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GRECIA: NULLA DI FATTO
Ancora una volta nulla di concreto nelle trattative tra Grecia e creditori internazionali sul pacchetto di riforme finalizzato allo sblocco dei fondi senza cui Atene rischia il default e una probabile uscita dall'euro a fine mese.
L'incontro di ieri pomeriggio tra Tsipras e i massimi rappresentanti creditori (Ue, Bce e Fmi) non hanno prodotto una bozza di intesa da presentare all'Eurogruppo, che dopo poco più di un'ora non ha potuto far altro che rinviare i lavori fissandolo per oggi alle 13.00.
Le principali divergenze sulle quali i creditori hanno proposto delle modifiche al piano greco riguardano il taglio alle pensioni definito irricevibili dal governo.
Pur evitando di essere esplicito, Tsipras ha sottilmente criticato l'atteggiamento del Fmi, che ha bocciato gli aumenti fiscali sulle imprese per compensare le richieste di tagli.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
E visto il nulla di fatto sull'affare Grecia oggi gli investitori internazionali focalizzano la loro attenzione sulla riapertura del mercato.
Ieri il mercato secondario è stato caratterizzato da una seduta all'insegna dalla volatilità, probabilmente influenzato dal delinearsi di possibili nuovi dissidi tra Grecia e creditori internazionali.
Lo spread tra Btp e Bund decennali, si è spinto fino a 142 punti base, per poi ripiegare e chiudere a 130 punti.
Ricordiamo inoltre che in questo contesto si apre anche la tornata di aste di fine mese. In mattinata il Tesoro offre un ammontare ricompreso tra i 500 milioni e 1 miliardo di euro di Btpei a 10 e 30 anni. In serata invece verranno divulgati i dettagli dei collocamenti a medio-lungo di martedì prossimo.

USA: IN ARRIVO I DATI SULLE RICHIESTE DI DISOCCUPAZIONE
Dopo la buona notizia relativa ai dati sulla revisione al rialzo del Pil del primo trimestre, che si è dunque contratto meno di quanto inizialmente previsto, sono in arrivo un'altra serie di dati dagli Stati Uniti, che gli investitori utilizzeranno per calibrare le proprie aspettative sui tempi del primo ritocco verso l'alto dei tassi della Fed.
Tra questi, il dato più rilevante è senza ombra di dubbio quello relativo alle richieste di disoccupazione settimanali (con attese per un incremento di 272.000 unità) seguito relativi a consumi e redditi di maggio.

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