Stagnazione più inflazione. In Europa non si vede questa abbinata dai lontani anni ’70. Ora se ne ipotizza il ritorno in scena se l’effetto dazi Usa esplodesse. Non è forse quello che vuole Washington? In tal caso bisognerebbe cambiare strada da parte di chi investe. Un vademecum su cosa fare/cosa non fare e un mini portafoglio di titoli di Stato adatti a un panorama che potrebbe essere devastante.
Alla caccia di rendimento
Il nostro report diventa bisettimanale: quello della domenica resta “free” e se ne aggiunge uno a metà settimana, riservato agli abbonati. Che hanno espresso specifiche richieste al proposito. Da oggi a fine agosto saremo però oscillanti nella regolarità di pubblicazione. Ci riposeremo, salvo eventi straordinari ormai all’ordine del giorno in tempi pazzi quali quelli che stiamo vivendo. “Stay tuned” quindi!
Tutte le follie geopolitiche cui assistiamo rischiano di tradursi in una stagnazione economica ma allo stesso tempo in una concomitante inflazione, ovvero in quella che viene definita stagflazione. Non provate a parlarne ai gestori professionali. Loro la temono come il peggiore pericolo per la gestione dei patrimoni, di qualunque entità siano, dai 50.000 euro ai 50 milioni di euro. Sanno infatti che occorre ridurne i livelli di rischiosità ma nei fatti concreti sono confusi su come farlo, per due motivi:
● da decenni non si vive quest’emergenza
● non si sa come si comporteranno in un simile contesto asset inediti, quali criptovalute, Eltif e private equity in generale, per citarne solo alcuni.
Cerchiamo allora delle certezze, ammesso che si possa usare questo temine.
I principi della dottrina economica sostengono che in presenza di stagflazione (che non si misura con un singolo dato ma esaminando l'andamento di una serie di indicatori su un periodo di tempo prolungato. L'aumento dei prezzi e la crescente disoccupazione sono due di questi dati) occorre seguire i seguenti dettami:
Cosa valutare |
Puntare su asset che possano proteggere dall’inflazione Considerare (pur con prudenza) i settori azionari difensivi Generare reddito con obbligazioni corte e medie (max. 5 anni) e “inflation linked Ridurre la liquidità, visto che rende poco o niente. È pur vero che detenendola si lascia la possibilità di investire in futuro, quando i mercati torneranno positivi. Si consiglia quindi un buon equilibrio cash/patrimonio investito in rapporto alle diverse propensioni a rientrare sui mercati nel medio termine Le materie prime (in particolare petrolio, prodotti agricoli e metalli industriali) tendono a sovraperformare, con shock dal punto di vista dell'offerta Bene l’oro, che può però essere molto volatile Seguire l’immobiliare solo con Pac su Etf molto diversificati e possibilmente basati su sottostanti società che detengano proprietà locate con contratti indicizzati all'inflazione. La loro individuazione tuttavia non è semplice |
Cosa evitare |
Di investire su azioni con sottostanti business aggressivi, soprattutto di società esposte ai tassi di interesse Di detenere obbligazioni molto lunghe, quindi con alte duration, schivando emittenti con bassi rating, vulnerabili in termini di potenziali default Di acquistare immobili in aree dove le quotazioni sono troppo alte Di concentrare i portafogli su pochi strumenti Di adottare gestioni poco flessibili. Se stagflazione sarà bisognerà adeguarsi velocemente alle evoluzioni dei mercati Di prendere rischi di cambio, poiché non sono prevedibili gli effetti che un’ipotetica stagflazione mondiale causerebbe per molte valute |
Il quadro appare quindi complesso, anzi molto complesso, sempre che la stagflazione si manifesti realmente.
Si è detto dei bond. Oggi analizziamo questo comparto in un’ottica appunto di tale tipo.
Un portafoglio basilare di tassi fissi governativi con scadenze corte e medie
Btp 2,20% Gn27 |
IT0005240830 |
100,41 Eur |
Yield 2,0% |
Francia Oat 2,75% Ot27 |
FR0011317783 |
101,52 Eur |
Yield 2,07% |
Germania Bund 0% Nv27 |
DE0001102523 |
95,8 Eur |
Yield 1,85% |
Spagna Oblig. 1,4% Lg28 |
ES0000012B88 |
97,74 Eur |
Yield 2,18% |
Btp 2,80% Dc28 |
IT0005340929 |
101,78 Eur |
Yield 2,26% |
Olanda 0% Ge29 |
NL0015000LS8 |
92,99 Eur |
Yield 2,12% |
Un portafoglio di “inflation linked” (in questo caso i rendimenti a scadenza non sono stimabili data la variabile inflattiva)
Sull’inflazione italiana con una strategia “laddering” (portafoglio frazionato su più scadenze)
Btp Italia Mg26 |
IT0005332835 |
99,7 Eur |
Btp Italia Nv28 |
IT0005517195 |
101,3 Eur |
Btp Italia Gn32 |
IT0005648255 |
100,0 Eur |
Sull’inflazione europea
Francia Oat 2,4% St28 |
FR001400XLW2 |
100,4 Eur |
Germania Bund€i 0,5% Ap30 |
DE0001030559 |
100,1 Eur |
Btp€i 1,25% St32 |
IT0005138828 |
100,1 Eur |
Alcuni segnali vanno già nella direzione di una stagflazione ma altri no. Cominciare a ragionare in tal senso è quindi puramente protettivo in considerazione di un contesto che si annuncia quasi anarchico per l’economia mondiale. Magari ci sbagliassimo!
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