Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Le azioni del giorno – Beate le ultime se saranno le prime: varrà anche in Borsa? Due storie a confronto


E non sono titoli di poco conto. Quotano infatti sul Ftse Mib e svolgono un ruolo significativo anche in termini di peso economico. Le variabili macroeconomiche incidono però in entrambi i casi.

Buy or sell

La corsa a macchia di leopardo delle Borse europee e soprattutto del Ftse Mib ha lasciato indietro – per motivi più che evidenti – alcuni titoli, su cui il mercato punta ora in ottica di rimbalzo futuro. Ce la faranno davvero? Il parziale risveglio di Stellantis lo fa sperare ma logicamente ogni storia è a sé. Nella classifica di quelli finora perdenti, più lunga di quanto forse non si valuti, emergono due storie, cui oggi vanno l’investitura – logicamente soggettiva – di azioni del giorno. Per le quali vale l’auspicio di vederle quanto prima tornare a galleggiare nelle parti alte delle performer di Piazza Affari: sono Prysmian e Interpump.

Cominciamo dai numeri di Prysmian, leader nella produzione di cavi per energia e telecomunicazioni…

Il grafico è meno negativo di quanto le valutazioni del mercato facciano intendere. Le difficoltà dell’azione sono iniziate a fine gennaio dai massimi a quasi 71 Eur. Ieri ha chiuso a 55,9 Eur rispetto ai minimi di un intraday particolarmente negativo a 37,88 Eur del 7 aprile. Considerando la forchetta max-min la quotazione in corso (chiusura 13/5) è a metà esatta del movimento messo a segno, sebbene sarebbe più corretto valutare il dato di fine seduta del 7 aprile a 40,39 Eur. Comunque sia, è evidente anche visivamente – osservando il grafico – che il 50% del cammino per completare una perfetta V è stato percorso

Il concetto è puramente teorico, perché il titolo dovrà affrontare ora alcuni ostacoli tecnici tutt’altro che trascurabili. Quali sono?

In effetti dai 37,88 Eur non ha incontrato impedimenti grafici di un certo rilievo. Troverà ora intralci nell’area dei 58-59 Eur, dove si collocano una resistenza statica di lungo termine a 58,87 Eur e la media mobile a 200 periodi posizionata attualmente a 59,56 Eur. Alcuni indicatori tecnici evidenziano poi un possibile momentaneo esaurimento del trend rialzista in corso. È pur vero che nelle ultime sedute si è registrato un movimento più solido rispetto a quello dell’indice di riferimento. Alcuni analisti ipotizzano così uno spunto  che possa proseguire fino ai 63 Eur e c’è chi è ancor più positivo, grazie a una buona crescita del fatturato

Il primo trimestre 2025 è stato positivo e da qui deriva la positività nei confronti di Prysmian?

Certamente favorevole in termini di business (+5% il fatturato) ma non di utili netti (-19%). Il settore è senza dubbio esposto alle variabili geopolitiche e adesso il mercato guarda all’acquisizione da arte di Prysmian di Channell Commercial Corporation, un fornitore leader di soluzioni integrate nell’ambito della connettività negli Stati Uniti, per un corrispettivo di 950 milioni di Usd, operazione importante e che mira a nuovi settori potenzialmente molto significativi, consentendo a quello delle Digital Solutions di cogliere la crescita dei data center

E ora Interpump, azienda specializzata nella produzione di pompe ad alta pressione ad acqua e uno dei principali gruppi mondiali nel settore oleodinamico. Come sta muovendosi?

A leggere certi report ci sono potenzialità forti di crescita, con eventuali upside del 50%. La prudenza si impone però sempre ponderatezza rispetto a queste stime, di cui non si conoscono le motivazioni. Per Interpump il movimento rialzista è stato meno robusto in confronto a quello di Prysmian: massimo a 47,12 Eur il 13 febbraio, minimo a 26,1 Eur il 7 aprile e chiusura ieri a 34,88 Eur, ancora sotto il 50% della forchetta max-min. È pur vero che nelle ultime nove sedute il verde ha avuto il sopravvento 

Anche qui però ci sono degli ostacoli tecnici non trascurabili nel proseguimento del trend. Quali sono?

Una resistenza a 38,51 Eur e la media mobile a 200, posizionata attualmente a 39,18 Eur. Occorre tuttavia considerare che il movimento ribassista era iniziato con una pesantissima candela rossa il 14 febbraio, un vero e proprio crollo, dimostrato da un tonfo in percentuale rispetto alla seduta precedente del 16%, dopo la pubblicazione dei conti 2024

In questo caso l’ipotetica chiusura a V della fase ribassista appare più complessa?

Il mercato non guarda a tale ipotesi e si limita a obiettivi meno ambiziosi, malgrado quanto si è detto prima, ovvero di potenziali upside del 50%. L’area dei 38 Eur sarà significativa ma occorre anche che intervengano sugli acquisti gli istituzionali, che finora non si sono visti in misura significativa