Etf a distribuzione: osare sui governativi emergenti con un buon rendimento


Cedole & dividendi

I titoli di Stato dei Paesi emergenti sono un asset su cui ogni investitore dovrebbe collocare parte del proprio portafoglio in valute extra Ue. Ci sono tuttavia degli ostacoli a posizionarsi su tale segmento obbligazionario:

1°) si tratta di bond quotati quasi solo su mercati non regolamentati e in alcuni casi con restrizioni per l’investitore italiano (è il caso per esempio di quelli russi in rublo e di quelli brasiliani in real)

2°) hanno tagli forti (100.000 o 200.000)

3°) presentano in alcuni casi elevata volatilità

4°) la gestione delle valute emergenti richiede un po’ di tempo e la conoscenza dell’analisi tecnica.

Non resta quindi che un’alternativa, quella degli Etf o dei fondi. Fra i primi segnaliamo un “replicante” dalle caratteristiche interessanti:

Ishares Emerging Local Government Bond Etf Dist (Isin IE00B5M4WH52), quotato su Borsa Italiana: ha come sottostante l'indice Barclays Emerging Markets Local Currency Core Government Bond, che replica titoli di stato dei mercati emergenti di 8 paesi denominati nelle rispettive valute domestiche. L’esposizione geografica è così strutturata: Messico, Brasile, Tailandia, Indonesia, Malesia, Polonia, Sud Africa, Turchia, Colombia e Russia, oltre ad altri Paesi minori.

Negli ultimi anni questo settore è stato penalizzato in parte dalla crisi degli emergenti in parte dalla debolezza delle relative monete. Nel caso specifico non c’è copertura valutaria fra tali divise e il dollaro, in cui è espresso l’Etf. Ci si fa quindi carico di un rischio cambio molteplice, poiché oltre al “cross” fra le varie monete e il biglietto verde occorre tenere presente anche di quello fra lo stesso dollaro e l’euro, acquistando in questa valuta. Consigliabile quindi operare preferibilmente con un conto in $, allo scopo di eliminare quanto meno la variabile dollaro/euro.

Punti forti: ● La replica è fisica, cioè si esplicita nell’acquisto di tutti i titoli inclusi nell’indice benchmark in proporzione ai pesi che essi hanno nello stesso indice; pertanto la performance del fondo è sempre allineata a quella del benchmark ● La volatilità è piuttosto bassa (malgrado il fattore cambi valutari) ● L’Etf prevede la distribuzione semestrale di dividendi ● Bene gli scambi a Borsa Italiana ● Interessante l’esposizione sui Paesi, con tutti i più significativi presenti.

Punti deboli: ● Il rischio cambio fra dollaro – valuta di riferimento - ed euro – valuta di regolamento - fatto salvo quanto scritto primaIl Ter (cioè il costo annuo di gestione) è piuttosto elevato per un Etf, con uno 0,50%, seppur accettabile per la tipologia a distribuzione ● Consigliabile nella fase attuale attendere lo stacco della cedola di gennaio, la cui data non è fissa; entrare indicativamente verso fine mese.

Il rendimento: due cedole ogni anno, pagate a gennaio e a luglio. L’importo 2015 è stato di 4,16 $ e quello 2016 di 3,41 $. Con un calcolo improprio, cioè ipotizzando il valore 2016 rapportato alla quotazione di ieri (58,3 $) ne conseguirebbe un rendimento lordo del 5,85% (netto 4,3%).

 L’analisi grafica: i massimi del 2013 sui 77,6 sono molto lontani; dopo il minimo a 51,4 di inizio 2016 l’Ishares Emerging Local Government Bond Etf ha recuperato qualcosa, ma per la maggior parte dell’anno si è mosso fra 55,6 e 60,6. Una strategia di accumulo progressivo è consigliabile, soprattutto in presenza di debolezza. La quotazione attuale sui 58,4 appare idonea a un primo posizionamento, ma certamente la variabile valutaria è il fattore primario di trend. Il rilevante numero di divise coperte dal benchmark rappresenta un motivo di bilanciamento globale e lo dimostra la bassa volatilità per un asset molto speculativo quali sono i titoli di Stato degli emergenti.