Rimbalzo dell’azionario: situazione di stallo


Dopo il forte scivolone di venerdì 26 novembre, sull’onda emotiva della variante omicron, gli indici azionari si sono stabilizzati e hanno messo a segno un movimento di rimbalzo, seppur in un quadro tecnico che appare sempre più in fase di stallo. L’indice S&P500 (PC 4.684; cfr. grafico future) è riuscito a rimbalzare al di sopra del supporto indicato in area 4.500-4.540, risalendo verso 4.700. Come indicato la scorsa settimana, la “tenuta di 4.500-4.540 provocherebbe l’avvio di un movimento correttivo anche sensibile, che potrebbe puntare al test del supporto chiave in area 4200/50. Il rischio correttivo sarebbe annullato solo da una pronta risalita delle quotazioni al di sopra di quota 4.700”.

Lato volatilità implicita, sul VIX (PC 20,20) si è assistito ad una veloce ridiscesa dopo il picco a 31,50 toccato il 3 dicembre: le tensioni riprenderebbero solo al superamento di 28,75, al momento poco probabile.

Laterali i metalli preziosi, che rimangono deboli su orizzonti settimanali ma ancora favorevoli su orizzonti strategici. La maggior parte delle materie prime continua a tenere abbastanza bene e rimane positiva vista la presenza di “uno scenario oramai conclamatamente inflazionistico, nonostante le rassicurazioni delle Banche Centrali che minimizzano il problema perché perseguono una strategia di ‘repressione finanziaria’ (manipolazione dei rendimenti obbligazionari al ribasso) per tentare un’uscita inflazionistica dall’enorme massa di debito accumulatasi a livello mondiale, paradossalmente proprio a causa di suddette politiche monetarie ultra-espansive”.

Come si diceva le scorse settimane “L’evoluzione della liquidità nei mesi a venire rimane la variabile chiave per capire le prospettive dei mercati finanziari, dalle materie prime all’azionario all’obbligazionario. Se le Banche Centrali ridurranno la liquidità, o anche solo se inietteranno ancora liquidità netta ma con un’intensità ritenuta insufficiente da mercati oramai strutturalmente dipendenti dalla “droga monetaria”, i realizzi potranno anche essere significativi, in particolar modo sull’azionario e sull’obbligazionario high yield. Anche se, a quel punto, probabilmente le Banche Centrali riaprirebbero nuovamente i rubinetti”.

Il quadro tecnico plurimensile rimane comunque ancora favorevole per la generalità delle commoditiesDa segnalare che ciò sta avvenendo in un contesto di dollaro forte (contribuendo quindi all’apprezzamento degli Etc sottoindicati, i quali sono quotati in euro ma sono esposti al rischio cambio contro il dollaro USA), vista la forte discesa del cambio EurUsd (PC 1,1340) dai picchi di maggio a ridosso di 1,2270. A breve non si può comunque escludere un tentativo di rimbalzo dell’euro verso area 1,1500/1550.

Operativamente, si conferma il mantenimento delle posizioni in portafoglio, sui seguenti Etc quotati su Borsa italiana”: Oro, ticker PHAU: PC 149,03; Argento, ticker PHAG: PC 18,216; Platino, ticker PHPT: PC 77,300; Palladio, ticker PHPD: PC 144,93; Frumento (ticker WEAT: PC 0,7310), Mais (ticker CORN: PC 0,9760), Caffè (ticker COFF: 1,2282), Cotone (ticker COTN: 2,7365), Rame (ticker COPA: 33,765), Nickel (ticker NICK: 16,294), Alluminio (ticker ALUM: 3,2045), Zucchero (ticker SUGA: 8,495), Cacao (ticker COCO: 2,2155) Zinco (tickerZINC: 8,971).Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 6,691).

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