Inflazione sì, no o forse? Ecco comunque gli asset per proteggersi


Panoramica a 360° con varie sorprese e infine un mini portafoglio in euro – molto semplice – adatto a difendere da un rischio di cui si parla tanto ma che resta poco nitido nel breve e medio termine.  

Cedole & dividendi

Le notizie sull’inflazione Usa e della sua onda lunga che si estende a molte altre parti del mondo, compresa l’Unione europea, sono note. Non vi tedieremo quindi con numeri, valutazioni in merito o altro. No, oggi vi parliamo di come proteggervi da questo potenziale cancro per i vostri risparmi, anche se occorre ricordare sempre che il momento migliore per difendersene è puntare sugli asset “anti inflation” quando l’inflazione non c’è. Ora i buoi sono in parte scappati dalle stalle – pronti magari a rientrarci fra qualche mese - e lo dimostrano le quotazioni dei titoli di Stato Usa “inflation linked” saliti alle stelle in poco tempo, al punto tale che c’è già chi sostiene che convenga venderli.

Entriamo allora nel vivo del problema, sfruttando le valutazioni di chi sui mercati deve agire contro questa piaga.

Vagliando una serie di ricerche specifiche ecco cosa emerge in una classifica degli strumenti considerati più adatti o più pericolosi in questa situazione:

Al top

Le monete da collezione

A sorpresa si collocano al primo posto nella più totale inconsapevolezza della quasi totalità degli investitori. Lo dicono i numeri, anche se si tratta di un mondo per specialisti, difficilmente usufruibile dal piccolo e medio risparmiatore

I bond “inflation linked”

È logico che sia così ma non si pensi che si tratta di un investimento semplice. Le dinamiche delle quotazioni vengono infatti determinate da vari fattori e sono comunque un asset che protegge soprattutto nel lungo termine

Al fondo

Le azioni tecnologiche

Fattori complessi le penalizzano. Il principale? Un rialzo dei rendimenti obbligazionari danneggia i comparti più costosi dei mercati azionari. E poi ci sono vari altri motivi

I bond a tasso fisso

Inevitabilmente il rischio di un aumento dei tassi di interesse comporta un calo delle quotazioni del fixed income

Fatte queste premesse vediamo come si ragiona per gli altri asset.

Di solito si pensa che i cosiddetti “real asset”, cioè i beni reali, proteggano sempre dall’inflazione. E’ così?
No. Lo fanno solo in parte. Quelli che si adattano bene a un ambiente di mercato surriscaldato dall’inflazione sono le azioni delle aziende attive nelle risorse naturali, i Reit (società che operano nel settore immobiliare), i titoli di leader delle infrastrutture e le materie prime. Oro e altri metalli preziosi sono più adatti a un quadro di stagflazione, cioè di contemporanea presenza di stagnazione economica e di inflazione, oppure a situazioni estreme – oggi non immaginabili – di iperinflazione.

Sul fronte obbligazionario quali sono le categorie meglio adeguate a una situazione di surriscaldamento dei prezzi?

Cosa piace

Unanimità di valutazioni positive sulle obbligazioni bancarie, che consentono una maggiore diversificazione di strutture (si veda la tabella seguente). Giudizi invece contraddittori sui bond high yield, interessanti solo se i tassi non aumenteranno o cresceranno poco nei prossimi due/tre anni

Cosa non piace

I titoli di Stato in euro, troppo compressi nei rendimenti, soprattutto nel caso delle scadenze lunghe, e i corporate a tasso fisso, che oggi non remunerano in maniera adeguata

I bond bancari sono in effetti congrui rispetto a questa situazione dei mercati, sempre che si punti su emittenti forti e su strutture diverse. Si può ipotizzare un portafoglio di tale tipo per esempio relativamente all’area dollaro?

Eccone uno, basato su titoli quotati sul regolamentato italiano (se il sito di Borsa Italiana talvolta non li riconosce è perché non funziona in maniera corretta!!!) e quindi facilmente acquistabili con qualunque piattaforma. Si riferiscono appunto all’area dollaro, oggi interessante grazie alla sua debolezza sull’euro.

IT0005436875

Mediobanca Step Up 01ap28 – da 1,4% (2022) a 2,4% (2028) – Pregio: quota sotto 100 – Difetto: taglio 20.000 $

IT0005396863

Mediobanca - Fix Float 28fb27 – tasso fisso 3,2% fino al 2023 e poi tasso variabile – Pregio: quota sui 100 – Difetto: taglio: 6.000 $

XS1410333527

Ibrd Fix Float Cap 31mg26 – Pregi: quota sotto 100 e rating AAA – Difetto: cap del variabile 2,33%

XS0461387325

Db-Fix To Cms 15lg25 indicizzato 10 anni Cms – Pregio: quota sotto 100 – Difetto: spread sui 200 pb

XS1791340554

Banca Imi Us inflation – indicizzato inflazione Usa – Pregio:  tasso di inflazione US Cpi Urban Consumers (consumi nelle aree urbane, più sensibili ai rialzi del costo della vita) – Difetti: cedola solo annuale – il capitale non è interessato dall’aumento dell’inflazione – volatilità della quotazione

