Facciamo quattro conti. Quali rischi corre il vostro patrimonio (piccolo o grande che sia)


I tre indicatori fondamentali per capire i mercati. Le incognite in ballo. Gli asset su cui essere prudenti. Infine un’analisi degli Etf short con i livelli oltre i quali scatterebbe una protezione strategica per azioni e bond.

Il salvarisparmi

Ci scrive un consulente finanziario: “Nel 2022 credo che il rischio di danneggiare il proprio patrimonio sarà elevato”. E’ allora l’occasione, nel primo articolo domenicale dell’anno, di cogliere questa preoccupazione e di analizzarla. In effetti la brutta seduta di mercoledì e la successiva debolezza di Wall Street qualche timore l’hanno suscitato.

Oggi cerchiamo così di ragionare non solo sulle incognite che i vostri risparmi corrono ma anche su come contrastare un’eventuale corsa al ribasso delle quotazioni sia azionarie sia obbligazionarie. Senza alcun panico, che nella fase in corso non appare giustificabile.

Partiamo dai numeri. Ce ne sono tre – facili da reperire – seguiti con grande attenzione dai desk professionali:

Vix (volatilità) S&P 500

Alert oltre: 25

Ultimo dato: 18,8

Yield decennale Usa

Alert oltre: 1,8%

Ultimo dato: 1,76%

Inflazione area €

Alert oltre: 2,5%

Ultimo dato: 4,9%

E’ evidente come ci si stia avvicinando a un quadro problematico, reso più complesso da vari fattori.

►Inflazione mondiale ahi! – I valori su base annuale crescono all’impazzata.

Russia

8,4%

Usa

6,8%

Belgio

5,7%

Spagna

5,5%

Germania

5,2%

Olanda

5,2%

Italia

3,8%

Non stiamo certo a intrattenervi sul perché di tutto questo. E’ evidente che se si aggiungono costi e fiscalità oggi nel caso non si superi almeno il 5% di rendimento annuo per un patrimonio o patrimonietto in euro detenuto in Italia si perde di brutto. Una controverifica viene dall’immobiliare, dove i prezzi corrono. Quello medio degli affitti nel nostro Paese – per fare un esempio – è salito del 21% da inizio 2018 (9,3 euro al mq.) a fine 2021 (11,3 euro). Le previsioni inflattive per i prossimi mesi e forse anche più sono altrettanto torride.

►Borse ipercomprate -  L’azionario ha vissuto una fase sfrenata e i numeri lo confermano. L’Rsi (Indicatore di forza relativa) a 14 periodi su base mensile, che serve per misurare gli eccessi dei mercati, fotografa questa situazione.

Nasdaq (Usa)

Sopra 70 (overbougth) da ottobre 2020

S&P 500 (Usa)

Sopra 70 (overbought) da marzo 2021

Ftse Mib (Italia)

Poco sotto quota 70

Dax (Germania)

Poco sotto quota 70

Cac (Francia)

Sopra 70 (overbought) da fine 2021

►Tecnologici esasperati – Proteggersi dall’inflazione e dai tassi in crescita in tutto il mondo (ma non nell’area Bce) comporta una domanda: le azioni della tecnologia – definite “high flyer” – servono a tale scopo o potrebbero crollare nei prossimi mesi per un complesso gioco di fattori? Anche qui i numeri dimostrano delle anomalie preoccupanti, confermate da p/e (quanti anni si dovrà aspettare per recuperare l’investimento a utili costanti – valore normale fra 13 e 15) fuori controllo.

Tesla

347,0

Amazon

64,3

Advanced Micro Devices

42,1

Microsoft

35,1

Apple

31,2

La lista potrebbe proseguire. Occorre comunque segnalare che le varie fonti più autorevoli forniscono numeri – in merito al p/e – spesso discordanti e ciò deriva da una realtà esasperata delle quotazioni.

►Leve finanziare al top – C’è una cartina che circola fra i desk operativi. Rappresenta la mappa delle leve finanziare dei sistemi bancari nei vari Paesi del mondo. I bollini che le identificano sono spesso molto grossi e non riguardano nazioni in passato più esposte quali gli Usa. No, il problema sta gonfiandosi in aree considerate rigoriste, come Giappone, Gran Bretagna, Israele e Germania, nonché in quelle cosiddette emergenti, quali Messico e Brasile. Questo aspetto viene spesso trascurato ma potrebbe rappresentare uno dei maggiori rischi futuri se qualcosa andasse storto nel rapporto con le politiche monetarie di Paesi o aree di riferimento.

►L’incognita tassi – Quelli negativi o a zero si limitano ormai solo a quattro contesti (Svizzera, Danimarca, Giappone e area Bce) mentre tutto l’ambito più reattivo dei Paesi emergenti è schizzato a “rate” sopra il 4%, con il Brasile al 9,2%, la Russia all’8,5%, il Messico al 5,5% e così via. Adesso il problema sta nella Fed e nella velocità con cui rialzerà i suoi tassi. Da qui dipendono le maggiori incognite in corso.

