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Bce: nuovi tagli ai tassi attesi per il 2025


La Bce si trova mal pizzicata in questo frangente, ma potrebbe intensificare i tagli ai tassi, come previsto da Deutsche Bank, a causa della crescita economica debole in Eurozona e dell’incertezza globale, accentuata dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Con la Germania in rallentamento (oltre alla recente crisi politica) e l’inflazione in calo, la Bce sta rivalutando i suoi obiettivi di politica monetaria: si ipotizza un tasso terminale attorno all'1,5%, contro il precedente 2,25%. Una bella sforbiciata.

Le politiche commerciali statunitensi potrebbero ulteriormente indebolire il PIL europeo, soprattutto se venissero introdotti nuovi dazi. Questo scenario di incertezza sottolinea la necessità di interventi tempestivi, ma con cautela, per mantenere la stabilità dell'Eurozona.

Deutsche Bank anticipa che il ciclo di riduzione dei tassi potrebbe partire già a dicembre, con un possibile taglio di 50 punti base se i dati economici dell'Eurozona continueranno a deludere. La debolezza della crescita è particolarmente visibile in Germania, il cui settore industriale sta subendo una flessione rilevante, mentre i consumi restano bassi, frenati da un’elevata propensione al risparmio.

L’incertezza legata al ritorno di Trump include il rischio di nuove misure protezionistiche, come dazi sulle importazioni europee, che peserebbero sull’economia dell'Eurozona con una stima di perdita del PIL fino allo 0,4% tra il 2025 e il 2026. La Bce, già impegnata a contenere l'inflazione sotto il 2%, è quindi orientata a mantenere una linea accomodante per sostenere la crescita, con la prospettiva di un ciclo di tagli progressivi per il 2025.

In questo contesto, l’Eurozona si trova a fare i conti con un quadro economico sempre più complesso, caratterizzato da equilibri sempre più precari, in cui le decisioni della Bce saranno cruciali per mitigare i rischi di rallentamento e proteggere la stabilità finanziaria a fronte di pressioni globali imprevedibili.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra una continua contrazione dei rendimenti su tutto il tratto della curva. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni scende in area 2,36%, mentre la scadenza trentennale scende ancor più decisa in area 2,09%.

Molto instabile la conformazione della curva: mantiene ancora un’inclinazione negativa piuttosto accentuata sul tratto a breve e diminuisce l’inclinazione positiva, ora solo più dalle scadenze 2026 e quasi piatta sino al 2028. Sempre meno accentuata l’inclinazione positiva dul tratto a lunga, sempre sino alle scadenze 2039. Il differenziale 10Y-2Y torna ad allargarsi un po’, portandosi ora a 6 bps. Nel tratto a brevissimo la curva esprime ora un massimo di rendimento sulle scadenze di inizio 2025 in area 3,25% a causa dell’enorme incertezza economica.

In divenire le previsioni fornite dai tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi sempre in area 2,90% per il primo trimestre 2025 e la discesa verticale sulla parte a breve sempre presente, ma apparentemente in via di esaurimento. Decisamente mutevoli le aspettative sui tagli dei tassi che portano la curva dei forward ora in area 2,00% per i primi mesi del 2026, in linea con le aspettative di Deutsche Bank viste nel commento iniziale. Stabili le previsioni di risalita dei tassi, visti sempre verso area 2,70%, però ora nell’intervallo 2035-2036.

Analisi Integrata Trendycator
Analizzando con il Trendycator le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali è ben evidente la fase di notevole incertezza, almeno per l’Europa, nell’attesa delle prossime mosse delle banche centrali dopo l’elezione di Trump.

L’area UK vede il rendimento per il GILT consolidare in area 4,47% dopo l’esplosione in area 4,50% con Trendycator che conferma il passaggio a LONG. In salita anche i rendimenti del BUND che si portano in area 2,44% con Trendycator che conferma il passaggio allo stato NEUTRAL. In rialzo anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,73% con uno spread sostanzialmente stabile e ora in area 128; modello Trendycator che perde lo stato SHORT e si porta su NEUTRAL. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che ritoccano ancora al rialzo, ora in area 4,32% con Trendycator stabile in stato a NEUTRAL.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Non è cambiato molto rispetto alla scorsa settimana, e la strategia operativa di portafoglio, di fatto, è sostanzialmente invariata. Infatti, in un contesto di mercato caratterizzato da ombre pi+ che da luci, con prospettive di taglio dei tassi ma accentuata volatilità, emergono interessanti opportunità sui titoli di Stato per chi cerca un reddito cedolare elevato o buoni rendimenti a scadenza.

La settimana scora avevamo puntato il focus sui titoli tedeschi, adatti agli investitori che preferiscono inserire in portafoglio emissioni con rischio minimo. Tuttavia, da giorni si vocifera che la Germania potrebbe perdere il rating AAA, evento che potrebbe destabilizzare il mercato obbligazionario nel breve termine.

Sempre in ambito investment grade, anche diversi Btp offrono nuovamente rendimenti competitivi, grazie a cedole interessanti e quotazioni a sconto, che aumentano l’attrattività per investimenti orientati al puro reddito. E, come dicevamo, sul fronte tedesco, anche il Bund decennale si distingue per un andamento insolito, raggiungendo un rendimento del 2,4%, superiore all'Eurirs di pari scadenza, cosa mai vista da quando esiste l’euro.

Inoltre, a seguito delle attuali pressioni economiche e politiche, persino il Bund extralungo si presenta come strumento interessante per una strategia di diversificazione, senza però dimenticare che la fase di correzione potrebbe proseguire unita ad una volatilità a tratti esasperata che dimostra come in questa fase l’irrazionalità sul mercato obbligazionario sia piuttosto accentuata.

Aggiorniamo la tabella della selezione di bond tedeschi che presentano ancora rendimenti accettabili su diverse scadenze, per ora solo in lieve riduzione rispetto alla settimana scorsa.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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