Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

L’azione del giorno – Oggi resa dei conti in Generali. E poi il titolo si sgonfierà?


Assemblea degli azionisti con nomina dei vertici. La lista Mediobanca – che vuole riconfermare l’abbinata Sironi/Donnet – viene data per vincente. Seppur in un contesto di incertezze sulle evoluzioni, per esempio, del matrimonio con Natixis. I piccoli azionisti guardano intanto all’andamento delle quotazioni e c’è chi teme l’avvio di una fase ribassista. I livelli da seguire.

Buy or sell

Alle ore 9.00 di oggi è programmata la convocazione a Trieste dell’assemblea degli azionisti di Generali. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2024, la nomina del Consiglio di amministrazione per il periodo 2025-2027, un buy-back e altri punti meno significativi. In realtà sarà il momento dello scontro finale fra gruppi di potere che vogliono controllare la società triestina. Una storia che potrebbe avere esiti importanti per l’intero sistema finanziario italiano.

Oggi, quindi, l’azione del giorno viene individuata preventivamente. Perché?

Perché, qualunque sarà il risultato, molto è destinato a cambiare nel futuro di Generali, con conseguenze che si allargheranno all’intero apparato bancario di casa nostra.  Per quanto riguarda le liste di candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione ne sono state depositate tre. Ed è da questo punto dell’ordine del giorno che arriveranno le decisioni risolutive

Ovvero?

Le notizie delle ultime ore danno quasi per scontato il successo della lista cosiddetta “Mediobanca”, ovvero che si raccoglie attorno a uomini legati a Piazzetta Cuccia. E’ definita di maggioranza ed esprime Andrea Sironi come candidato Presidente e Philippe Donnet come amministratore delegato. La seconda lista si distingue con la dizione “VM 2006”, veicolo finanziario legato al gruppo Caltagirone. La terza infine raggruppa vari interessi sotto l’egida di Assogestioni, associazione italiana delle società di gestione del risparmio. Le ultime due sono cosiddette di minoranza

Quali le previsioni?

In base ai depositi delle azioni in vista del voto si annuncia un’affluenza molto elevata, sopra il 70%, livello simile a quello di tre anni fa, quando a scontrarsi furono la lista cosiddetta del Cda e quella di Caltagirone: vinse la prima ma la seconda ottenne tre posti in consiglio. I calcoli delle ultime ore dicono che la lista di Mediobanca necessiterebbe di un 35% dei voti e che ormai avrebbe raggiunto il risultato. Ci sono però delle incognite. Alcuni importanti istituzionali non si erano a ieri espressi su con chi stare, così come ci potrebbe essere la sorpresa Unicredit, accreditata di un 5,2% del capitale ma forse salita al 10%. Per chi voterà Orcel?

E’ probabile che Unicredit stia con il fronte Mediobanca?

C’è in gioco l’Ops di Unicredit su Banco Bpm, che nel caso di un successo in Generali dell’accoppiata Sironi-Donnet troverebbe un’accelerazione (almeno così si dice!). C’è però l’interesse poi per un accordo di natura commerciale fra Piazza Aulenti e Trieste, relativo a possibili partnership sui fronti banca/assicurazione e asset management. Mediobanca potrebbe assumere un ruolo anche in tale ambito. Resta però il nodo dell’accordo fra Generali e Natixis, cui si oppone duramente la coalizione Caltagirone, con pressioni che vengono dalla politica. Attenzione quindi a vedere il quadro come stabilizzato in presenza di un successo del fronte Mediobanca. Tutto dipenderà da quanti consiglieri conquisterà la cordata Caltagirone: se ne prendesse tre uscirebbe sconfitta, se quattro sarebbe in bilico e se oltre vincerebbe la battaglia, bloccando di fatto Generali   

Se si arrivasse a una conclusione positiva della vicenda sarebbe quasi certo come certe tensioni, che hanno spinto l’azione Generali negli ultimi mesi, si potrebbero stemperare?

E’ l’opinione circolata ieri a Piazza Affari per una parte della seduta. Generali infatti dai 31,62 Eur di apertura è scesa a un minimo di 30,67 Eur. Poi però in chiusura sono ripartiti gli acquisti e il titolo ha chiuso a 31,24 Eur, con un trend non facile da interpretare ma che potrebbe essere visto come segnale di stabilizzazione sull’onda delle voci di un successo della lista Mediobanca. Il condizionale però è d’obbligo, dato che di fatto quella in corso è una specie di resa dei conti

Il timore dei piccoli azionisti è uno solo: che ora il titolo avvii uno storno strutturale. È possibile?

Non si può escludere nel caso si arrivasse a un’impasse! Il rush iniziato nel 2023 è proseguito instancabile fino al 4 aprile, cioè all’esplodere delle vicende dei dazi trumpiani. Ora sta tentando di tornare sui massimi storici con l’obiettivo 32,4 Eur e solo una discesa sotto i 29 Eur rappresenterebbe l’avvio di uno storno strutturale. Per ora di segnali in questa direzione non ce ne sono. Il rischio di una situazione di stallo nella governance del gruppo alimenterebbe tuttavia una negatività attorno al titolo tale da non escludere che qualche investitore big non lo considererebbe più strategico. Un primo responso in merito si avrà fra qualche ora. Non resta che attendere