Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Obiettivo reddito – Incredibile ma vero: i bond hanno un nuovo rivale. Si chiama Bitcoin!


Niente più è certo nella follia del mondo trumpiano. I mercati temono intanto che l’esplosione dei debiti pubblici porti a distorsioni fra gli asset tradizionali. E c’è chi ipotizza che la criptovaluta per eccellenza dreni non poche risorse alle obbligazioni.

Buy or sell

Nella confusione globale della geopolitica c’è chi – fra gli operatori istituzionali – guarda con attenzione oltre il quadro attuale. Scorge infatti nelle obbligazioni un’occasione solo di rendimento cedolare ma non di crescita delle quotazioni e quindi di ricavi in conto capitale. La causa? I timori di un’inflazione galoppante, colpa soprattutto di dazi alle stelle, inammissibili per molti Paesi. Bisogna rivolgersi allora dove c’è riserva di valore e nell’ambito dei bond – salvo sorprese – al momento e forse ancora per un prolungato tempo – non se ne trova e se ne troverà.

C’è nell’oro ma soprattutto nel Bitcoin

Ragionando appunto in termini di riserva di valore le due alternative praticabili sarebbero (noi usiamo il condizionale ma nell’industria finanziaria c’è chi non lo usa!) oro e Bitcoin. Nascerebbe così quello che si può definire un portafoglio “hard money”, costituito proprio da questi due asset, e dentro al quale non si troverebbero i titoli di Stato, da sempre considerati beni rifugio in presenza di situazioni di estrema incertezza. In effetti che qualcosa non vada più nella direzione del passato lo confermano i trend di Treasuries Usa, Bund e altri titoli di Stato, fermi nell’andamento delle quotazioni pur in presenza di un quadro generale a loro favore. I tassi infatti scendono ma è come se ciò non avvenisse. I prezzi di decennali e trentennali governativi fanno sosta su yield nel complesso stabili e agli istituzionali una simile situazione non piace. Di qui le conclusioni cui abbiamo accennato.

Gold: queste le ipotesi

Per il metallo prezioso si fanno congetture significative ma pur sempre ragionevoli. Salvo nello scenario più estremo al 2050.

Quotazione oncia gold

3.437 Usd

Previsione 2030 a seconda degli scenari (fonte WisdomTree)

Da 3.000  a 5.550 Usd

Previsioni 2050 a seconda degli scenari (fonte WisdomTree)

Da 4.700 a 18.800 Usd

Bitcoin: queste le supposizioni

Quotazione

115.370 Usd

Previsione 2030 a seconda degli scenari (fonte WisdomTree)

Da 150.000 a 500.000 Usd

Previsioni 2050 a seconda degli scenari (fonte WisdomTree)

Da 213.000 a 1.900.000 Usd

Quanto è realistica questa panoramica? Nessuno lo può sapere ma certamente l’attenzione degli operatori nei confronti del Bitcoin è cresciuta a dismisura dopo l’introduzione sul mercato dei tanti specifici Etf. Le previsioni al 2030 e al 2050 appaiono veramente incredibili, sebbene occorra ricordare che le criptovalute vanno a esaurimento nell’essere minate. Per il bitcoin si prevede un lontanissimo 2140 ma di qui ad allora molti imprevisti potrebbero modificare una situazione dalle mille incertezze.

I fatti concreti in conclusione

Siamo partiti dai bond per arrivare all’ultima estrazione del Bitcoin. La sintesi del ragionamento ipotizzato da alcuni istituzionali è che un portafoglio “hard money” da sviluppare e monitorare con attenzione va preso in considerazione per evitare una concentrazione del rischio su bond e valute a forte rischio. Noi da cronisti riportiamo queste teorie (chiamiamole così!), con una conclusione che diventa inevitabile: se le prospettive temporali di chi ci legge sono lunghe una diversificazione nella direzione della regina delle cripto, a fianco del re dei metalli preziosi, è inevitabile. Voi che ne pensate?

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