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Previsioni Mercati Obbligazionari


Aggiorniamo le nostre analisi sui mercati obbligazionari, propedeutica alla pianificazione e alla gestione strategica della componente obbligazionaria del portafoglio, in modo da avere sempre il più chiara possibile l’evoluzione del mercato e tenere sotto controllo i vari asset in accordo agli sviluppi dei mercati e in base alle attese su tassi e rendimenti.

Come di consueto partiamo dalla ZC-Yield Curve che si è mossa poco dall’ultima rilevazione, a parte un ulteriore leggero irripidimento nel tratto a breve e un allargamento dei rendimenti sul tratto a lunga di circa 10 bps. I rendimenti a lunga lambiscono quindi area 1,60% circa, e la parte a breve continua a scontare – anche dopo le ultime parole di Draghi della settimana scorsa –  aspettative per una politica monetaria BCE piuttosto accomodante forse anche nel 2018. Stando alle dichiarazioni del Governatore centrale, sarà eventualmente ottobre il mese in cui la BCE prenderà decisioni in merito al Tapering, e cosa di non poco conto ha puntato l’attenzione anche sul cambio EUR/USD, valutato evidentemente come potenziale elemento di disturbo sulla politica monetaria in caso di allunghi “troppo” esuberanti contro la valuta USA.

Si adeguano a questo anche i forward su Euribor 6 mesi che, oltre a proseguire nell’indicare attese per un atteggiamento compiacente della BCE, allargano leggermente e si portano sul tratto a lunga in area 2,20% circa 10 bps in più rispetto alla scorsa rilevazione.

Maggior stabilità a livello di spread, con i periferici (Italia, Spagna e Portogallo) che allargano di una manciata di punti base, ma non modificano nella sostanza i rendimenti dei benchmark decennali, di fatto stabili rispetto alla scorsa rilevazione.  Rimane pertanto valido il suggerimento, per chi fosse investito su debito portoghese, di liquidare le posizioni se lo spread POR/GER dovesse portarsi sopra i 280/290 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati, permane il movimento in coerenza con quanto indicato sia sul tratto a medio della ZC-Yield Curve sia dai forward su Euribor 6 mesi. Infatti i rendimenti dei principali governativi a 10 anni stanno confermando il trend al ribasso, con una lieve riduzione dei rendimenti rispetto alla precedente rilevazione. Per cui possiamo attenderci ancora prezzi dei bond stabili o in lieve salita. Attenzione però al fatto che i movimenti attuali sono da inquadrare come correzioni (seppur in atto da mesi) di un trend principale al rialzo (ergo prezzi dei bond in discesa e rendimenti in salita), come si bene dai minimi registrati intorno a luglio del 2016.

Il cambio EUR/USD, infiammatosi dopo le parole di Draghi, pare dimostrare una certa difficoltà a superare in modo stabile la resistenza a 1,20 ed è ritornato un po’ sui suoi passi in area 1,19. Che le parole di Draghi siano o meno un “avvertimento” sulla possibilità di raffreddare la corsa della moneta unica lo scopriremo solo vivendo, e comunque permane la situazione di ipercomprato per cui rimane valido il suggerimento – per i detentori di bond in USD – di mantenere le posizioni, e ragionare in ottica di eventuale incremento in caso di ulteriori decisi allunghi del cambio EUR/USD.

A livello strategico, pertanto, si confermano le indicazioni suggerite nella precedente analisi integrata, e cioè mantenere le posizioni in obbligazioni USD, liquidare carta portoghese in caso di spread sopra 280/290 bps, mantenere le scadenze a breve e medio termine sino a nuove indicazioni dal modello sui rendimenti benchmark, e infine privilegiare scadenze brevi e tassi variabili per la liquidità eventualmente disponibile.