A settembre e dicembre la società petrolifera italiana verserà per due volte 0,26 Eur. Numeri e strategie a confronto. Un Btp lungo ma non troppo sfida le scadenze 2053 e 2054. Pronti al rimbalzo del francese dalla super duration? Soltanto se…
Buy or sell
Eccola un’anomalia dei mercati finanziari: l’azione Eni si sta muovendo in controtendenza rispetto ai prezzi del petrolio. In netta accelerazione rialzista la prima e in fase di stallo, dopo un calo, il secondo. Ci sono vari motivi di questi trend divergenti ma a Obiettivo Reddito interessa segnalare come il titolo Eni sia su massimi storici, confermando come ogni debolezza si trasformi un un’ottima occasione di acquisto, data la solidità del gruppo. In realtà perché parlare di debolezza, visto il suo continuo movimento rialzista? Perché si è evidenziata una rilevante correlazione con l’indice di riferimento e meno accentuata invece rispetto alle notizie inerenti la stessa società. Se il Ftse Mib dovesse svoltare al ribasso ecco che Eni lo seguirebbe quindi con buone probabilità. È il caso di rincorrere allora l’azione leader italiana, considerando l’ottimo rendimento da distribuzione di dividendi. Questi i due successivi pagamenti entro la fine del 2025.
1° stacco |
0,26 Eur |
22/9/2025 |
Yield (alla quotazione di 15,21 Eur) 1,71% |
2° stacco |
0,26 Eur |
24/11/2025 |
Yield (alla quotazione di 15,21 Eur) 1,71% |
Considerando i quattro premi annuali (due - già versati - di 0,25 Eur, con stacco il 24/3 e il 19/5, e due di 0,26 Eur) l’importo globale risulta di 1,02 Eur, per un rendimento lordo su base annua del 6,7% e netto del 4,96%. Vediamo allora le diverse prospettive operative!
Reinvestire i dividendi sulla stessa azione dopo lo stacco |
Finora si è rivelata una strategia remunerativa (complice anche il programma di buy-back per 1,5 miliardi di Eur) e - in presenza di una fase di stallo o di ribasso del titolo - diventerebbe ancor più proficua. Eni infatti conferma la priorità per la remunerazione degli azionisti, destinandovi una buona percentuale del flusso di cassa operativo |
Vendere prima dello stacco e ricomprare dopo |
I singoli importi – dato lo stacco trimestrale – non sono rilevanti e pertanto l’impatto sulla quotazione appare modesto anche in ottica fiscale. Ciò non esclude che poco dopo il versamento di fine marzo sia partita – per altri motivi – un’accentuata correzione, durata alcune sedute (con calo da 14,04 a 11,02 Eur). “Be careful” quindi! |
Reinvestire i dividendi in un bond della stessa società |
C’è il classico Eni Sdg Linked 4,3% Fb28 Eur (Isin IT0005521171 – taglio 1.000), che rende attualmente il 2,6% lordo. L’opzione è conveniente solo per investitori molto prudenti e che incassino comunque importi da dividendo di un certo rilievo |
Incassare e basta! |
Al di fuori di necessità personali di cash, per chi abbia obiettivi di medio-lungo periodo non appare la scelta più adatta |
Rendimenti nel 2025 allo stacco cedola
A maggio 2025 |
7,5% |
A marzo 2025 |
6,8% |
Valore forchetta yield dal 2023
Dall’8,9 al 6,1% |
● C’è un altro Btp che piace
Il mercato – l’abbiamo segalato più volte – sta comprando soprattutto due Btp, il 4,3% 2054 e il 4,5% 2053. Da qualche tempo però ha inserito nelle sue preferenze anche il Btp Green 4,05% Ot2037 Green, che ha una scadenza più corta. Merita quindi una certa attenzione da parte di chi non voglia esporsi troppo in termini di “duration” esagerate.
Tipologia |
Tasso fisso tipologia “green” |
Isin |
IT0005596470 |
Cedola |
4,05% |
Data emissione |
30/4/2024 |
Data scadenza |
30/10/2037 |
Circolante |
9 miliardi Eur |
Quotazione chiusura 22/8/2025 |
103,44 Eur |
Rendimento lordo |
3,73% |
Rendimento massimo da quotazione |
4,3% (luglio 2024) |
Rendimento minimo da quotazione |
3,35% (dicembre 2024) |
Spread mercato |
4/6 pb |
Duration |
9,3 |
Il rivale |
Btp 3,25% Mz2038 (Isin IT0005496770): quotazione 95,07 Eur – yield 3,78% |
Punto forte |
Rispetto alla duration di 15,7 del Btp 4,3% 2054 (yield 4,5%) e di 15,3 del Btp 4,5% 2053 (yield 4,5%) il rendimento del 2037 è inferiore ma con una vita residua nettamente minore |
Punto debole |
Ha la quotazione più alta del trio |
● Francia Oat 2072, facciamo il punto sulle sue evoluzioni
Proseguiamo nell’analisi dei governativi ad altissimo duration. Dopo il Btp 2072 e l’Austria 2120, esaminati rispettivamente due domeniche fa e domenica scorsa, è la volta ora dell’Oat 2072 (FR0014001NN8), molto presente nei portafogli di chi ha puntato da tempo sulle scadenze extra lunghe, quelle su cui si è creduto in attesa di un rimbalzo delle quotazioni che tarda davvero ad arrivare.
Quotazione in corso |
25,53 Eur |
Rendimento a scadenza in corso |
4,11% |
Rendimento massimo ultimi tre anni |
4,1% (di fatto quello in corso) |
Rendimento minimo ultimi tre anni |
2,16% (dicembre 2022) |
Rendimento al collocamento |
0,59% |
Prezzo collocamento |
95,89 Eur |
Prezzo minimo ultimi tre anni |
25,4 Eur |
Prezzo massimo ultimi tre anni |
49,8 Eur (dicembre 2022) |
Due resistenze importanti |
L’area dei 30 Eur e successivamente quella dei 38 Eur |
Livello da monitorare |
Sopra i 42 Eur si manifesterebbe un’area di probabile esaurimento del trend ribassista. Da quel massimo infatti è partita la discesa che dura da fine 2023. Allora si evidenziò inoltre l’ultima consistente candela verde degli ultimi anni |
Da notare! |
Gli scambi si sono ridotti nel 2025 ma restano comunque sempre significativi |
È l’ossessione di chi opera in maniera attiva sui bond governativi. Una serie di fattori ha penalizzato le scadenze extra-lunghe (lo ripetiamo da tempo) e soprattutto il timore di un’inflazione nuovamente calda. Attualmente l’Oat 2072 risulta il titolo con quotazione più bassa in assoluto fra quelli di Stato, trasformandosi in un motivo quasi di auto derisione da parte di chi ci ha investito. In cosa sperare ora? Soprattutto in un nuovo Quantitative Easing della Bce e in un Bund a yield negativo! Con l’area che tira per l’economia europea la prospettiva non è irrealistica. Dal punto di vista grafico invece quello in corso appare per il 2072 un “bottom”. Se ci fosse entro breve un doppio minimo ecco che scatterebbe un segnale di acquisto (o per tanti di mediare!), sempre che l’analisi grafica valga anche per le obbligazioni. Appuntamento ora a fine 2025. Lì si vedranno le potenzialità che ciò avvenga davvero!
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