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Rotazione di asset sui mercati obbligazionari


La notizia è di quelle che fanno rumore: anche Moody’s ha tolto agli Stati Uniti l’ultima tripla A rimasta. Con il declassamento da Aaa ad Aa1, l’intero sistema di valutazione del debito americano da parte delle tre principali agenzie globali si è allineato su un giudizio meno ottimistico. In apparenza, nulla di eclatante – un solo notch – ma il segnale è profondo. Le motivazioni non lasciano spazio a dubbi: deficit strutturali persistenti, interessi sul debito in crescita e paralisi decisionale a Washington.

È una questione di fiducia. E il fatto che a vacillare sia la fiducia verso l’emittente obbligazionario più importante al mondo non può lasciare indifferenti i mercati globali. Dopo il downgrade, nella notte i mercati hanno subito reagito negativamente. I Treasury, fino a ieri considerati il benchmark globale per eccellenza, iniziano ora a mostrare qualche incrinatura nella percezione degli investitori.

In parallelo, si sta consolidando un movimento che merita attenzione: lo spread tra Btp e Bund è sceso sotto i 100 punti base, rimanendoci per un’intera settimana prima di risalire marginalmente, un traguardo che non si toccava dal 2021. A trainare questa convergenza non è solo il calo del rischio percepito sull’Italia, ma anche un cambiamento nei flussi globali. Sempre più investitori esteri stanno ribilanciando i portafogli alleggerendo i Treasury e guardando con favore al debito europeo, in particolare a quello italiano.

A facilitare questo spostamento contribuiscono anche i fondamentali: secondo S&P, l’Italia è attesa in surplus primario nel periodo 2025–2028. Le aste recenti hanno confermato il buon momento dei nostri titoli di Stato, con domanda sostenuta e rendimenti ancora interessanti nel confronto intra-eurozona.

Un tassello importante in questo scenario sarà la nuova emissione del BTP Italia, prevista tra il 27 e il 30 maggio. Titolo indicizzato all’inflazione italiana, con premio fedeltà dell’1% per chi lo terrà fino a scadenza (2032), rappresenta una proposta interessante in una fase in cui la protezione del potere d’acquisto torna al centro della pianificazione finanziaria di molti investitori retail.

Sul fronte delle banche centrali, intanto, l’attesa è tutta rivolta al meeting Bce del 5 giugno. Dopo tre tagli consecutivi nei primi mesi del 2025, il consiglio direttivo si trova diviso: da una parte i “falchi” tedeschi chiedono prudenza, dall’altra la Francia spinge per un ulteriore allentamento entro l’estate. Barclays prevede tre nuovi tagli entro fine anno, con una pausa a luglio e un approdo al tasso sui depositi dell’1,5% a dicembre.

In un contesto dove anche la stabilità macro delle grandi economie non è più scontata, l’Europa – e in particolare l’Italia – sembrano temporaneamente avvantaggiate. Ma parlare di inversione strutturale sarebbe prematuro. I segnali ci sono, ma i prossimi mesi – tra tensioni geopolitiche, negoziati sui dazi e nuove proiezioni macro – saranno determinanti per capire se si tratti di una vera rotazione nei portafogli globali o solo di una pausa tattica in un mondo ancora dominato dall’incertezza.

Come sempre, staremo a vedere, ma ora passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La fotografia del mercato obbligazionario mostra una curva dei rendimenti ancora leggermente più inclinata rispetto alla scorsa settimana, con variazioni lievi ma significative nel quadro di un contesto ancora sospeso tra attese e cautela.

Il rendimento del titolo decennale si attesta al 2,56%, in lieve rialzo, così come il trentennale che segue lo stesso andamento, salendo al 2,53%. Il differenziale tra 10 e 2 anni si restringe leggermente a 0,53%, segnalando un irrigidimento della curva nella parte centrale, in attesa di segnali più netti sul fronte delle politiche monetarie.

Nel tratto breve della curva (2025–2027), i rendimenti si attestano in area 2,09%, mantenendo una forte inclinazione negativa, riflesso di un nervosismo strutturale che si è riacceso in questi giorni. La mancanza di visibilità sulle prossime mosse delle banche centrali e la volatilità dei dati macroeconomici continuano a impedire una lettura direzionale chiara da parte degli operatori.

