Si tratta di nuovi Bonus Cap che rispondono alle esigenze di scudo e rendimento degli investitori su un orizzonte temporale di breve periodo. A condizione che le quotazioni dei sottostanti non si muovano troppo. Yield dal 5 al 22%.
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Solitamente in quest’ambito vengono presi in considerazione soprattutto certificati di tipo Cash Collect, meno rischiosi e altamente remunerativi in condizioni di mercato non esagitate. Oggi invece scriviamo di Bonus Cap, cogliendo l’occasione del lancio sul mercato di una relativa nuova gamma da parte di Bnp Paribas.
Si tratta di prodotti con sottostanti azioni e indici, dalle scadenze a 6 o 12 mesi, rendimenti potenziali compresi tra il 5% e il 22% e possibilità di ricevere premi a scadenza anche in caso di ribassi. Disponibili sul Sedex di Borsa Italiana si riferiscono sia a due indici (Euro Stoxx Banks e Stoxx Europe 600 Basic Resources) sia ad azioni di alcune società italiane ed estere leader nei settori di riferimento. Coprono infatti un vasto spettro di tematiche, dal trasporto aereo al comparto industriale, passando per tech, energia, componentistica e includendo anche il tradizionale settore bancario.
Come funzionano i Bonus Cap
L’aspetto più interessante è costituito proprio dalla struttura, che si basa su un premio potenziale a scadenza (Bonus) anche in caso di ribassi del sottostante fino al livello della barriera continua, per esempio, fino al 60% della quotazione iniziale del titolo di riferimento.
Altra caratteristica riguarda le scadenze, a 6 e a 12 mesi, che rispondono alle esigenze di protezione e rendimento degli investitori su un orizzonte temporale di breve periodo. A fronte di ciò, i nuovi Bonus Cap offrono premi potenziali compresi tra il 5% e il 22% del valore nominale. Tale tipologia di certificati infatti, grazie alla barriera abbastanza profonda, riesce a sfruttare a proprio vantaggio la volatilità.
Rispetto al tradizionale investimento diretto in azioni, i Bonus Cap consentono quindi di ottimizzare un portafoglio in ottica di diversificazione. A scadenza, l’investitore riceverà il valore nominale più un premio dal 5% al 22% del valore nominale se durante la vita del certificato il valore del sottostante sarà rimasto superiore, pari o inferiore al suo valore iniziale, ma sempre superiore al livello di barriera continua. Se invece sarà stato almeno una volta pari o inferiore sono due gli scenari possibili a scadenza:
● se il valore del sottostante è pari o superiore al valore iniziale, l’investitore riceve il nominale più un importo commisurato alla performance del sottostante, con un valore massimo pari al Cap;
● se il valore del sottostante è inferiore al valore iniziale, l’investitore riceve un importo commisurato alla performance del sottostante, con conseguente correlata perdita del capitale investito.
I Bonus Certificate sono rivolti a chi ritiene che una certa azione possa mantenere nel periodo di vita del certificato un andamento relativamente “laterale”, cioè contenuto all’interno di un determinato range. In tal caso a scadenza l’investitore guadagna il bonus, ossia ottiene un rendimento prefissato sul proprio investimento. Per queste caratteristiche ricorrono ai Bonus Cap anche risparmiatori provenienti dal mercato obbligazionario, che cercano rendimento alternativo.
Un esempio per tutti
Prendiamo il Bonus Cap su Unicredit (Isin NLBNPIT16JN3): pagherà a scadenza un premio di 110 euro se durante tutta la vita del certificato il titolo si sarà sempre trovato sopra il prezzo barriera (10,8224 euro). Qualora l’azione Unicredit toccasse la barriera continua nel corso della vita del prodotto, a scadenza l’investitore riceverà un importo commisurato alla performance del sottostante. Se tale performance è positiva, il certificato scadrà e pagherà il valore nominale (100 euro) più il rendimento del titolo, per un valore massimo pari a 10 euro; se invece sarà negativa il certificato scadrà e pagherà un importo commisurato alla performance dell’azione, con conseguente perdita sul capitale investito.