L’assurdità del momento porta a situazioni esasperate. Nessuno avrebbe pensato a febbraio che quell’importo di 0,68 Eur, staccato il 22 aprile, potesse tradursi in un rendimento così elevato. Una fotografia del titolo e di un quadro industriale della società in forte peggioramento. Come si fa allora a definirla azione del giorno? È una provocazione ma anche un auspicio!
Buy or sell
Tutto quanto sta avvenendo sui mercati un effetto “positivo” quanto meno ce l’ha, seppur nella relatività della valutazione complessiva: i rendimenti azionari da dividendi stanno andando alle stelle. Un caso significativo riguarda Stellantis, protagonista di uno storno strutturale che va oltre ogni limite. Certamente chi è già collocato da tempo sul titolo gioisce ben poco di tale evoluzione, leccandosi le ferite di una performance del -67% su base annua, ma chi invece l’azione in portafoglio non l’ha uno sguardo lo può serbare a uno yield che sta salendo alle stelle. E allora – nel deserto di numeri positivi delle Borse – ecco che sfacciatamente proclamiamo oggi Stellantis azione del giorno, accettando tutte le critiche di chi non condividesse tale scelta.
A quanto assomma il suo yield al momento? |
Partiamo dal passato: quando la società annunciò i risultati dell’esercizio 2024 a fine dello scorso mese di febbraio il rendimento – relativo al dividendo di 0,68 Eur – si attestava sul 5%. Ora è salito quasi all’8,3%, complice la caduta della quotazione. È uno dei migliori di Piazza Affari, sebbene il quadro generale sia completamente cambiato nelle ultime settimane. |
Ciò conferma l’esasperazione del quadro in corso: nel “lontano” 2024 al momento del versamento del dividendo – ovvero a fine aprile – lo yield si attestava al 6,4% in base a un importo di 1,55 Eur! |
Di fatto quindi la somma pagata è scesa del 56%, mentre lo yield è salito del 30%. Il bilancio globale può essere disastroso per alcuni ma più che soddisfacente per altri. Occorre ricordare che gli 0,68 Eur dell’esercizio 2024 riportano indietro, di fatto all’epoca Covid, confermando (considerazione estrema!) come puntando solo sui drawdown furibondi si possano ottenere performance magari migliori di chi invece sta a seguire i grafici settimana per settimana. |
Una lezione un po’ amara? |
Ma è pur sempre una lezione di cui tenere conto da parte di chi magari ha una minore propensione a un’operatività assidua. |
Facciamo un po' il punto sul quadro grafico dell’azione? Ci sono ancora ampi margini di discesa? |
Graficamente parlando no, poiché il titolo si è appoggiato proprio ieri su un supporto di lunghissimo periodo a 8,217 Eur. È reduce poi da una serie di prolungate sedute in rosso, con un Rsi sceso a 16,8, segnale di esasperato ipervenduto. Naturalmente l’eccezionalità del momento non esclude che tutto sia possibile e che Stellantis possa crollare ulteriormente. |
Un successivo supporto sotto quello di 8,217 Eur? |
Dobbiamo ipotizzarlo a 4,27 Eur, il che riporta molto lontano nel tempo. Se così fosse probabilmente l’intera industria dell’auto sarebbe a rischio scomparsa. |
I numeri produttivi sono comunque bruttissimi e non lasciano sperare in una ripresa del comparto delle quattro ruote? |
Nei primi tre mesi del 2025 la produzione di Stellantis è risultata in forte peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2024, che era già stato "un anno nero" come non si vedeva dal 1956: tra auto e veicoli commerciali si è trattato di 109.900 unità, con un calo del 35,5%. Una rilevazione pubblicata dall’Ansa riporta questi dati: le auto prodotte nel trimestre sono state 60.533 (-42,5%) e i veicoli commerciali 49.367 (-24,2%). Dalle linee di Mirafiori sono uscite 9.860 auto rispetto alle 12.680 rilevate nel 2023 (-22,2%), quasi tutte 500 elettriche, con le Maserati praticamente azzerate (70 vetture prodotte in tre mesi). A Melfi il calo è del 64,6% e va a sommarsi alle forti riduzioni degli ultimi anni. Quello lucano è lo stabilimento che in termini di volumi, insieme a Pomigliano, perde la maggiore quantità di auto, con 16.210 unità in meno rispetto al primo trimestre 2024. |
A tutto questo si aggiunge il cancro dei dazi. Quindi quel dividend yield esposto può essere solo uno specchietto per le allodole? |
Certamente sì ma c’è da augurarsi che qualcosa avvenga: altrimenti i costi sociali sarebbero drammatici, ripercuotendosi su una cassa integrazione strutturale e senza vie di uscita. |
In tutto questo Alfa Romeo e Maserati vanno sotto la lente di ingrandimento di McKinsey, che ne valuterà le possibili evoluzioni future. C’è il rischio che scompaiano? |
Impossibile rispondere ma di certo sono proprio i marchi italiani quelli più colpiti, per una mancanza di inediti prodotti ormai cronica. Si aspetta ora il nuovo Ceo di Stellantis. Dovrà accettare una sfida colossale. Lo si promette per l’estate. Sarebbe necessario davvero un altro Marchionne e ne avrebbe bisogno anche l’Italia! |
In conclusione ci vuole un bel coraggio nel definire Stellantis azione del giorno? |
È più una provocazione che una constatazione, nella speranza che possa essere un auspicio. |