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Il lombardreport.com allo STAR


Ieri ed oggi sono stato allo STAR. Buone societa' mostravano i loro conti. Risultati mediamente positivi, non riflessi dalla borsa. Altri espositori consegnavano i loro report.

Mentre tra le societa' sono state scarse le novita' rispetto a quanto pubblicato dalla stampa (i responsabili si limitavano a commentare i report consegnati ai presenti nelle sale della borsa) mi ha sorpreso il report che mi ha consegnato Banca Aletti sulle Italian Multiutilities scritto il 16 febbraio. Citava come titoli piu' interessanti del settore Hera -target 1,40 e Acea t.p 6,9. Tutti a livelli molto piu' elevati delle attuali quotazioni.

Nel frattempo Hera ha fissato il dividendo : 0,09 centesimi. L'azione quota 1,08. Rendimento ben oltre l'8%. Reazioni della borsa ? Nulle. L'azione,dopo l'annuncio,da due giorni rimane sui suoi prezzi.

Tutto questo per confermare ancora una volta la teoria del nostro direttore,confortata  dai grafici e dalle statistiche. La borsa italiana e' la piu' debole. Meglio Germania e Nasdaq per chi voglia rischiare.

Se un 8% abbondante non scalda e l'indice batte sempre in testa ci deve essere qualche ragione. Che non dobbiamo dimenticare….

Questa e' l'ennesima prova che il portafoglio a scarso rischio non puo' contenere in questo momento azion acquistate sulla base dei fondamentali,ma eventualmente solo "titoli-scommessa"i. Guardate a quanto e' successo ad Erg. E' bastato un report di Nomura-che le preferiva Saras- ad affossare il titolo Erg ben sotto 7 euro. Eppure la societa' ha incassato una paccata di milioni con la vendita (straordinaria) a Lukoil . Guardate i target che circolavano fino a pochi giorni fa. Tutti mediamente ben sopra i 10 euro. E' bastato un prevedibile risultato non esaltante per il 2011 (ma i report non avrebbero dovuto tenerne conto ?…) e specialmente una voce negativa nel coro degli analisti(Nomura) per farlo crollare. In pratica le notizie negative si riflettono sui titoli,quelle positive no. Come volevasi dimostrare quando parlavamo di  estrema debolezza del nostro mercato.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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