XS2351324947

Banca Intesa Mc Us Inflation Link Gn28 Usd – nuova emissione (2% annuo per le cedole in pagamento nel 2022, 2023 e 2024; poi la variazione percentuale annua dell'indice US Cpi Urban Consumers inflation rate per le cedole in pagamento nei successivi anni dal 2025 fino a scadenza. Per le cedole a tasso variabile è previsto un “floor” dell’1% e un “cap” del 2%. L'indice US Cpi Urban Consumers inflation rate è l'indice nazionale dei prezzi al consumo negli Usa relativamente alle aree urbane o metropolitane. Rispetto al precedente è penalizzato dalla presenza del “cap”

La forza dell’euro (in parte ingiustificata) e la debolezza di molte altre valute potrebbero modificarsi se l’inflazione tendesse a spostarsi realmente verso livelli superiori al 2%

E’ un tema complesso ma che trova molti analisti d’accordo sul fatto che le monete legate al ciclo delle commodities siano favorite da questa situazione. La lista vede in prima linea cinque valute: dollaro canadese, corona norvegese, rublo russo, real brasiliano e rupia indonesiana. Sono tutte facilmente investibili con obbligazioni quotate sui mercati regolamentati (Mot/Tlx).

Sull’azionario quali sono le prospettive?

Le azioni value e cicliche, quali quelle dei comparti finanziari, energetici e industriali, oltre a molte small cap e alle stock dei mercati emergenti, tendono a ottenere buoni risultati quando l'inflazione aumenta in maniera programmata e le attività economiche si stabilizzano, mentre le azioni legate ai “real asset” sono un airbag in presenza di un’inflazione inattesa, un po' come sta succedendo ora.

Proviamo allora a ipotizzare gli asset preferibili in base all’andamento dei tassi inflattivi, che nei prossimi anni potrebbero scendere e poi risalire a seguito di cambiamenti strutturali del sistema produttivo ed economico. È fattibile?

Si può fare anche se si tratta di un esercizio teorico. Immaginiamo allora una tabella così strutturata:

Bassa inflazione (fino al 2%)

Media inflazione (dal 2 al 3,5%)

Alta inflazione (dal 3,5 al 5%)

Iper inflazione (oltre il 5%)

Asset migliore in assoluto

Azionario

Azionario e bond inflation

Commodities e bond inflation

Commodities e bond inflation

Migliore tipologia azionaria

Tecnologia

Energia

Energia e materiali industriali

Pochi titoli molto difensivi

Migliore commodity

Energia

Energia

Materiali industriali

Oro

Non si fa riferimento nella tabella alle criptovalute. Per quale motivo?

Probabilmente proteggono bene dall’inflazione, data la loro stessa natura, che prevede un limite alla relativa crescita. Siamo però ancora nell’ambito delle ipotesi, visto che la presenza sui mercati è troppo corta per fornire un quadro sperimentato del comportamento delle valute digitali in presenza di media e alta inflazione. Non l’hanno mai testata.

L’azionario del settore commodity ha un vantaggio: garantisce un buon rendimento da dividendi e solitamente sale molto in presenza di inflazione. Quali titoli si possono identificare come migliori in tale ambito?

Sono vari e tutti in valute diverse dall’euro. C’è quindi un rischio cambio che potrebbe incidere positivamente o negativamente sui controvalori trattati. Una selezione dei più generosi vede questa classificazione.

Azione

Borsa

Yield lordo

Rio Tinto Group (RIO)

Londra

5,8%

BHP Group (BHPB)

Londra

5,6%

Southern Copper Corp. (SCCO)

Nyse

4,7%

LyondellBasell Industries N.V. (LYB)

Nyse

4,4%

Vale Adr (VALE)

Nyse

4,0%

Newmont Corp. (NEM)

Nyse

3,5%

Quale il consiglio più importante nella fase in corso?

Il 19,2% dei nuclei familiari ha un mutuo sulle spalle. In Italia il patrimonio immobiliare residenziale costituisce una parte molto rilevante della ricchezza delle famiglie. Il valore dell’insieme delle abitazioni, nel 2017, ultimo dato disponibile, costituiva quasi la metà (il 49,2%) delle risorse totali. Quindi i prestiti erogati dalle banche pesano sui bilanci familiari. Pur essendo vero che la maggior parte della clientela preferisce nella fase in corso le strutture a tasso fisso, la quota di quelle a tasso variabile resta significativa e impone quanto meno di valutare un ripensamento sulla possibilità di una trasformazione verso il primo tipo, sempre che l’inflazione salga stabilmente e comporti un aumento futuro del costo del denaro.

Infine si può prevedere un mini portafoglio in euro per il piccolo e medio investitore italiano idoneo ad affrontare il rischio – per ora potenziale in Italia – di un consistente incremento dell’inflazione?

Un bond inflation linked

Btp€i 0,15% Mg51

IT0005436701

Un bond a tasso variabile

Imi Collezione Mc Ge26 (Euribor 3 mesi + 0,75%)

XS1341083555

Un’azione dribbla inflazione

Enel (decisivo il sostegno dell’area 7,92-7,85, dove può partire una fase accumulativa)

IT0003128367

Un Etf scansa inflazione

Xtrackers Global Inflation-Linked Bond (inflation linked Paesi sviluppati) con piano di acquisto

LU0908508814

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