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Greggio sotto i riflettori


Riporto un interessante spunto sul greggio gentilmente fornito da Unicredit:

 

Greggio: le tensioni geopolitiche infiammano i prezzi

  

Elevata volatilità per il greggio, condizionato da un lato dai timori sulla crescita dell'economia globale e dall'altro dalle tensioni geopolitiche in Medioriente.

 

Sotto quest'ultimo aspetto, infatti, nelle ultime sedute si è assistito ad un rimbalzo dei corsi del petrolio, con il future americano Wti tornato sopra la soglia psicologica dei USD100,0 al barile. Il balzo sarebbe collegato al diffondersi della voce che l'Iran starebbe per chiudere lo stretto di Hormuz, passaggio delle esportazioni di petrolio dal Golfo Persico. Da stampa, sarebbero iniziate delle manovre militari per chiudere lo stretto.

 

Tale notizia ha messo in secondo piano l'effetto negativo derivante dal fatto che alcuni giorni fa sia l'organizzazione dei Paesi esportatori di greggio (Opec) sia l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) hanno ritoccato al ribasso le proprie stime sulla crescita della domanda nei prossimi mesi.

 

L'Opec ha corretto lievemente al ribasso la propria stima sulla crescita della domanda globale 2012, spiegando che le misure di austerity varate dai Paesi sviluppati minacciano di erodere i consumi di petrolio in Cina e India. 

In occasione della prossima riunione a Vienna, i ministri Opec dovrebbero dunque parlare di un giusto equilibrio tra domanda e offerta. 

La proiezione sulla domanda 2012 passa a 1,1 milioni di barili al giorno, in calo di 100.000 barili rispetto alle attese precedenti, con rischi al ribasso legati al rallentamento della congiuntura nei Paesi Ocse. 

 

Notizie poco confortanti per l'oro nero sono giunte anche dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE), che ha tagliato di nuovo le sue stime sulla domanda di petrolio. L'organizzazione con sede a Parigi indica che le condizioni dell'economia sono diventate più precarie mentre i prezzi restano su livelli elevati. L'AIE ha rivisto al ribasso le sue stime sulla crescita della domanda nel 2011 di 160.000 barili al giorno e nel 2012 di 200.000 barili al giorno. La domanda dovrebbe in questo modo aumentare quest'anno a 89 milioni di barili al giorno ed il prossimo a 90,3 milioni di barili al giorno.

 

Per chi intenda investire sul petrolio alla luce delle persistenti tensioni geopolitiche, nella vasta gamma di Certificates disponibili sul comparto delle materie prime UniCredit mette a disposizione due Benchmark legati all'andamento dell'oro nero: il DJ-UBS Petroleum TR (codice ISIN DE000HV16HC3) e il Nyse Arca Petrolio (DE000HV8FZU2).

 

Il primo consente di replicare fedelmente il DJ UBS Petroleum TR, un indice Total Return calcolato dalla DJ-UBS replicando l'andamento del petrolio greggio, del combustibile da riscaldamento e della benzina senza piombo, alla stregua di un normale Benchmark con la differenza di non essere legato da una scadenza.

 

Il secondo indice replica l'andamento di società che operano nel settore petrolifero e viene calcolato e mantenuto dal Nyse Arca, che può cambiare la composizione in qualsiasi momento per riflettere le condizioni del settore del petrolio e per assicurare che i titoli all'interno del paniere continuino a rappresentare l'industria petrolifera. Tali titoli devono soddisfare determinati requisiti.

 

Il codice Reuters dell'indice in questione è .XOI e quota al momento poco sopra i USD1.200. Al momento le società che compongono il paniere sono le seguenti: Hess Corp, Marathon Oil, Royal Dutch Shell, Sunoco Inc e Exxon Mobil.

 

Di seguito il grafico dell'andamento dell'indice Nyse Arca Petrolio.

 

 

 

 

(articolo di Sandro Mancini)

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