Btp meteo: rompere al rialzo il 2% di yield. La sfida ora è questa


Questione di ore (o di qualche seduta!): è infatti vicinissimo. L’inversione ribassista delle quotazioni stravolge il quadro obbligazionario, con crolli in taluni casi esasperati.

Cedole & dividendi

Chiusura ieri all’1,976% e apertura questa mattina all’1,99%, per poi ridiscendere di poco. Il rendimento del decennale italiano si scontra con la resistenza psicologica e tecnica del 2%, in realtà già superata per poco tempo nelle ultime ore. Il viaggio al rialzo del Btp in termini di rendimento e quindi al ribasso delle quotazioni potrebbe determinare adesso una certa volatilità, perché attorno al numero tondo si scatenano sempre inevitabili tensioni.

Prendendo come riferimento il decennale più vicino, ovvero l’1,65% marzo 2032 (Isin IT0005094088), il quadro grafico presenta questa situazione:

● dal 4 febbraio rottura al ribasso di quota 100

● apertura questa mattina a 97,75 euro

● forato il supporto dei 98,1 euro il prossimo livello si colloca a 97,05 euro

● tutti gli indicatori sono negativi ma il trend delle ultime sedute è stato talmente violento da far ipotizzare una fase di consolidamento.  

Spostandosi sulle scadenze lunghissime il panorama appare inevitabilmente più negativo. Esempio quasi clamoroso quello del Btp€i 0,15% 2051 (Isin IT0005436701 – apertura questa mattina a 83,79 euro), indicizzato all’inflazione europea, letteralmente crollato sugli 83 euro contro il massimo a 109,79 del 27 ottobre. Eppure il rendimento è quasi al 6%, includendo l’indicizzazione ai prezzi al consumo Eurostat. Perché ciò avviene mentre questi ultimi esplodono? Per il semplice motivo che a fare da traino è la componente “duration” riferita alla cedola base. Si tratta quindi di una situazione anomala relativa ai titoli di tale tipo, riscontrabile d’altra parte su tutti i governativi della stessa serie.

Curioso il confronto con un Btp equivalente come scadenza ma a tasso fisso. È l’1,7% 2051 (Isin IT0005425233 – apertura questa mattina a 82,8 euro): si sta comportando alla stessa maniera con un grafico corrispondente a quello del Btp€i.

Lo scenario generale dei Btp trova riscontro nel contesto europeo. Il Bund tedesco a dieci anni ha rotto ormai al rialzo lo yield positivo 0,30% e sembrerebbe volersi muovere verso l’obiettivo dello 0,50%, in realtà previsto dai mercati per fine 2022. Il Bono spagnolo è salito oltre l’1,30% e il francese Oat allo 0,80%.

A guardare i grafici dei titoli di riferimento si nota un’esasperata accelerazione ribassista su tutti i fronti, il che apre certamente occasioni di acquisto singolari in ottica di medio/lungo periodo. Un esempio per tutti: l’Austria 0,85% 2120 (Isin AT0000A2HLC4), un Matusalemme con “duration” molto elevata, è crollato sotto i 70 euro, mentre a dicembre del 2020 quotava oltre 135 euro! Sì i mercati stanno proprio esagerando.