L’analisi potrebbe proseguire con altri fattori di instabilità ma è pur vero che le traiettorie dei profitti delle imprese a maggiore capitalizzazione risultano ancora positive. In altre parole si può sostenere che se l’azionario è caro è pur vero che in molti casi non è super caro, salvo nel caso del comparto tecnologico Usa. Un esempio? L’industria automobilistica europea ha potenzialità interessanti, di cui il mercato ha cominciato a rendersi conto proprio negli ultimi giorni.

Un’ipotesi che piace così a molti analisti è che nel 2020 i “total return” saranno ancora positivi e tali da collocarsi fra il 5 e il 10% per fine anno.

Dove essere prudenti

Lanciandosi in ipotesi più concrete ecco una sintesi di cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi alle principali asset class in una visione a sei mesi (stime di Ubs).

Asset class

Scenario positivo

Ultimo dato (6/1)

Scenario negativo

Azionario Usa

S&P 500

5.200

4.696

4.000

Azionario Europa Eurostoxx

5.000

4.325

3.700

Azionario Msci Emergenti

1.450

1.220

1.100

Azionario Giappone Topix

2.320

1.995

1.800

Bond corporate Usa in $ (spread)

45 pb

80 pb

150 pb

Bond corporate Usa high yield (spread)

270 pb

350 pb

550 pb

Bond emerging markets (spread)

300 pb

360 pb

550 pb

Cross Eur/Usd

1,18

1,13

1,09

Oro (spot) $

1.550

1.790

2.050

I numeri sono numeri e soggetti a possibili stime sbagliate ma quanto emerge è che la forchetta fra scenario positivo e scenario negativo appare assai vasta. Quindi c’è da ipotizzare volatilità in arrivo, già riscontrata d’altra parte nelle prime sedute di gennaio.

Da quali asset tenersi quindi lontani nel 2022. Raccogliendo le valutazioni dei principali gestori internazionali esce questa fotografia.

Azionario

Più che parlare di out la valutazione risulta neutrale per Wall Street, per gli emergenti e per la Borsa inglese. Sugli “emerging” si fanno però alcune eccezioni tendenzialmente positive (per esempio l’Asia)

Obbligazionario

Fuori dai titoli di Stato ad alto rating e dall’investment grade corporate in Usd e in Eur. Posizione più neutrale invece per high yield ed emerging

Commodities

L’oro non raccoglie adesioni – salvo improvvisi rimbalzi - mentre il petrolio piace e c’è chi lo vede addirittura a 100 $ (con un’inflazione che andrebbe ancor più alle stelle)

Valute

Laddove i tassi di interesse saliranno (Usd e Gbp) le potenzialità di un andamento positivo delle relative divise crescono 

Come proteggersi

Quanto più interessa sta però nell’attivare un ruolo difensivo, che si può manifestare in tanti modi. Oggi vi proponiamo il più semplice, consistente nell’operatività con gli Etf short non a leva (salvo nel caso dell’Us Treasury con leva -2 e del Nasdaq con leva -3, data l’assenza di prodotti a replica lineare, cioè senza leva), tutti quotati a Milano, inserendo (è questo il valore aggiunto) i livelli oltre i quali un posizionamento diventa strategico. Occorre evidenziare come graficamente la distanza delle quotazioni dalle relative medie mobili a 200 sia molto contenuta in tutti i casi degli Etf azionari short: basta poco perché le mandino in frantumi. 

Strumento

Isin

Livello da monitorare

Amundi Msci Usa short daily (valuta denominazione Eur)

FR0010791194

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 7,3 euro contro ultima quotazione a 6,34 euro

Xtrackers S&P 500 short day swap (valuta denominazione Usd)

LU0322251520

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 7 euro contro ultima quotazione a 6,78 euro

Wisdomtree Nasdaq 100 daily short x3 (valuta di denominazione Usd)

IE00BLRPRJ20

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 36 euro contro ultima chiusura a 27,16 euro

Lyxor Eurostoxx 50 daily short -1 (valuta denominazione Eur)

FR0010424135

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 11,5 euro contro ultima quotazione a 10,6 euro

Lyxor Ftse Mib daily short -1 (valuta di denominazione Eur)

FR0010446146

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 10,65 euro contro ultima quotazione a 9,44 euro

Xtrackers Dax daily short (valuta di denominazione Eur)

LU0292106241

AZIONARIO

Rottura al rialzo di 14,5 euro contro ultima quotazione a 13,46 euro

Lyxor Bund short (valuta di denominazione Eur)

LU0530119774

OBBLIGAZIONARIO

Rottura al rialzo di 51,9 euro contro ultima quotazione a 51,4 euro

Lyxor Btp short (valuta di denominazione Eur)

LU1523098561

OBBLIGAZIONARIO

Rottura al rialzo di 36 euro contro ultima quotazione a 35,7 euro

Lyxor Us Treasury short x2 (valuta di denominazione Usd)

FR0011607084

OBBLIGAZIONARIO

Rottura al rialzo di 65 euro contro ultima quotazione a 64,37 euro

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