Nuovi strumenti per investire sull’obbligazionario e sull’azionario con yield superiori, cercando però di esporsi su rischiosità complessive inferiori. Le originali alchimie della finanza portano a rendere concepibili matrimoni una volta impraticabili. Ve ne raccontiamo alcuni.
Il report della domenica
La statistica dei dati di lettura sui temi della capacità di produrre proventi finanziari dimostra che c’è una ripartizione quasi equivalente fra chi legge i report sul minore rischio e quelli sul maggiore rendimento: prevalgono però sulla linea del traguardo i secondi!
Oggi spazio così a un compromesso: “high yield” con tendenziale “low risk” (naturalmente in presenza di condizioni non esasperate dovute a qualche violento drawdown). Il matrimonio è possibile, poiché l’industria finanziaria sta proponendo nuovi prodotti sempre più intelligenti nella loro struttura. Ne analizziamo tre - uno nuovo (l’Etf) e gli altri due meno - che si adattano bene a quanto appena detto.
BOND SUBORDINATI? L’ALTERNATIVA |
Erano la gioia di molti investitori italiani. I subordinati bancari (Tier 1 e Tier 2) hanno davvero arricchito sia chi incassava cedole – dal 6 al 10% - sia chi faceva un trading non esasperato. Poi i regolatori hanno cominciato a penalizzarli imponendo tagli elevati e soprattutto accessibilità sui mercati solo da parte di operatori professionali o quanto meno qualificati. Quel mondo si è così chiuso al retail, salvo nel caso si scegliessero alcuni specifici Etf, però meno generosi e performanti. Da qualche tempo viene proposta un’alternativa |
I CLC: COSA SONO |
Si chiamano Credit Linked Certificate e sono dei certificati che offrono l’opportunità di ottenere un rendimento a fronte del merito di credito di un’entità finanziaria sottostante: può essere uno Stato, una corporate e soprattutto una banca. Gli investitori ricevono una cedola, fissa o variabile, a condizione che non si verifichino “eventi di credito” relativi all’azienda sottostante. Gli “eventi di credito” includono situazioni quali bancarotta, procedura di liquidazione, ristrutturazione del debito, estensione della scadenza delle obbligazioni o mancato pagamento delle cedole. Se si verifica una tale circostanza, durante la vita del certificato, quest’ultimo scade anticipatamente. In tal caso, non sono corrisposti premi e il certificato viene liquidato con un importo pari al nozionale moltiplicato per il tasso di recupero, con possibile perdita parziale o totale di quanto investito. Se non si verifica un “evento di credito”, a scadenza, il certificato restituisce l’importo nozionale e paga un ultimo premio trimestrale |
TRE ESEMPI SUI BANCARI |
Uno dei maggiori emittenti del settore è Bnp Paribas, che propone una vasta gamma di Clc sui subordinati bancari o assicurativi (ma anche sui senior). Ecco alcuni esempi: XS2927934211 su Unicredit subordinati – premio fisso 9% per 2 anni (fino al 10/1/2027) e poi variabile Euribor +0,50%- scadenza 2032 – investimento minimo 1 lotto = 10.000 Eur - prezzo di riferimento 9.403 Eur (per 1 lotto) XS2981475481 su Unicredit subordinati – premio fisso 5% - scadenza 2034 – investimento minimo 1 lotto =10.000 Eur – prezzo di riferimento 10.109 Eur (per 1 lotto) XS2981475309 su Intesa Sanpaolo subordinati – premio fisso 4,95% - scadenza 2034 – investimento minimo 1 lotto = 10.000 Eur – prezzo di riferimento 10.138 Eur (per 1 lotto). E la lista potrebbe proseguire |
PUNTI FORTI E PUNTI DEBOLI |
Pro: ● investimenti minimi nettamente inferiori rispetto ai bond subordinati ● accessibili in Borsa agli investitori retail ● proventi tassati come "redditi diversi", il che consente di compensare le plusvalenze con minusvalenze pregresse ● buoni rendimenti, prevalentemente a tasso fisso ● possibilità di diversificare i sottostanti ● cedole trimestrali per varie emissioni Contro: ● doppio rischio di credito (relativo all’emittente e al sottostante) ● liquidità ridotta in certi casi ● ancora poco conosciuti dagli investitori ● sono previste delle “call” che vanno valutate di caso in caso ● quotano attualmente spesso sopra 100 |
MAGGIORE RENDIMENTO NELLA FASE IN CORSO RISPETTO AI SOTTOSTANTI |
Sì |
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GOVERNATIVI EXTRALUNGHI? L’ALTERNATIVA |
Fanno soffrire davvero tanto i cosiddetti Matusalemme, cioè i titoli di Stato con scadenze oltre i 50 anni. Destinati a investitoti più “smart” e soprattutto a chi fa trading obbligazionario, a causa di “duration” molto elevate, nella fase in corso stanno penando per vari motivi che abbiamo già analizzato più volte in passato. C’è un modo per uscirne? C’è chi pensa di sì |
