Speciale petrolio – Eni, storie di dividendo e di livelli


Situazione certa per la distribuzione di maggio ma incerta per tutto quanto verrà dopo. Ciò consente tuttavia di dare un’aspettativa mista (rendimento di breve / performance di lungo), sebbene attualmente prevalga la valutazione “sell”:

Cedole & dividendi

Per ora mantiene il suo dividendo. Eni – salvo improbabili sorprese dell’ultima ora, che potrebbero venire dall’assemblea degli azionisti prevista per il 13 maggio – staccherà il 18 dello stesso mese 0,43 euro con pagamento il 20, come saldo per il 2019 dopo l‘anticipo versato il 25 settembre scorso di un importo equivalente. In un contesto generale semplicemente martoriato per i profitti riferiti all’anno in corso va segnalato che:

● l’amministratore delegato della società, Claudio Descalzi, ha dichiarato: "Il 20 maggio sarà regolarmente in pagamento il saldo del dividendo 2019; poi vedremo cosa accadrà tra fine maggio e giugno, e quale sarà l'impatto reale del greggio sui conti della semestrale".

● Descalzi ha poi aggiunto: “Abbiamo ancora flessibilità nella riduzione dei costi e penseremo più tardi al dividendo 2020, perché lo choc petrolifero è troppo recente. Non vogliamo quindi reagire immediatamente, prima di avere un'idea chiara di quello che potremo fare in termine di efficienza”.

I livelli di dividendo

Iniziamo da questo aspetto relativamente a livelli. La società – secondo alcuni analisti – ha possibilità di conservare il dividendo 2019 solo se il petrolio salirà almeno sui 35 $ il barile ma per altri il target appare più alto e stimato sui 50-52 $, opzione quest’ultima poco probabile, anzi del tutto improbabile per il 2020. Ci sono poi voci più pessimiste, che danno per scontato un taglio e anche abbastanza consistente. Quindi – prima valutazione – nella fase in corso Eni non è un’azione da cassettista che punta a tenerla in portafoglio per lungo tempo in ottica di “dividend yield”, dato che le garanzie in merito sono minori rispetto al passato.

I livelli di “dividend yield”

Puntando sul breve il rendimento del titolo Eni si attesta alla chiusura di ieri sera (martedì 28) a 8,684 euro con yield 4,9% lordo, ovvero 3,6% netto, che potrebbe salire in caso di un ipotetico ritorno sui minimi dell’anno a 6,26 euro (16/3), equivalente a un 6,8% lordo, pari al 5,0% netto. Lo spread fra i due valori è rilevante e porta a valutare con estrema attenzione i livelli di entrata per nuove posizioni. Considerando che a 14,4 euro – massimo dell’anno (6/1) – il rendimento si attestava al 2,98% il miglioramento risulta in ogni caso eccellente e sosterrebbe chi avesse realizzato piani di acquisto sulla progressiva debolezza.

I livelli di prezzo

Per agevolare un’interpretazione dei trend del titolo vanno valutate le possibili quote fra cui si muove l’azione Eni.

Media mobile a 200 sedute

12,57 €

1° resistenza

9,83 €

Distanza in % da resistenza

13,2%

►Quotazione chiusura ieri

8,684 €

1° supporto

6,492 €

Distanza in % da supporto

25,2%

Variazione in % a 1 anno

Negativa 42,5%

Minimo – massimo 1 anno

6,26 – 15,3 €

In sintesi: l’impostazione grafica è ancora molto incerta, sebbene il titolo regga le medie mobili più veloci (fino alla 20). La valutazione complessiva porta ancora a un “sell”, malgrado il rimbalzino delle ultime sedute, il che rappresenta un’occasione per chi cerca nella fase attuale rendimento di breve periodo e possibile trend rialzista di medio e lungo termine.