Piano Bar : Special 2011 - La Crisi Alimentare - Appendice


Piano Bar  di Virginio Frigieri

Crisi Alimentare : come stiamo a cibo? … Appendice

 

Meglio prepararsi al peggio per non essere travolti …

 

Goldman Sach ha creato la crisi alimentare? … proviamo a capire come

 

Per questa trattazione mi sono affidato ad un lungo e bell'articolo di fine aprile, di Frederick Kaufman. Dato che il problema è spiegato benissimo, riporto pari, pari in corsivo i pezzi del suo articolo, limitandomi qua e là a piccole considerazioni personali.

 

Kaufman sostiene che non bisogna prendersela con gli appetiti americani , né con l'aumento del prezzo del petrolio o con le culture geneticamente modificate per il rincaro dei prodotti alimentari. Se volete il vero colpevole, cercatelo a Wall Street.

Sicuramente la domanda e l'offerta hanno il loro peso, ma il vero motivo per cui i beni alimentari in tutto il mondo sono diventati così costosi è l'avidità di Wall Street. Quello che leggete di seguito è,  quasi in versione integrale,  il suo articolo pubblicato su Foreign Policy.

 

Ci sono volute le menti brillanti di Goldman Sachs, afferma Kaufman, per realizzare la semplice verità che nulla è più prezioso del nostro pane quotidiano!

Siccome dove c'è un valore, potenzialmente ci sono soldi da fare, ecco che nel lontano 1991 i banchieri di Goldman guidati dal presidente Gary Cohn, avviano un nuovo tipo di prodotto da investimento; si tratta di un derivato con 24 materie prime sottostanti che coprono dal settore energetico, ai metalli, ai beni agricoli. Ogni elemento viene pesato, miscelato, riunito le parti in somme, eliminate o almeno ridotta la complessità delle cose reali, in una formuletta matematica che può essere espressa come un fenomeno unico conosciuto come il GSCI (Goldman Sachs Commodity Index).

Ma per quasi un decennio le cose hanno funzionato, poiché i banchieri erano più interessati ai CDO (Collateralized Debt Obligation) che a tutto quanto può essere letteralmente seminato e raccolto.

Poi nel 1999, la Commodity Futures Trading Commission, decide di deregolamentare il mercato dei Futures.

 

Ndr. L'ho detto mille volte! Se dalle nostre università facciamo uscire dei coglioni, possiamo far fare loro qualsiasi cosa! A un coglione gli puoi spiegare che il miglior modo per difendere il pollaio è mettere delle volpi a farci la guardia e luì lo farà! Questa è la generazione che abbiamo tirato su, ricordatevelo! Sono noioso, lo so ripeto sempre le stesse cose, ma repetita adjuvant!… Un imbecille è molto più pericoloso di un delinquente (la spiegazione ve l'ho data in un articolo recente).   

 

Grazie a questa ?deregulation? improvvisamente i banchieri possono assumere sulle materie prime delle grandi esposizioni, a loro piacimento, mentre prima…(dal '29 ad allora) questa cosa era permessa solo a coloro che effettivamente avevano qualcosa a che fare con la produzione del nostro cibo!

 

Siccome c'è una professoressa che ogni tanto usa dei miei pezzi per dare ai suoi studenti pillole di economia, le voglio agevolare il lavoro, mettendola da qua in avanti in favola…

 

C'era una volta…

 

un ricco e potente reame dove tutti gli abitanti stavano bene e mangiavano in abbondanza. Il regno produceva talmente tanto cibo che disponeva di ben tre grandi borse merci…

La grandi borse merci di Chicago, Minneapolis e Kansas City per 150 anni avevano contribuito a moderare i picchi e le discese dei prezzi alimentari mondiali; anche se l'agricoltura potrebbe sembrare a prima vista un'attività bucolica, in realtà racchiude in sé una forte componente volatile determinata dall'andamento del clima, dalle malattie, dalle inondazioni ed altre catastrofi naturali. Il sistema di trading con i futures sulle merci introdotto dopo la guerra civile americana dai fondatori della Archer Danies Midland, General Mills e Pillsbury è stato uno dei pilastri che ha consentito al paese di diventare un autentico colosso finanziario superando anche l'Europa. Il così detto ?contratto a termine? ha consentito agli agricoltori americani di proteggersi dai rischi inerenti la loro professione, di coprirsi nei periodi di vacche magre, investendo nelle loro aziende agricole. Il contratto a termine era una accordo tra venditori ed acquirenti di grano per un prezzo a bushel diciamo ?ragionevole?.

