Ottima trimestrale per la prima banca italiana, così come (seppur con numeri meno importanti) per la leader degli apparecchi uditivi. Intesa però non festeggia, al contrario di Amplifon. Situazione simile per la leader Usa dei big data, con una chiusura in profondo rosso. Infine le prospettive per il 2025 dei dividendi, con una sorpresa non favorevole.
Buy or sell
Immagine tratta da Wikimedia Commons
In una seduta molto confusa per complesse vicende politiche e per il ritorno delle tensioni sul fronte dazi selezioniamo tre azioni e un asset sempre più seguito come temi del giorno.
Iniziamo da IntesaSanpaolo: annuncia ottimi risultati per il primo trimestre 2025 e si tiene fuori dal risiko bancario. Approfondiamo le due notizie. |
Ha battuto le stime degli analisti e chiuso il primo trimestre con un utile netto in crescita del 13,6% a 2,61 miliardi di euro rispetto ai 2,3 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. L'attuazione del piano di impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo, con una prospettiva di utile netto per il 2025 confermato a ben oltre 9 miliardi di euro. La notizia che forse piacerà di più è però un’altra: Intesa prevede un payout ratio (indicatore che misura la quota degli utili distribuiti agli azionisti tramite il pagamento dei dividendi) pari al 70% dell'utile netto consolidato per ciascun anno del piano di impresa e un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all'importo riferito al 2024. Il tutto sarà quantificato a momento debito, mentre già si sa che a giugno partirà un buyback da 2 miliardi di euro. Numeri quindi di assoluto rilievo. Sul fronte invece del risiko bancario il ceo, Carlo Messina, ha escluso eventuali operazioni di M&A, nell'ambito di un contesto che ha definito "già affollato" e caratterizzato da una "grande confusione". Parole sacrosante! |
Si è detto del dividendo: presto verrà versato quello riferito all’esercizio 2024. Di quanto si tratterà? |
Il 19/5 ci sarà lo stacco e il 21/5 il pagamento di 0,171 Eur come saldo 2024 dopo l’acconto il novembre scorso di 0,17 Eur. Il dividend yield del saldo è al momento del 3,57% lordo, mentre quello complessivo si attesta al 7,16%. |
Il rimbalzo post difficoltà di inizio aprile è stato regolare, con un movimento a V fra i più riusciti sul Ftse Mib. Ora il titolo è tornato vicino ai massimi storici. Quali le prospettive? |
A 4,948 Eur (contro chiusura ieri a 4,7635 Eur) c’è una resistenza molto forte, testata più volte da marzo in poi. Sarà una barriera difficile da rompere in un contesto complesso quale l’attuale. Si consideri poi l’effetto stacco cedola, che rappresenterà la verifica della forza o meno nel proseguimento del trend rialzista. Nelle ultime sedute l’azione ha mostrato un movimento equivalente a quello dell’indice di riferimento, scomparendo fra l’altro dalla selezione delle più performanti. E proprio ieri – malgrado l’ottima trimestrale – il risultato finale ha visto il segno meno (-0,78%). |
Proseguiamo con Amplifon, il cui titolo sta tentando un riscatto dopo mesi difficili, inserito da tempo in un netto canale ribassista. Ce la farà a rialzarsi? |
Vediamo prima i motivi dell’ottima performance di ieri (+6,25% a 18,54 Eur). Ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi consolidati pari a 587,8 milioni di euro, in crescita del 2,6% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo del 2024, nonostante un contesto di mercato debole, soprattutto negli Stati Uniti. La società ha confermato l’outlook per il 2025: ricavi attesi in crescita ed Ebidta adjusted pari ad almeno il 24%. Inoltre ha annunciato l’avvio, nelle prossime settimane, di un piano di riacquisto di azioni proprie fino a un massimo di 150 milioni di euro, da completare entro ottobre. |
Buone notizie ma forse la reazione in Borsa è apparsa un po' esagerata. O no? |
Il titolo è tornato sui livelli del 2020 e il rimbalzo di ieri risulta comunque marginale rispetto al trend negativo che lo sta caratterizzando da mesi. Per registrare un’effettiva inversione rialzista occorrerà quanto meno una risalita sui 21 Eur, sebbene la prima forte resistenza sia collocata sui 23,2 Eur. Lo choc della pesantissima candela rossa del 6 marzo non è stato superato e in effetti da allora le vendite hanno sempre avuto il sopravvento. |
Indigesta al Nasdaq la seduta di Palantir Technologies, azienda statunitense specializzata nell'analisi dei big data e attiva quindi nel settore dell’intelligenza artificiale. Vediamo i numeri iniziali del 2025. |
Nel primo trimestre Palantir ha registrato un aumento del fatturato del 39% a 883,8 milioni di dollari rispetto ai 634,3 milioni dell’anno precedente ma appena il 2,4% in più rispetto alle stime di 862,8 milioni di dollari. L’azienda di tecnologia per la difesa ha dichiarato che i suoi ricavi commerciali sono cresciuti del 71% rispetto al 2024, raggiungendo i 255 milioni di dollari, mentre le vendite nel segmento governativo sono aumentate del 45%, raggiungendo i 373 milioni di dollari. Si prevede così che i ricavi commerciali negli Stati Uniti supereranno gli 1,178 miliardi di dollari quest’anno. Per quanto riguarda i profitti, la società ha riportato un utile netto del primo trimestre più che raddoppiato, passando da 106,07 a 217,7 milioni di dollari. L’utile per azione rettificato ammonta a 0,13 dollari, in linea con il consenso degli analisti. |
Eppure il titolo è crollato. Non è che si stia esagerando nelle aspettative, problema già visto più volte in passato e che non sempre ha portato bene ai mercati in generale? |
Palantir ha chiuso la seduta al -12%, a causa di quelli che gli analisti ritengono due motivi dovuti al momento: il calo delle vendite internazionali e un’irrazionalità delle valutazioni da parte del mercato. I numeri Usa sono stati ottimi ma ciò non è apparso sufficiente per sostenere i corsi, anche a causa dei timori di un rallentamento del Pil. Da segnalare però che il titolo aveva registrato un doppio massimo sui 124 Usd proprio nei giorni scorsi dopo un primo picco, messo a segno a febbraio. |
Infine il tema dei dividendi; novità su questo fronte? |
Secondo un’analisi di Vanguard, uno dei maggiori emittenti a livello mondiale di Etf, nel primo trimestre 2025 il volume globale di dividendi è stato pari a 398 miliardi di dollari Usa, con un aumento del 9,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche se la crescita rimane robusta, essa è significativamente inferiore al +15,3% del quarto trimestre 2024. Questo è il primo segnale che le incertezze globali stanno pesando sempre più sulla fiducia delle aziende. Le distribuzioni globali a 12 mesi si attestano comunque a 2.200 miliardi di dollari per l'anno in corso. |