Il decennale tedesco al 2,8% di yield appare un’anomalia storica. Potrebbe anche salire e sarebbe ancor più tale. Ipotizziamo allora oggi un modo di investire sui titoli di Stato di Berlino un po' diverso rispetto a quello classico del cassettista. Con ampi margini di manovra.
Buy or sell
Il Bund tornato al 2,8/3,0% di rendimento costituisce una singolarità che merita attenzione. E’ da comprare? Le opinioni in merito sono discordanti ma i gestori professionali guardano a questa evoluzione dei mercati con interesse. C’è nondimeno un però! Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management ritiene che non sarà facile individuare il momento in cui i governativi tedeschi toccheranno il picco di yield. E allora?
Hanno ragione? È impossibile definire tale apice? |
Risulta evidente come l’individuazione di un massimo (e quindi di un minimo della quotazione) sia più complesso in ambito obbligazionario rispetto per esempio all’azionario. C’è però un modo per avvicinarsi a tale obiettivo: sta nel non fare puntate uniche ma nel suddividere il capitale destinato (piccolo o medio che sia) in diverse tranche, con ordini che si susseguono al variare appunto dei prezzi. Certamente è probabile che il Bund abbia toccato i massimi di rendimento ma nessuno può escludere evoluzioni peggiorative, data la complessità del momento. |
Da cosa trova origine questa situazione? |
I mercati obbligazionari stanno vivendo una fase di volatilità causata dagli sviluppi sul fronte fiscale e dei dazi. A inizio anno, il rendimento del Bund decennale era del 2,4% e, dopo essere salito a gennaio, è ritornato a questo livello a fine febbraio. A marzo, però, lo yield è schizzato al 2,8%, raggiungendo il livello più alto dal 2023 a oggi. |
Comprare a lotti è semplice sulla carta ma lo è meno nella realtà. Come si fa? |
Vediamo l’esempio del Bund 3,25% 2042 (Isin DE0001135432): ha una volatilità interessante, garantisce un flusso cedolare significativo per un Bund e inoltre quota poco sopra 100, con una chiusura ieri sera a 101,96 Eur. Emesso nel 2010 si caratterizza per uno storico importante e quota sui minimi di lunghissimo periodo. Potrebbe scendere sotto e lì scatterebbe un secondo lotto che allineerebbe o quasi la quotazione di carico attorno appunto alla parità. Sarebbe già un ottimo obiettivo da raggiungere. La strategia in acquisto è quindi semplice e si limiterebbe al massimo a due o tre ordini, con commissioni totali di intermediazione accettabili. |
Quali target di prezzo potrebbe avere negli anni il 2042? |
Lo storico ce li dà altissimi ma forse improbabili in un’ottica se non di lungo periodo. Nel 2021 quotava a 180 Eur e a fine 2023 sui 116 Eur. I margini di una corsa ci sono. Se non si realizzeranno ci si potrà comunque accontentate di una cedola del 3,25% con un titolo di Stato a rating AAA. C’è davvero di peggio! |
Se invece si volesse uscire in anticipo? |
Le opzioni sono varie. La prima (banale): vendere e passare ad altro. La seconda: ridurre le posizioni solo in parte. La terza: diminuire via via la duration (attestata attualmente per il 3,25% 2042 al 12,8): con il calare dei tassi potrebbe essere una buona strategia per gli investitori che hanno un orizzonte d’investimento a lungo termine. Si farà passando su Bund più corti, che si potrà identificare con il passare degli anni, indirizzandosi magari su nuove emissioni. L’importante è – come sempre – comprare sui 100 o – meglio – sotto 100. La quarta: fare trading con un titolo – come detto – potenzialmente volatile. La quinta: essere cassettista e occuparsi di altro! |
L’importante quindi è entrare bene. A uscire ci si penserà? |
Individuare la strategia è fondamentale ma farlo oggi è più complesso rispetto al passato. |
C’è chi sostiene che i Bund non siano più quelli che erano. La Germania non ha i fondamentali di 10 o 20 anni fa! Ha senso puntare in questa direzione? |
Il debito pubblico è al 63% sul Pil. Certamente crescerà nei prossimi anni, anche perché il Parlamento attualmente uscente ha approvato proprio ieri un suo massiccio aumento, che prevede anche una modifica radicale delle norme sull'indebitamento del Paese. Se la Germania non è messa bene cosa potrebbe succedere all’Italia? Si tenga conto che la logica della diversificazione in ambito obbligazionario appare sempre più fondamentale e al presente la quota di Bund nei portafogli di casa nostra risulta modesta, salvo da parte di chi ha una bassissima propensione al rischio. Occorre quindi cominciare a ragionare in maniera diversa. |