Nel segmento medio-lungo (2027–2043), la curva conserva una struttura ordinata e inclinata positivamente, con una configurazione che si appiattisce gradualmente a partire dal 2039. I rendimenti in questa fascia restano poco sopra il 2,70%, segno di un equilibrio che non ha subito scossoni rilevanti nonostante le turbolenze in altre aree del mercato.

Oltre il 2043, sul tratto ultra-lungo, l’inclinazione resta ancora negativa, ma la pendenza si riduce settimana dopo settimana. Il rendimento a 50 anni si attesta al 2,37%, coerente con una curva che nel complesso continua a mostrare un'impostazione costruttiva, in linea con quanto osservato nelle settimane precedenti.

Infine, il forward Euribor a 6 mesi per la fascia compresa tra fine 2026 e inizio 2027 registra un lieve aumento, portandosi in area 1,85%. Il mercato continua a scontare un ciclo di tassi più bassi nel medio termine, ma le incognite legate all’evoluzione dell’inflazione e alle tensioni commerciali globali contribuiscono a mantenere una certa prudenza anche su questo segmento.

Analisi Integrata Trendycator
L’aggiornamento settimanale dei rendimenti governativi, integrato con il modello Trendycator, continua a restituire un quadro di relativa stabilità, ma emergono segnali di rafforzamento in diverse aree core, in particolare nel blocco europeo.

Nel Regno Unito, il rendimento del Gilt decennale si porta al 4,66%, segnando un nuovo massimo relativo all’interno del range osservato nelle ultime settimane. Il Trendycator conferma il segnale LONG, coerente con un contesto in cui le aspettative di discesa dei tassi restano ancora posticipate. Nonostante la frenata dell’inflazione, la Bank of England si muove con estrema prudenza, lasciando che i tassi elevati esercitino ancora una pressione sul ciclo economico.

In Germania, il Bund decennale sale al 2,62%, consolidando la dinamica di recupero dei rendimenti iniziata a marzo. Il Trendycator si mantiene su LONG, suggerendo una fase in cui il mercato sta progressivamente rivedendo al rialzo i livelli ritenuti coerenti con l’attuale contesto macro. L’avvicinarsi del prossimo meeting della Bce del 5 giugno introduce attesa, ma non sembra modificare in modo significativo il posizionamento degli investitori.

In Italia, il rendimento del Btp decennale si attesta al 3,62%, con uno spread rispetto al Bund ora a 103,5 punti base. Il Trendycator resta su NEUTRAL, segnalando una fase di transizione: da un lato la stabilità politica e le prospettive di surplus primario sostengono il flusso in ingresso, dall’altro persistono incertezze legate al mix di finanziamento e alla gestione del debito, elementi che spingono il mercato a mantenere un atteggiamento prudente.

Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury decennale si porta al 4,43%, proseguendo il recupero dai minimi di inizio mese. Tuttavia, la struttura resta laterale e priva di direzionalità forte. Il Trendycator conferma il segnale NEUTRAL, coerente con un quadro macro ancora poco leggibile: le tensioni fiscali interne, il downgrade da parte di Moody’s e le incertezze sulla politica monetaria della Fed stanno mantenendo gli operatori in una fase di attesa tattica.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Il quadro operativo non subisce variazioni sostanziali. I mercati obbligazionari si muovono all’interno di un contesto che resta strutturalmente incerto, in bilico tra segnali macroeconomici frammentati, evoluzioni ancora imprevedibili sul fronte commerciale e attese sempre più tese in vista dei prossimi interventi delle banche centrali. Nessuno degli elementi attualmente in campo è sufficiente a giustificare un cambio di rotta nelle strategie operative.

In questo scenario di transizione, la prudenza rimane l’approccio più sensato. La costruzione di portafogli attraverso una logica di laddering concentrata tra i 3 e i 10 anni continua a rappresentare la strategia più efficace: consente di sfruttare il tratto della curva dove l’inclinazione è ancora favorevole, riducendo al contempo il rischio di duration in un momento in cui visibilità e coerenza delle politiche monetarie restano limitate.

In merito al nuovo Btp Italia in collocamento dal 27 maggio, al momento i dettagli disponibili sono ancora parziali. Sarà nostra cura tornare sul tema con analisi mirata non appena saranno comunicati i tassi minimi garantiti e gli altri parametri chiave.

In una fase ancora guidata più dall'attesa che dalla direzionalità, non è il momento di anticipare il mercato né di forzare le scelte. La gestione del rischio viene prima di tutto.

Qui sotto, dato il focus sul debito italiano, una selezione di Btp con scadenze da 5 a 10 anni.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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