Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Obiettivo reddito – Btp e compagni, cosa sta bollendo in pentola


Tanta incertezza anche su questo fronte: il mercato guarda corto e pure lungo ma non lunghissimo. Le emissioni più seguite e le novità degli ultimi giorni. L’analisi tecnica del “vituperato” 2072.

Buy or sell

La propensione al rischio resta alta e ciò sotto certi aspetti favorisce e da altri punti di vista penalizza i Btp, con gli investitori comunque incerti sulle strade da scegliere in tale ambito. Lo dimostrano gli scambi, che dall’opzione prevalente “2053-2054” (cioè, con cedola 4% e oltre), tipica degli ultimi tempi, stanno indirizzandosi verso un portafoglio più diversificato. Nelle ultime sedute interesse per esempio per queste emissioni:

Btp 0% Ag2026

IT0005454241

98,27 Eur (yield 1,79%)

Btp 2,1% Ag2027

IT0005657330

99,85 Eur (yield 2,16%)

Btp€i Ag2031

IT0005657348

99,7 Eur (yield 3,0%)

Btp Green 4,1% Ap2046

IT0005631608

100,66 Eur (yield 4,1%)

Il tutto è la conferma di un’insicurezza totale anche sul fronte dei nostri titoli di Stato, con movimenti sempre meno unidirezionali e la ricerca di emissioni che quotino attorno a 100 su scadenze diverse.

Bot, risalgono i rendimenti

Torna un certo interesse per i Bot, dopo che il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi a 6 mesi con un rendimento al massimo da fine aprile. Il tasso del gennaio 2026 è salito infatti all’1,993% dall’1,95% del collocamento di fine giugno. A fine aprile era al 2,069%.

Quello che piace di più

Bot Zc Dc2025 (IT0005627853)

99,378 Eur (yield 1,94%)

Quello più remunerativo

Bot Zc Lg2026

(IT0005660029)

98,184 Eur (yield 1,98%)

Quello a sei mesi

Bot Zc Fb2026

(IT0005635351)

99,00 Eur (yield 1,97%)

Gli spread di rendimento risultano certamente modestissimi e conviene quindi a questo punto scegliere la scadenza più lunga, sebbene il mercato – per motivi vari – preferisca quella dicembre 2025, che da alcuni giorni pilota gli scambi della specifica categoria.

Un portafoglio a due senza troppi rischi

Dicevamo dell’incertezza. Gli investitori continuano ad avere timore per le scadenze a tasso fisso troppo lunghe, dopo la delusione “big duration” degli ultimi tempi. Preferiscono allora ridurre la durata dei nuovi acquisti e in questo senso va l’ultima offerta delle aste italiane. Una molto interessante è stata proposta il 30 luglio e ad essa dedichiamo l’odierna attenzione. Prevede anche un tasso variabile, da inserire in portafoglio per una quota marginale (da un 10 a un 20%).

Tipologia

Btp

Cct

Data emissione

11/6/2025

15/4/2025

Cedola

2,7%

Euribor 6 mesi + 1,05%

Data scadenza

1/10/2030

15/4/2034

Isin

IT0005654642

IT0005652828

Data regolamento

1/8/2025

1/8/2025

Prezzo aggiudicazione

99,64 Eur

101,28 Eur

Prezzo fiscale

99,761 Eur

100,0 Eur

Duration

4,7

0,5

Circolante

15,5 miliardi Eur

8,8 miliardi Eur

Quotazione chiusura 8/8/2025

99,71 Eur

101,43 Eur

Rendimento lordo

2,7%

3,0%

Punto forte

Scadenza a 5 anni, adeguata per vari profili di rischio

Batte come rendimento molti tassi fissi grazie all’interessante spread aggiuntivo rispetto all’Euribor

Punto debole

Si sta muovendo sul secondario con una certa incoerenza

Quota sopra 100

Il nuovo decennale

Molto atteso ha esordito l’inedito 10 anni, che di fatto diventa il benchmark italiano. Il fatto che si tratti sui 101 lo rende attraente in un’ottica sia di rendimento cedolare sia di potenziale movimento rialzista futuro, quando il taglio dei tassi dovesse farsi effettivamente sentire sulle quotazioni.

Tipologia

Btp

Data emissione

2/5/2025

Cedola

3,6%

Data scadenza

1/10/2035

Isin

IT0005648149

Data regolamento

1/8/2025

Prezzo aggiudicazione

100,89 Eur

Prezzo fiscale

100,0 Eur

Duration

8,3

Circolante

16,1 miliardi Eur

Quotazione chiusura 8/8/2025

101,10 Eur

Rendimento lordo

3,46%

Da notare…

Prima cedola corta (durata 152 gg) e tasso 1,495082%. Scadenza cedole successive: 1° aprile – 1° ottobre di ogni anno

Punto forte

Rendimento interessante

Punto debole

Probabilmente esposto a una non trascurabile volatilità

Il 2072 al test del grafico

I titoli di Stato extralunghi, la cui lista è molto ampia, stanno soffrendo per tanti motivi. Quando partirà il riscatto? Nel momento in cui il timore inflattivo sarà realmente sotto controllo, con un effetto taglio tassi tangibile a livello di quotazioni. L’imprevedibilità di tutto quanto avviene attorno alle vicende dazi non aiuta certo in tal senso. Dato che il governativo di tale tipo più presente nei portafogli è il Btp 2,15% 2072 (Isin IT0005441883) ecco che merita un approfondimento dei suoi trend.

Rendimento a scadenza in corso

4,2%

Rendimento massimo ultimi tre anni

4,96% (ottobre 2023)

Rendimento minimo ultimi tre anni

3,59% (dicembre 2024)

Rendimento al collocamento

2,18%

Prezzo collocamento

99,467 Eur

Prezzo minimo ultimi tre anni

49,4 Eur (ottobre 2023)

Prezzo massimo ultimi tre anni

69,7 Eur (dicembre 2024)

Una resistenza importante

Sui 64/65 Eur

Quotazione chiusura 8/8/2025

58,7 Eur

Livelli da monitorare

La rottura al rialzo dei 65 Eur e successivamente quella dei 70 Eur

Da notare!

Probabilmente l’attuale trend laterale della quotazione precederà una possibile svolta rialzista, come già successo due volte negli ultimi anni. Se ciò avverrà (fine 2025?) il rimbalzo potrebbe essere violento e manifestarsi nell’arco di poche settimane

Il quadro grafico è chiaro e non lascia adito a dubbi. Se in autunno si evidenziasse una progressiva accelerazione verso i 60 Eur e poi i 65 Eur le probabilità di un superamento del trend laterale in corso e quindi di una normalizzazione per tutti gli extralunghi annullerebbero i sospetti con cui questi governativi sono stati seguiti negli ultimi tempi.

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