilette in passato da chi opera sui mercati americani.
Un balzo del +22,7% era del tutto inatteso in apertura di seduta, al di là di quanto avrebbe potuto avvenire per gli indici. Tesla infatti non è più inserita nella lista delle “preferred” né degli istituzionali né del retail. Eppure! |
Il vero motivo di incertezza era ed è in realtà un altro: Tesla trarrebbe un reale vantaggio solo da una distensione nella guerra commerciale con la Cina, visto l’importante ruolo svolto dallo stabilimento di Shanghai e dalla fornitura di componenti, fra cui le batterie di Catl, diventato il più grande produttore al mondo nel settore. Detto questo è indubbio che una provvisoria distensione sul fronte generale dei dazi fa bene anche alla società di Musk, soprattutto in Europa, dove le vendite vanno già male. |
Si può intanto sostenere che l’azione Tesla sia uscita da un’area ribassista grazie al rimbalzo di ieri? |
No. Da tempo si stava delineando una situazione molto delicata, avendo rotto al ribasso una trendline appunto ribassista che avrebbe potuto farla scendere fino ai 200 Usd. Ieri a fine seduta è tornata sopra tale resistenza dinamica ma non tanto da inficiare la negatività del trend. Ci sono in ogni caso da monitorare ora dei riferimenti grafici molto chiari, il che aiuterà chi tratta l’azione. |
Quali sono? |
La chiusura a 272,2 Usd ha collocato il titolo a ridosso delle ancora sovrastanti media mobile a 200 periodi (posizionata ieri a 289,6 Usd) e resistenza chiave di 293,5 Usd. È rientrato quindi in un’area calda, il che d’altra parte sta caratterizzando i suoi movimenti da inizio marzo. |
In sintesi solo sopra i 300 Usd si delineerebbe la conclusione della fase ribassista? |
La resistenza citata è molto importante e in base alla forza con cui sarà rotta al rialzo si determinerà in effetti uno scenario di maggiore forza per il titolo. Occorre tuttavia segnalare come per tanto tempo (dal settembre 2022 al novembre 2024) Tesla si sia mossa sotto i 293,5 Usd. Il balzo oltre tale linea di demarcazione è avvenuto solo con la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali e con il ruolo svolto da Musk nell’amministrazione dei repubblicani. Se ora lasciasse la “cosa pubblica” e tornasse ai suoi business non è detto che si determinerebbe una svolta positiva: questo almeno è il verdetto grafico dell’azione, salita a livelli stratosferici (a 480 Usd) al culmine del ruolo di potere di Musk, quando qualcuno ipotizzava addirittura traguardi a 600-700 Usd! E se perdesse il ruolo di consigliere di Trump come reagirebbero i mercati? Qualsiasi risposta sarebbe azzardata. |
Che prudenza sia opportuna lo confermano le valutazioni di alcuni analisti, passati pesantemente sul “sell”. Per quale motivo? |
C’è grande confusione su questo fronte. La forchetta dei target è talmente ridicola da non meritare attenzione: qualcuno vede il titolo a 120 Usd e qualcun altro a 515 Usd. Ha senso tutto questo? Indubbiamente però il peso dei dazi è stato davvero schiacciante per Tesla e c’è da ritenere quindi che si delineerà una correlazione fra le definitive decisioni prese in merito – dopo l’indegno balletto delle ultime settimane – e l’andamento in Borsa del costruttore automobilistico texano. Si tenga comunque conto che con un p/e oltre 100 la valutazione del titolo resta cara. A condizionare il tutto sarà quindi ancora una volta la capacità di Musk di incantare i mercati. Ci riuscirà anche nel 2025? |