In attesa del referendum UK


In attesa del “Big Bang” del 23 giugno prossimo, evento di portata storica al di là di quale sarà il risultato, facciamo una panoramica sulla situazione del mercato obbligazionario nel suo complesso, analizzando le curve principali.

Da diverse settimane la struttura a termine dei tassi (ZC Yield Curve) è sostanzialmente stabile, salvo le normali oscillazioni di qualche manciata di basis points. E questo è normale, poiché salvo l’attesissimo appuntamento con le urne britanniche, non vi sono stati particolari eventi che potessero incidere sulla conformazione della curva, e di conseguenza sui rendimenti impliciti.


I tassi a breve permangono in area negativa, iniziando a restituire rendimenti positivi solo per le scadenze da metà 2023 in poi, con un top di rendimento in area 1,00% per scadenze dal 2040. Pertanto le attese sulla crescita dei tassi d’interesse rimangono sostanzialmente stabili, crescita che è vista graduale e abbastanza contenuta come entità. L’analisi dei forward su Euribor 6 mesi, impliciti nella curva ZC Yield Curve, “vede” tassi negativi sino a circa metà 2019, stante la struttura a termine attuale. I tassi forward “vedono” inoltre un top poco sopra area 1,50% indicando quindi attese piuttosto modeste di aumento dei tassi.


Piuttosto moderate anche le attese sulla crescita dell’inflazione, e comunque lontane dai target teorici fissati dal FED e BCE pari al 2% su base annua. Infatti l’inflazione dell’area Euro (attraverso gli ZC Inflation Swap) ci mostra un curva che stenta a raggiungere area 1,6% di inflazione annua a 30 anni, mentre la curva dell’inflazione italiana attesa mostra un top (sempre a 30 ani) in area 1,40%. Entrambe le curve sono piuttosto “piatte” per cui anche in questo caso le attese sono per frazionali incrementi anno su anno.


In accordo con la sostanziale stabilità dei tassi impliciti, anche gli spread contro Bund si sono mossi sostanzialmente in laterale, con qualche punta più marcata al rialzo per i Paesi c.d. periferici, uno su tutti il Portogallo, che da qualche mese a questa parte è “preso di mira” dalla Troika e quindi assistiamo a movimenti speculativi come già in passato abbiamo riscontrato.

Di pari passo i rendimenti dei benchmark decennali, con i titoli di Stato europei che, salvo l’eccezione del Portogallo, offrono rendimenti irrisori da tempo. La Germania è ormai arrivata in area 0,00% e solo Italia, Spagna e Portogallo offrono rendimenti superiori all’1,00% per scadenze a 10 anni. Attenzione alla Spagna, che con le elezioni in vista, potrebbe fare movimenti “fuori media” in concomitanza con l’appuntamento elettorale.

Infine, anche la comparazione delle ZC Yield Curve delle principali aree valutarie non presenta significative variazioni rispetto alle settimane precedenti, con la curva USA che rimane quella più “generosa” e quella in CHF la più “avara”.

Per concludere, un rapido aggiornamento sul nostro piccolo corporate tedesco Adler RE, che pare inizi a perdere un po’ di spinta sugli acquisti, rimanendo comunque sempre in area 102,60 / 103,25 senza dare particolari indicazioni.

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