Bond in valute emergenti – Lira turca da batticuore con buoni profitti solo se…


Yield medio del 12%, in forte calo rispetto al passato, ma comunque sempre interessante. Attenzione però alla volatilità della moneta e a quotazioni in alcuni casi molto elevate.

Obiettivo reddito

Il grafico del cross Eur/Try è uno dei peggiori in assoluto sull’intero fronte degli asset finanziari, simile forse soltanto a quello di alcune commodities. Da anni infatti segnala un trend ribassista per il Try senza fine, che l’ha portato rispetto all’euro da quota 2 del 2010 ai 7,74 di ieri. Un tracollo che ha provocato perdite ingenti anzi ingentissime e difficili da compensare. Può avere allora senso analizzare il relativo comparto obbligazionario? Malgrado tutto sì, ma solo a certe condizioni.

In questo caso è opportuno iniziare dalla valuta, che è la discriminante più rilevante nel complesso procedimento fra cambio, spread di mercato/quotazioni dei bond e quindi rendimenti.

Il cross Eur/Try è graficamente così impostato:

Resistenza per l’Eur e supporto per il Try

7,92

Supporto per l’Eur e resistenza per il Try

6,91

Cambio di apertura 17/6/2020

7,70

Una trendline ribassista per il Try viene confermata da mesi e potrebbe condurre oltre il livello degli 8 Eur/Try, come accreditano d’altra parte i derivati utilizzati per coperture sulla valuta. Si conferma quindi una fase di ulteriore estrema debolezza, che troverebbe un’inversione soltanto sotto i 6,9 e poi i 6,5.

Le possibilità di puntare sulla lira sono però oggi certamente più interessanti rispetto al passato, anche perché graficamente il cross si avvicina a un livello (7,92) da cui nell’estate 2018 è iniziato un rimbalzo consistente per il Try. E’ pur vero che nella situazione in corso il movimento ribassista per la lira è stato progressivo e costante, mentre in quello precedente si era manifestato in maniera violenta e velocissima. C’è quindi da temere ora una debolezza più strutturale, che dipende da una complessa situazione geopolitica ed economica del Paese.

In questo contesto l’unica strategia possibile consiste nel:

1°) disporre di un conto in valuta per non risentire della volatilità del cambio almeno nell’incasso delle cedole, che svolgono un ruolo determinante;

2°) entrare in maniera scalare sul Try con piccole tranche, che consentano di mediare nel tempo fasi di ulteriore possibile più o meno accentuata debolezza.

Se si è disponibili a operare così si può investire sulla valuta. In caso contrario meglio lasciar stare.

Anche perché la situazione dei rendimenti stellari di due anni fa si è modificata, a causa della politica monetaria molto più espansiva adottata dalla Banca centrale turca, con conseguenti netti rialzi delle quotazioni.

La fotografia di tassi e rendimenti è al momento questa:

Tasso interesse

8,25%

Rendimento governativo decennale in Try

12,1%

Tasso inflazione

11,4%

Debito su Pil

33,1%

Yield curve

In lento miglioramento: yield a 1 anno 8,3% - a 5 anni 10,3%

I numeri dimostrano che c’è un rischio Paese (sul valore bassissimo del debito/Pil qualche dubbio è legittimo), confermato dal notevole differenziale fra tasso ufficiale e rendimento del governativo, testimoniato anche dalla debolezza negli ultimi mesi dei titoli di Stato in dollari quotati su Tlx, di cui uno dei più significativi è il seguente:

Turchia 8% 14fb34

US900123AT75

In Usd - Lotto 2.000

Ultima quotazione 109,7 $ contro minimo anno a 87 $ ma massimi ultimi 5 anni oltre 138 $

All’investitore italiano interessa però il rendimento delle emissioni di organizzazioni sovranazionali in Try quotate sul Mot. Il quadro risulta complesso. Una selezione di yield vede questi risultati.

Emissione

Isin

Quotazione / Spread

Rendimento

Ebrd 24% St21

XS1877643350

109 Try – 280 pb

15,4%

Ibrd 10% Ag21

XS1664203699

95,2 Try – 150 pb

14,8%

Ebrd 24% Ot22

XS1889053150

129,7 Try- 350 pb

9,3%

Ifc 16% Ag23

XS1860980058

108,5 Try – 450 pb

12,6%

Eib 16% Ag23

XS1860487252

108 Try – 600 pb

12,8%

Eib 11% Ap26

XS1807207581

106,5 Try – 300 pb

9,5%

Appaiono evidenti dei disallineamenti di rendimento dovuti a spread denaro-lettera talvolta molto ampi per vari fattori, fra cui certamente incide la carenza di controlli sull’azione dei “market maker”, situazione tipica di Borsa Italiana.

Un’ipotesi di yield medio si attesta così su circa il 12%, con possibili scostamenti derivanti da vari fattori.

L’operatività sull’obbligazionario in Try è quindi complessa ma certamente può garantire buoni profitti per strategie sia di breve sia di lungo termine, sempre che si sappia gestire – oltre al cambio di cui si è detto – anche i livelli soprattutto di entrata.

Ecco allora alcuni consigli utili in merito.

1°)

Non mettere mai ordini a mercato né in acquisto né in vendita

2°)

Identificare un bond fra i più liquidi (una volta erano i Bei ma oggi non sempre lo sono) e porre un ordine nettamente inferiore all’ask in acquisto o superiore al bid in vendita con scadenza più lunga possibile in funzione della piattaforma utilizzata. Il mercato è molto volatile e potrebbe colpire quando meno lo si aspetta

3°)

La politica dei tassi da parte della Banca centrale turca si sta dimostrando instabile e quindi è meglio scegliere scadenze corte, poco esposte al fattore “duration” (appunto sensibilità ai tassi)

4°)

All’opposto si può costruire un piano di acquisto nel tempo – basato su livelli soprattutto di cambio – puntando su una scadenza lunga (per esempio la 2026) ma in tal caso le singole tranche devono limitarsi come importo

5°)

Attenzione al fascino dei cedoloni: le quotazioni elevate delle relative emissioni si accompagnano spesso a spread assurdi

6°)

Infine torniamo sul consiglio iniziale: se non si può disporre di un conto in valuta meglio astenersi dall’operatività in Try

Le tappe del viaggio sui bond in valute emergenti

1°)

Brasile

3/6/2020

2°)

Messico

4/6/2020

3°)

Turchia

17/6/2020

4°)

Sud Africa

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5°)

Russia

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6°)

Cina

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7°)

India

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8°)

Indonesia

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