Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Obiettivo reddito – I mercati temono il pericolo stagflazione. Come proteggersi anche con i bond


Stagnazione più inflazione. In Europa non si vede questa abbinata dai lontani anni ’70. Ora se ne ipotizza il ritorno in scena se l’effetto dazi Usa esplodesse. Non è forse quello che vuole Washington? In tal caso bisognerebbe cambiare strada da parte di chi investe. Un vademecum su cosa fare/cosa non fare e un mini portafoglio di titoli di Stato adatti a un panorama che potrebbe essere devastante.

Alla caccia di rendimento

Il nostro report diventa bisettimanale: quello della domenica resta “free” e se ne aggiunge uno a metà settimana, riservato agli abbonati. Che hanno espresso specifiche richieste al proposito. Da oggi a fine agosto saremo però oscillanti nella regolarità di pubblicazione. Ci riposeremo, salvo eventi straordinari ormai all’ordine del giorno in tempi pazzi quali quelli che stiamo vivendo. “Stay tuned” quindi!

Tutte le follie geopolitiche cui assistiamo rischiano di tradursi in una stagnazione economica ma allo stesso tempo in una concomitante inflazione, ovvero in quella che viene definita stagflazione. Non provate a parlarne ai gestori professionali. Loro la temono come il peggiore pericolo per la gestione dei patrimoni, di qualunque entità siano, dai 50.000 euro ai 50 milioni di euro. Sanno infatti che occorre ridurne i livelli di rischiosità ma nei fatti concreti sono confusi su come farlo, per due motivi:

● da decenni non si vive quest’emergenza

● non si sa come si comporteranno in un simile contesto asset inediti, quali criptovalute, Eltif e private equity in generale, per citarne solo alcuni.

Cerchiamo allora delle certezze, ammesso che si possa usare questo temine.

I principi della dottrina economica sostengono che in presenza di stagflazione (che non si misura con un singolo dato ma esaminando l'andamento di una serie di indicatori su un periodo di tempo prolungato. L'aumento dei prezzi e la crescente disoccupazione sono due di questi dati) occorre seguire i seguenti dettami:

Cosa valutare

Puntare su asset che possano proteggere dall’inflazione

Considerare (pur con prudenza) i settori azionari difensivi

Generare reddito con obbligazioni corte e medie (max. 5 anni) e “inflation linked

Ridurre la liquidità, visto che rende poco o niente. È pur vero che detenendola si lascia la possibilità di investire in futuro, quando i mercati torneranno positivi. Si consiglia quindi un buon equilibrio cash/patrimonio investito in rapporto alle diverse propensioni a rientrare sui mercati nel medio termine

Le materie prime (in particolare petrolio, prodotti agricoli e metalli industriali) tendono a sovraperformare, con shock dal punto di vista dell'offerta

Bene l’oro, che può però essere molto volatile

Seguire l’immobiliare solo con Pac su Etf molto diversificati e possibilmente basati su sottostanti società che detengano proprietà locate con contratti indicizzati all'inflazione. La loro individuazione tuttavia non è semplice

Cosa evitare

Di investire su azioni con sottostanti business aggressivi, soprattutto di società esposte ai tassi di interesse

Di detenere obbligazioni molto lunghe, quindi con alte duration, schivando emittenti con bassi rating, vulnerabili in termini di potenziali default

Di acquistare immobili in aree dove le quotazioni sono troppo alte

Di concentrare i portafogli su pochi strumenti

Di adottare gestioni poco flessibili. Se stagflazione sarà bisognerà adeguarsi velocemente alle evoluzioni dei mercati

Di prendere rischi di cambio, poiché non sono prevedibili gli effetti che un’ipotetica stagflazione mondiale causerebbe per molte valute

Il quadro appare quindi complesso, anzi molto complesso, sempre che la stagflazione si manifesti realmente.

Si è detto dei bond. Oggi analizziamo questo comparto in un’ottica appunto di tale tipo.

Un portafoglio basilare di tassi fissi governativi con scadenze corte e medie

Btp 2,20% Gn27

IT0005240830

100,41 Eur

Yield 2,0%

Francia Oat 2,75% Ot27

FR0011317783

101,52 Eur

Yield 2,07%

Germania Bund 0% Nv27

DE0001102523

95,8 Eur

Yield 1,85%

Spagna Oblig. 1,4% Lg28

ES0000012B88

97,74 Eur

Yield 2,18%

Btp 2,80% Dc28

IT0005340929

101,78 Eur

Yield 2,26%

Olanda 0% Ge29

NL0015000LS8

92,99 Eur

Yield 2,12%

Un portafoglio di “inflation linked(in questo caso i rendimenti a scadenza non sono stimabili data la variabile inflattiva)

Sull’inflazione italiana con una strategia “laddering” (portafoglio frazionato su più scadenze)

Btp Italia Mg26

IT0005332835

99,7 Eur

Btp Italia Nv28

IT0005517195

101,3 Eur

Btp Italia Gn32

IT0005648255

100,0 Eur

Sull’inflazione europea

Francia Oat 2,4% St28

FR001400XLW2

100,4 Eur

Germania Bund€i 0,5% Ap30

DE0001030559

100,1 Eur

Btp€i 1,25% St32

IT0005138828

100,1 Eur

Alcuni segnali vanno già nella direzione di una stagflazione ma altri no. Cominciare a ragionare in tal senso è quindi puramente protettivo in considerazione di un contesto che si annuncia quasi anarchico per l’economia mondiale. Magari ci sbagliassimo!

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