I REVERSE CONVERTIBLE SU BOND: COSA SONO |
Si tratta di certificati collegati al debito governativo a lunghissima scadenza. Il loro punto di forza deriva da interessanti cedole fisse – pagate incondizionatamente - superiori al rendimento implicito attuale delle emissioni obbligazionarie. Alla scadenza del certificato saranno possibili due scenari: 1°) se il prezzo del bond a scadenza sarà superiore al prezzo di strike, l’investitore otterrà il capitale investito e il coupon garantito, con un rendimento superiore a quello che si sarebbe incassato con il bond; 2°) nel caso in cui alla scadenza la quotazione del bond risulterà inferiore allo strike, l’investitore otterrà il coupon garantito e la consegna fisica del bond al prezzo di strike. Da notare come un’eventuale quota non rimborsabile, a causa del taglio minimo del bond, verrà riconosciuta in cash |
TRE ESEMPI |
CH1453354354 su Oat Francia 0.5% 2072 – premio fisso 8% - scadenza 2/6/2026 – investimento minimo 1 lotto - prezzo di riferimento 902 Eur CH1453354289 su Bund Germania 0% 2052 – premio fisso 7,5% - scadenza 29/6/2026 – investimento minimo 1 lotto – prezzo di riferimento 945,8 Eur CH1453354305 su Btp 2,25% 2072 – premio fisso 7,5% - scadenza 29/5/2026 – investimento minimo 1 lotto – prezzo di riferimento 980,1 Eur |
PUNTI FORTI E PUNTI DEBOLI |
Pro ● cedole mensili dal rendimento molto elevato ● quotazioni sotto 100, interessanti nel caso si manifestasse la prima opzione delle due sopra esposte ● se gestiti abilmente possono consentire di ridurre il prezzo di carico di eventuali identici sottostanti già in portafoglio ● spread di mercato adeguati Contro ● rischio a scadenza di consegna del sottostante, aspetto che alcuni investitori potrebbero non apprezzare ● scadenze corte (ma probabilmente saranno rinnovati con altri prodotti simili) ● non sono molto conosciuti dagli investitori retail |
MAGGIORE RENDIMENTO NELLA FASE IN CORSO RISPETTO AI SOTTOSTANTI |
Sì |
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AZIONI CON ALTI DIVIDENDI EUROPEI? L’ALTERNATIVA |
Sul tema della gestione dei dividendi azionari si è aperta un’ampia discussione. Molti li considerano poco interessanti nella situazione in corso, con quotazioni di mercato dei relativi titoli assai elevate. Inoltre non è facile identificare i titoli più generosi, spesso anche minori in termini di capitalizzazione. Bisognerebbe costruire un portafoglio “ad hoc”, con rischi però notevoli in termini di volatilità |
GLI ETF AD ALTI DIVIDENDI: COSA SONO |
La strada – come sempre – è stata aperta dagli emittenti di Etf statunitensi, molto attenti a diversificare gli asset sottostanti in ottica di retail. C’è un vero e proprio abisso di progettazione da questo punto di vista rispetto agli emittenti europei, dovuto a vari fattori, fra cui quello di esigenze di rendimento da parte dei pensionati ma non solo. Prima i fondi e poi gli Etf hanno spalancato le porte a questa domanda, anche perché se le singole azioni sono soggette a variabilità dei corsi e a variazioni dei profitti distribuiti nel corso del tempo i replicanti riescono invece ad ammortizzare meglio questi due motivi di incertezza |
L’ESEMPIO PIU’ RECENTE |
Global X ETFs è un fornitore di Etf (negoziati anche in Europa) con sede a New York. Fra i suoi prodotti se ne evidenziano vari ad alti rendimenti cedolari (che più volte abbiamo analizzato in passato). Da pochi giorni ha esordito su Borsa Italiana il Global X European SuperDividend – Isin IE00082MOBL9 – sottostanti azioni europee ad alto dividendo – valuta di denominazione Eur – a distribuzione di dividendi – Ter 0,45%. Per ora a settembre ha pagato un importo di 0,118 Eur, che se fosse confermato (ma naturalmente può cambiare di mese in mese) si tradurrebbe in uno yield lordo del 9,2%. Quasi da record! |
PUNTI FORTI E PUNTI DEBOLI |
Pro ● rendimento distribuito molto elevato (sebbene per ora indicativo, visto che il dato si riferisce solo a una cedola) ● cedole mensili ● è più generoso rispetto ad altri Etf della stessa tipologia ● nessun rischio di cambio Contro ● è un Etf giovanissimo e quindi ancora penalizzato da un patrimonio gestito molto modesto ● potenzialmente volatile (il che ne suggerisce - se possibile - l’acquisto con un piano di accumulo) ● la reattività è ancora un’incognita |
MAGGIORE RENDIMENTO NELLA FASE IN CORSO RISPETTO AI SOTTOSTANTI |
Sì |
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