Il future sul grano per decenni ha contribuito a mantenere stabile il prezzo di una pagnotta di pane dal fornaio e più tardi al supermercato. Così, per tutto il secolo scorso il prezzo reale del grano è diminuito se escludiamo qualche incidente di percorso durante l'inflazione a due cifre degli anni '70, e tutto l'agribussiness americano ne è stato stimolato al punto che dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti avevano grano in surplus da esportare e questo ha contribuito a nutrire milioni di affamati in tutto il mondo.

Tradizionalmente c'erano due tipi di giocatori: da una parte i contadini, i mugnai, i magazzinieri e gli operatori del mercato che hanno una partecipazione attiva e concreta nell'affare del grano. Sempre in questo gruppo troviamo poi accanto ai coltivatori di mais in Iowa piuttosto che di grano in Nebraska, anche le grandi multinazionali come Kraft, Nestlè, McDonad's, Pizza hut e vari altri attori a cui le oscillazioni del New York Stock Exchange, influenzava la capacità di fare arrivare cibo alla gente , ai finestrini delle automobili, a due passi da casa, e sugli scaffali a prezzi competitivi. Sono quegli operatori  chiamati ?hedgers in buona fede?  dal momento che loro hanno effettivamente bisogno di comprare e vendere cereali!

 

Dall'altra parte c'erano gli speculatori. Lo speculatore, non produce e non consuma soia, grano e mais.Anzi, se le sue partite venissero consegnate fisicamente, manco avrebbe un posto dove mettere fisicamente le 20 tonnellate di cereali che acquista! Gli speculatori, fanno soldi semplicemente cercando di comprare a prezzi bassi e vendere a prezzi più alti, attraverso il normale e tradizionale comportamento del mercato facendo arbitraggio che era bene accolto dagli operatori reali, poiché il flusso continuo di ordini di compravendita che questi innescavano contribuivano a rendere più liquido il mercato e dava modo agli ?hedgers in buona fede? di vendere e comprare proprio come volevano… e tutti vivevano felici e contenti! …

 

 

Ma la strega cattiva prepara il sortilegio . . .

 

. . . e manda il Cavaliere NERO…

 

 

Così il vento del cambiamento soffia e sta mandando sui reami di Chicago, Minneapolis e Kansas City un pericoloso Cavaliere Nero chiamato GSCI che sta per travolgere e pervertire la simmetria di questo sistema.

La struttura del GSCI ha ignorato gli schemi secolari del buy-sell/sell-buy e nasce come derivato di tipo ?Long-Only?, ovvero nato per comprare materie prime , e solo comprare!

Dietro questa strategia ?long-only? vi è l'intento di trasformare una investimento in materie prime (precedentemente di competenza solo di specialisti e addetti ai lavori) in qualcosa che assomigliasse di più ad un investimento in titoli. Un asset class in cui chiunque avrebbe potuto parcheggiare il proprio denaro e farlo fruttare per interi decenni sulla falsa riga di General Elettric o di Apple. Insomma con un mercato di materie prime reso più simile ad un mercato azionario, i banchieri potevano aspettarsi nuovi afflussi di denaro contante!.

 Non disponendo di un meccanismo per andare short sulle merci si innesta una squilibrio che mina alle fondamenta i mercati delle materie prime, richiedendo banchieri che comprano e continuano a comprare quale che sia il prezzo; ogni volta che la data di scadenza dei future su cui è costruito l'indice si avvicina, i banchieri sono tenuti a ?rilanciare? i loro svariati miliardi di dollari di ordini di acquisto arretrati sul nuovo contratto a termine a due o tre mesi. Siccome l'impatto deflazionistico di una posizione short semplicemente non c'era nel GSCI, i commercianti professionali di grano dopo aver "mangiato la foglia", hanno potuto fare letteralmente strage, di questi banchieri soloni, anticipando le fluttuazioni di mercato che questi ?rilanci?  inevitabilmente avrebbero causato.

I traders impiegati delle banche che avevano creato i Commodity Index Funds, in primo luogo cavalcarono l'onda del profitto.

I banchieri si resero conto che era un ?buon sistema? e decine di hedgers non reali e speculativi,  seguirono l'esempio di Goldman entrando nel gioco del Commodity Index. ricordiamo Barclays, Deutsche Bank, Pimco, JP Morgans, AIG, Bear Stearns e Lehman Brothers solo per citare i principali.

