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Cina o India? Alla roulette asiatica una Borsa perde e l’altra vince. Come colpire nel segno


Pechino in difficoltà ma impegnata a rilanciare il CSI 300, sceso sui minimi di 5 anni. New Delhi spinta dal boom demografico. Cosa fare e quale Etf scegliere sui due fronti.

Buy or sell

Immagine da Wikimedia Commons

È un confronto diplomatico duro quello fra Cina e India, che talvolta sfocia anche in vere e proprie scaramucce ai confini. Ma ancor più duro è lo scontro fra le rispettive Borse, seppur condotto in maniera più diplomatica. Le due potenze asiatiche si contendono infatti i tassi di crescita dell’economia mondiale in un quadro complesso di politiche monetarie e piani di rilancio. Inevitabile allora il quesito se sia il momento per entrare sulle due piazze con gli Etf quotati su Borsa Italiana. Analizziamo entrambi i fronti.

Tassi crescita annuale Pil

+5,2% Cina e +7,6% India

Tasso inflazione annuale

-0,3% Cina e +5,7% India

Debito pubblico su Pil

77% Cina e 86,5% India

Analisi del quadro economico: Cina (fonte Ispi)

L’economia cinese affronta una fase di grande difficoltà, che porta alcuni osservatori a parlare dell’avvio di un’era di stagnazione. Il dato di fatto è che non sembra più in grado di assicurare i tassi di crescita vertiginosi degli anni passati e la conseguenza è che lo sviluppo dei prossimi anni potrebbe assestarsi su valori più bassi (3-4%), con implicazioni sia economiche che politiche. Intanto il Governo centrale sta valutando un piano di sostegno per i mercati finanziari

Analisi del quadro economico: India (fonte Ispi)

L’economia indiana è quella che cresce più velocemente tra le prime venti del mondo. Nel secondo quadrimestre del 2023 è prosperata del 7,8%. Anche le previsioni più conservative prevedono che continuerà di questo passo nei prossimi anni. Per almeno mezzo secolo ancora l’India – con un’età media della popolazione di 28,4 anni – potrà approfittare di un “dividendo demografico” impareggiabile

Come va la Borsa cinese

Lo Shanghai Shenzhen Csi 300, principale indice di un contesto da sempre complesso, ha di recente toccato il minimo dal 2019. Sui 3.238 punti della chiusura di ieri è molto lontano dai quasi 6.000 punti del massimo di inizio 2021. Da mesi è impostato su un netto “strong sell”, avendo rotto al ribasso anche la media mobile a 200 periodi su frequenza appunto “monthly” (brutto segnale!). Un possibile target si colloca sui 2.900 punti ma calcolando i pivot point la discesa potrebbe fermarsi poco sopra i 3.000 punti. E’ tutto un contesto però di se e di ma, che non esclude potenzialità di rimbalzo in presenza dell’annunciato forte intervento di sostegno da parte di Pechino

Come va la Borsa indiana

Il quadro è esattamente opposto, con una forza del BSE Sensex che non trova ostacoli. Sopra i 71.000 punti è uno “strong buy” più che convinto ma privo di riferimenti grafici, stanti i massimi in continuo aggiornamento. Secondo i dati di Bloomberg, la capitalizzazione complessiva delle Borse indiane ha raggiunto i 4.330 miliardi di dollari alla chiusura di lunedì contro i 4.290 miliardi di Hong Kong, dopo aver tagliato quota 4.000 appena il 5 dicembre scorso

Quale strategia per investire su Pechino?

Seguire le notizie relative al piano di rilancio finanziario e avviare un Pac (piano di acquisto) su un Etf specifico (si veda il box seguente) impostando tuttavia uno stop loss non troppo stretto

Quale strategia per investire su New Delhi?

Esageratamente forte? Meglio così attendere una fase di consolidamento? In tal caso fino ai 69.300 punti si tratterebbe appunto di un assestamento e solo sotto di un’inversione ribassista. Se si crede invece incondizionatamente nell’India consigliabile anche in questo caso un Pac con uno stop loss più stretto rispetto al caso cinese

L’Etf sulla Cina più scambiato

Xtrackers CSI 300 Swap (Isin LU0779800910 – valuta denominazione Usd – Ter 0,50% - performance a 1 anno -25,4%)

L’Etf sull’India più scambiato

Amundi Msci India (Isin FR0010361683 – valuta di denominazione Eur – Ter 0,85% - performance a 1 anno +24,5%)

Da notare…

Il rilevante spread di performance è una situazione che si presenta spesso fra mercati emergenti (la Cina lo è davvero?) ma che in questo caso ha toccato valori anomali