S&P 500, siamo al capolinea o si va verso 1450.


S&P Future Perpetual grafico daily

L'esaurimento della fase correttiva sulla chiusura del secondo ciclo mensile sopra 1394+/- darà continuità al trend rialzista che potrà estendere e produrre un massimo di onda cinque sulla resistenza a 1445/55 nella prima parte di settembre prima di invertire la rotta e chiudere il ciclo trimestrale nel mese di ottobre in ribasso come da modello in figura.

In seconda ipotesi onda cinque ha fatto il suo massimo, la rottura di 1394/92 produrrà la prima delle due onde ribassiste che formeranno la correzione, un primo target compreso tra 1350 e 1320 concluderà il secondo ciclo mensile. Un pull back a 1380/90 concluderà il rimbalzo che anticiperà la seconda onda ribassista che completerà la correzione. La tenuta di 1300, eviterà il ritorno sui minimi di onda quattro a 1265, il trend lungo periodo resterà rialzista e novembre saluterà il nuovo presidente con un mercato ancora in salute e i ribassisti dovranno attendere tempi migliori. Se nell'anno dei maya il mondo non sarà crollato si continuerà a sopravvivere, ciò significa che i tempi non sono ancora maturi e c'è ancora troppa carne prima di arrivare all'osso. Troppi aspettano un crollo dei mercati in termini nominali trascurando completamente i valori reali; se misurassero S&P 500 con altre classe di attivi per esempio barili di pretrolio, once d'oro, materie prime o prodotti agricoli si accorgerebbero della forte caduta di valore dei listini negli ultimi dieci anni.

S&P contro Oro. L'onda tre ribassista è cominciata dieci anni fa.

S&P contro petrolio.

Il ghiaccio si scioglie sotto i nostri piedi lentamente e inesorabilmente ma non a sufficienza perché la masse prendano coscienza di quello che sta succedendo, si aspetta che si sgonfi la bolla sulle borse mentre presta poca attenzione a quella che si sta continuando a gonfiare, quella dei Bond, epicentro del prossimo cataclisma.

S&P / T note

Dopo l'ultimo ribasso del 2009 S&P e T.Note hanno una direzione comune, le inverse e naturali correlazioni fortemente marcate nei picchi del 2000 e del 2007 sono un ricordo. Per esigenze di bilancio gli asset devono rimanere elevati, questo grazie ai continui interventi delle banche centrali. Si gonfiano gli asset, si distrugge la moneta, si stampa e si monetizza, è una corsa alla svalutazione, detto dagli esperti economisti o presunti tali è "il rimedio per uscire dalla crisi".

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