Si costruisce quindi il quadro perfetto , la scenografia dell'inflazione che coglierà di sorpresa le più grandi corporations della macinazione, lavorazione e vendita al dettaglio degli Stati Uniti e a seguire il resto del mondo.

 

Se segui il denaro, capisci la storia!

 

Se segui il denaro, capisci la storia!. Dallo scoppio della bolla tecnologica del 2000, c'è stato un aumento di 50 volte degli investimenti in dollari nei commodity index fund. Per mettere il fenomeno in termini reali: nel 2003, il mercato dei futures sulle merci era pari a un tranquillo 13 miliardi di dollari. Ma quando la crisi finanziaria globale ha spaventato e fatto fuggire gli investitori, all'inizio del 2008 e i dollari, gli euro e le sterline hanno perso la fiducia degli investitori, le materie prime (compresi i prodotti alimentari) sono apparsi come l'ultimo rifugio dove gli hedge funds, i fondi pensione e i fondi sovrani, potessero parcheggiare la loro liquidità.

?Persone che non avevano nemmeno idea di cosa fossero le commodities, si sono messi improvvisamente ad acquistare materie prime? dichiara un analista del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. Nei primi 55 giorni del 2008, gli speculatori hanno riversato 55 miliardi di dollari nei mercati delle materie prime e a luglio dello stesso anno 318 miliardi di dollari stavano intorbidendo i mercati. Il denaro scorreva e i banchieri erano pronti con un nuovo scintillante casinò dei derivati alimentari!.

Guidati dai prezzi del petrolio e del gas (merce dominante dei commodities index funds) i nuovi prodotti di investimento infiammavano il mercato di tutti gli altri prodotti indicizzati, il chè ha portato ad un problema noto per chi conosce la storia dei tulipani olandesi, dei dot-coms e del mercato immobiliare: una bolla alimentare!.

 Il grano duro rosso di primavera che  di solito viene negoziato dai 4 ai 6 dollari per bushel, battè tutti i record precedenti arrampicandosi fin sopra ai 10 dollari e continuando a salire fino a raggiungere il record di 25 dollari. Così dal 2005 al 2008 il prezzo mondiale del cibo è aumentato dell'80% ed ha continuato ad aumentare.

Kendell keuth , presidente della National Grain and Feed Association ha dichiarato: ?la quantità di capitale di investimento che abbiamo visto nei mercati delle materie prime è senza precedenti e non c'è dubbio che ci sia stata speculazione?.  In un Brefing recente, Olivier De Schutter, relatore speciale dell'ONU sul diritto al cibo, ha concluso che nel 2008 ?una parte significativa del picco dei prezzi è dovuto alla nascita di una bolla speculativa?.

 

Quello che stava succedendo ai mercati del grano non era il risultato di una ?speculazione? tradizionale dove cerchi di comprare basso per vendere alto.

Oggi, l'indice cumulativo, di Standard &Poor prevede ben 219 indici, così gli investitori possono avviare il loro sistema su Bloomberg e scommettere su tutto, dal palladio all'olio di soia, ai biocarburanti ai prodotti per l'alimentazione del bestiame.

Ma questo boom delle nuove attività speculative a livello mondiale ha creato un circolo vizioso, poiché più il prezzo dei beni alimentari aumenta, più il denaro si riversa nel settore, facendo aumentare ancora i prezzi.

Dal 2003 al 2008 il volume della speculazione è aumnetato del 1900%.

Davanti al Congresso, l'hedge-fund maeters Michael durante la crisi del 2008 ha dichiarato: ?Quello che stiamo vivendo è uno shock di domanda proveniente da una nuova categoria di partecipanti ai commodity futures markets?.

 

Il risultato dell'avventura di Wall Street nei cereali, mangimi e bestiame è stato uno shock per la produzione alimentare globale e per il sistema di consegne. Non solo l'approvvigionamento alimentare deve fare i conti con un offerta ristretta e un aumento di grano reale, ma i banchieri d'investimento hanno costruito un rialzo artificiale sul prezzo dei futures del grano.

Il risultato è che il grano immaginario, domina il prezzo del grano reale, dato che gli speculatori (tradizionalmente un quinto del mercato) ora sono più numerosi degli ?hedgers in buona fede? nella misura di quattro ad uno!!.

Oggi, banchieri e commercianti siedono al vertice della catena alimentare e sono di fatto ?i carnivori del sistema, divorano tutti e tutto sotto di loro?.

Vicino alla base la fatica degli agricoltori. Per loro l'aumento del prezzo del grano dovrebbe essere un colpo di

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