Titoli caldi – Unicredit, torna la volatilità. Commodities ed Etf tematici, su quali puntare


Gli ottimi risultati dei primi nove mesi hanno spinto il titolo bancario ma si avvertono i primi segnali di incremento di fasi oscillanti. Una ricerca di WisdomTree fa il punto sui due temi roventi dell’economia globalizzata.

Buy and sell

Il balzo del titolo Unicredit si è realizzato con candele allineate alla banda superiore delle Bollinger, il che sta avvenendo da 13 sedute. Ora però questo indicatore segnala un probabile aumento di volatilità, che proprio la seduta in corso (2/11/2022) conferma, con l’ipotesi di nuovi apprezzamenti solo oltre il massimo intraday registrato nell'ultima giornata, posizionato a 12,97 euro, livello che non si vedeva da febbraio, ma con la conseguente prima resistenza a 13,19 euro. Un po' scontato quindi un aumento della variabilità dei corsi, sebbene le notizie siano molto favorevoli. La banca ha archiviato infatti i primi 9 mesi dell'anno con un utile a 4 miliardi di euro (rispetto ai 3 miliardi del 2021) e nel terzo trimestre ha battuto le attese degli analisti con profitti di 1,7 miliardi includendo la Russia (1,3 miliardi escludendo Mosca e dintorni). Il gruppo alza quindi la “guidance” 2022 aspettandosi per l'intero anno un utile netto superiore ai 4,8 miliardi di euro. Inevitabile pensare così già al dividendo distribuito nel 2023, che potrebbe essere fra i più significativi di Piazza Affari. Il confronto con Intesa Sanpaolo si giocherà perciò anche su questo fronte.

Facciamo allora il punto dell’azione Unicredit alla luce del quadro attuale.

Isin e codice

IT0005239360 / UCG

Apertura oggi (2/11/2022)

12,73 euro

Volatilità media (a 1 anno)

49,4% (molto elevata)

Il quadro grafico

Dopo un inizio ottobre di lateralità il titolo ha ritrovato forza, salendo dall’area dei 11,2 euro agli oltre 12,6 di ieri

Prima resistenza

13,19 euro

Seconda resistenza

14,96 euro

Scenario negativo se…

…si realizzasse una ridiscesa nell’area degli 11 euro

La media a 200 (valore in corso)

Segnale positivo: è collocata a 10,30 euro, nettamente sotto la trendline delle quotazioni fin dal 30 settembre

Un segnale “buy”

Con una decisa rottura dei 13,2 euro e con una Bce decisa a rialzare di brutto i tassi in area euro

Da notare

UniCredit ha reso noto di aver effettuato un buyback dal 24 al 28 ottobre per 6.236.000 azioni proprie al prezzo medio ponderato di 11,9024 euro, nell'ambito del programma di acquisto di azioni ordinarie comunicato il 21 settembre 2022 e avviato in pari data

Una ricerca di WisdomTree fa già guardare al prossimo anno

 “I timori di recessione continuano a crescere, mentre le Banche centrali aumentano i tassi d’interesse a livelli che ritengono in grado di neutralizzare l'inflazione. Tuttavia, l'incongruenza delle politiche continuerà a ostacolare gli sforzi”. Inizia così un report di WisdomTree che guarda al 2023 e soprattutto alle tematiche di investimento più calde, quelle delle materie prime e delle strategie di investimento tematiche.

Commodities in primo piano
Le scorte di molte di loro sono significativamente sotto la media storica e il numero di quelle in backwardation, cioè con prezzi spot
 più alti di quelli a termine, sono ai massimi storici: entrambi i fattori segnalano una dinamica di domanda e offerta molto rigida.
A giudicare dal posizionamento speculativo netto e dai prezzi tecnici, il pessimismo si è diffuso in molti mercati delle commodities. Nonostante i timori di recessione, questo pessimismo appare ingiustificato, se si considerano i fondamentali, e si potrebbe assistere a un rally di ricopertura delle posizioni short
 per diverse materie prime, man mano che queste ultime si sbloccheranno. Occorre inoltre ricordare che le commodities sono un’asset class ciclica e in un contesto di elevata inflazione possono essere utilizzate come coperta del portafoglio.
Oltre al contesto attuale, bisogna tenere in considerazione anche dei trend di mercato di lungo periodo, che daranno un’ulteriore spinta al mercato. Il settore delle infrastrutture rappresenta, ad esempio, il volano della futura crescita economica. Quest’ultimo è favorito dal programma di finanziamento europeo, il RePowerEu, e dalla necessità di rinnovamento delle strutture già esistenti. Altro tema da considerare è quello della transizione energetica; molti governi hanno reagito alla guerra in Ucraina raddoppiando i relativi impegni. La transizione energetica potrebbe quindi essere un driver importante della domanda di metalli quali, ad esempio, rame, alluminio e nickel.

Cosa potrebbe succedere nel 2023?
Secondo l’annuale ricerca paneuropea, condotta di recente su 600 investitori professionali in Europa e rivolta alle scelte d’investimento sull’allocazione delle commodities all’interno dei propri portafogli, il 40% ha dichiarato di non aver intenzione di cambiare nel 2023 la propria ampia esposizione al settore. Il 22% intende invece aumentare l’allocazione sulle materie prime agricole, mentre il 19% prevede di incrementare le posizioni sull’oro.

Tematici sempre d’attualità
In linea con il sentiment generale di riduzione del rischio cui si assiste in tutti i mercati, i flussi verso le strategie d'investimento tematiche hanno subito un rallentamento. Tuttavia, alcune nicchie di tale comparto continuano a catturare l’interesse degli investitori. Tra questi il tema delle blockchain e delle innovazioni che stanno trasformando i settori automobilistico /guida autonoma, connettività, mobilità condivisa ed elettrificazione.
In un mondo sempre più digitalizzato e globale la tecnologia blockchain rappresenta un crocevia tra diversi megatrend. Se le sue prime applicazioni riguardavano i sistemi di pagamento alternativo (Bitcoin), ora la blockchain si è evoluta ben oltre tale sfera. I numeri, del resto, parlano chiaro: il suo mercato globale è destinato a crescere a un tasso annuo composto del +68% entro il 2026, con il 55% dei senior executive a livello globale che la considera una priorità per il proprio business.

E gli italiani?
Secondo l’indagine promossa da WisdomTree, la quasi totalità degli investitori professionali italiani (il 98%) risulta investita in Etf tematici. Inoltre, il 53% degli interpellati ha dichiarato di voler aumentare le proprie allocazioni in tali prodotti, mentre la transizione energetica (per il 30% del campione), la cybersecurity (per il 16%) e l’intelligenza artificiale (per il 13%) risultano essere tra i temi d’investimento più convincenti nell’attuale scenario di mercato.